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C.O.D. Trio
Odd Original Songs
Silta Records (2011)
1. Odd Original Songs (Coppa)
2. Browse All (Coppa)
3. Accoddo (Di Lenge)
4. Ottavo Piano (Orsi)
5. Pollock(Orsi)
6. Other Stop (Coppa)
7. Limited Edition (Coppa, Orsi, Di Lenge)
Biagio Coppa - sax tenore, sax soprano
Gabriele Orsi - chitarra
Francesco Di Lenge - batteria
Silta Records
email: info@siltarecords.it
web: http://www.siltarecords.it
Il COD trio è qui alla sua terza prova discografica dopo il riuscitissimo live dedicato
alla musica mingusiana e la gustosa rilettura di temi rock (Police e Queen tra gli
altri). Il salto, apparentemente, è grande perché il materiale di partenza su cui
lavorare, le "odd songs" sono anche "originals", portano infatti la firma dei tre
componenti il trio che si spartiscono, non equamente, i brani: Coppa (con 3 brani
su 7) pare confermare la sua posizione di guida. Leggiamo nell'interno: "Progetto
di musiche originali dove le differenti esperienze ed approcci alla composizione
vengono filtrati attraverso un'estetica timbrico-ritmica allo stesso tempo ancestrale
e nuova, intrigante e discreta, neurotonica e soporifera…". Sintetica e auto-ironica
dichiarazione di intenti che ci aiuta a chiarire, almeno in parte, le coordinate
musical-concettuali del progetto.
Il COD trio ha il suo fondamento nella ostinata volontà di contrapporre/comporre,
decostruire/costruire la materia musicale originale: i brani ci paiono così dotati
di grande freschezza, coerenza e fragranza. L'approccio del trio alla materia sonora
è concettuale e postmoderno e già dall'iniziale C.O.D. è perseguita, cocciutamente
e scopertamente, l'intenzione di minare, per poter demolire e ricostruire, le proprie
convinzioni/convenzioni musicali e di gusto (e quelle dell'ascoltatore). Raramente
ci è capitato di ascoltare un tema così volutamente sgraziato, sghembo e sconclusionato,
ai limiti del "sopportabile"; brano catalogo, brano manifesto è sorretto
dal più abusato ritmo rock e da una chitarra distorta, forse non sufficientemente
aggressiva e in evidenza.
Nodale nella formazione l'assenza del contrabbasso forse chiave di una libertà
compositiva maggiore. La freschezza e l'originalità vanno qui ricercate non nei
singoli temi, non nell'approccio allo strumento aggiornato ma noto, e neppure nei
singoli assoli ma nella grande abilità, sapienza, coerenza e capacità di controllo
dello sviluppo musicale e narrativo.
Tema di due note, di attonito lirismo e malinconia il seguente Browse All,
tiene tuttavia in grembo un bridge da rocker; esposto il tema, il brano si
inceppa e dissolvendosi pare terminare su rade note della chitarra, per poi
tornare a crescere con note isolate del tenore e prendere infine corpo con il riapparire
del sostegno ritmico. La chitarra di Orsi rimane nuovamente sola e si ripete, rinnovato,
il processo di de-ricostruzione; a chiusa il tema riesposto in forma ulteriormente
abbreviata. Pure quello di Accoddo, unico brano a firma di Di Lenge, è tema
sghembo e disarticolato, che conduce subito all'assolo energetico di Coppa. Il brano
si dissolve un minuto dopo e solo così riesce a ripartire su accordi della chitarra
per tornare alla chiusa con la riesposizione del tema.
Ottavo Piano ricorda, perlomeno nell'andamento ritmico melodico del tema,
il migliore Jim
Hall, ma le affinità terminano qui, non troviamo il sostegno ritmico armonico
di un contrabbasso ma la batteria di Di Lenge. Poi la musica viene circolarmente
passata di mano e Orsi in solitudine, poi ri-entrano gli altri strumenti e un duo
con il contralto di Coppa conduce ad altri momenti ancora.
Nel desolato Pollock, uno dei vertici dell'incisione, le sparse note tenute
di tenore e chitarra sopra un frusciare, quasi impercettibile, di spazzole ci conducono
in una terra desolata e arida, l'uso accordale con pedale della chitarra di Orsi
crea uno spettrale sottofondo che dopo l'ingresso lirico di Coppa si rarefà ancor
più; il timbro e l'aspetto micro-ritmico diventano unica sostanza del brano che
ha al suo centro un interludio cameristico e raffinatissimo, di Di Lenge con i mallets
su rullante (senza cordiera) e tamburi. Rientrano infine tenore e chitarra a chiudere
un brano sommesso e funereo nonostante il lirismo sottopelle. E ancora Other
Stop con energetici ritmi rock ed un crescendo finemente rimandato. Nel finale,
collettaneo Limited Edition, la musica, come altrove, si spegne dopo pochi
istanti e la chitarra in solitudine diventa inudibile; da qui riparte un
sostanzioso assolo del soprano di Coppa sostenuto da lunghe spettrali note di Orsi
e dal continuo apparire e scomparire del sostegno ritmico di Di Lenge.
Non troviamo qui l'urlo libertario e catartico di tanto free, non la ricerca
radicale a fondamento di certa improvvisazione totale e neppure la ricerca sulla
tecnica e/o sul suono puro quale elemento costitutivo; qui altre sono le coordinate
culturali e musicali che fanno del COD trio una delle formazioni più lucide, lungimiranti
e fresche oggi in attività nel nostro paese.
Andrea Gaggero per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 15/07/2012
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