Alessandro Fabbri
Pianocorde
Caligola records 2009
1. Il tango riflesso
2. Pianocorde
3. For those i Never knew
4. I've got The World on A String
5. Caravan
6. Rubato
7. II° V° Martire
8. Cinemascope
9. Bon-Go
10. Tema per Annalena
Alessandro Fabbri
- drums-ud drum
Massimiliano Calderai - piano
Mauro Fabbrucci - violin
Vieri Bugli - violin
Marcello Puliti - viola
Damiano Puliti - cello
Filippo Pedol - double bass
"Pianocorde" mette insieme un trio jazz standard (pianoforte, basso e batteria)
e gli archi. Il risultato è interessante, anche perché non c'è l'intenzione di ammantare
di "classicismo" il repertorio selezionato. La "third stream" è lontana dal
mondo espressivo del leader. L'"Archaea strings" offre colori inusuali, rivisitando
brani originali o a standards che avrebbero potuto "funzionare" pure in una versione
più scarna.
Alessandro
Fabbri rivela buone doti di compositore e versatilità nell'ispirazione,
destreggiandosi in diverse situazioni musicali con garbo e proprietà di linguaggio.
A cominciare da "Il tango riflesso" con i violini swinganti a commentare
il motivo guida ed a supportare Massimo Calderai che conduce "le danze" in
un motivo caratterizzato da una persistente cantabilità. In "Pianocorde"
sono ancora gli archi protagonisti all'interno di un brano che contiene un intenso
assolo del batterista, qui impegnato alle spazzole. In "For those I never Knew"
di Luca Flores, i violini si spingono verso il registro più acuto. Il ritmo
sale grazie alle percussioni, mentre nel finale la musica lascia il campo scemando.
Il trio in solitudine suona "I've got the world on a string" in souplesse,
in modo rilassato ma sempre vigile. L'udu drum gioca a nascondere il tema di "Caravan",
che viene fuori di prepotenza quando entrano in scena gli altri strumenti. E' una
versione piuttosto articolata del famoso brano di Ellington con cambi di tempo,
di atmosfere, ma rispettosa dell'idea dell'autore perfino nella conclusione arabeggiante.
In "Rubato" si segue uno schema ormai consolidato: gli archi illustrano il
tema, successivamente la ritmica fa crescere d'intensità il brano. Non si discostano
dal procedimento evidenziato neppure "Cinemascope" e "Bon-Go". Nel
primo dei due titoli si apprezza, in particolare, il pregevole intervento di
Filippo Pedol accanto agli archi. Chiude il lavoro un solo di pianoforte in
"Tema per Annalena", breve e toccante.
La cura degli arrangiamenti, la varietà dei temi scelti, l'intesa fra i musicisti
rendono "Pianocorde" un valido prodotto. L'attenzione al dettaglio, al particolare
contribuiscono, infatti, a distinguere e far riconoscere un disco come questo da tanta
produzione di musica "in serie", legata agli stereotipi, ai clichè.
Gianni B.Montano per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 27/08/2010
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