Sono quelle linguette che si applicano all'imboccatura
e che, vibrando al passaggio dell'aria emettono il suono.
Figura 8
Sono ricavate dai fusti di una pianta erbacea chiamata
Arundo Donax
la quale per colore e forma ricorda molto il bambù.
Le sue dimensioni sono ragguardevoli in quanto può arrivare ai 7
metri di altezza con fusti del diametro di oltre 3 cm.
Questa è una pianta che cresce in diverse parti del mondo ma la
qualità migliore, almeno ai fini della costruzione delle ance, è
quella che cresce nella regione di VAR, nel sud della Francia, dove
prospera spontaneamente grazie alle condizioni climatiche a lei
favorevoli.
A questo punto è veramente curioso notare come uno strumento così
moderno e tecnologicamente evoluto sia legato ad un componente così
mutevole e, sotto certi aspetti, poco affidabile, ovvero una pianta !
! !
Anche la canna infatti, come tutte le piante, risente delle mutazioni
climatiche ; vi sono annate buone ed annate pessime, come il vino, e
questo si ripercuote inevitabilmente sulla qualità delle ance messe
in circolazione.
Proprio per questo, oltre che per far fronte alla crescente richiesta,
da alcuni anni si è riusciti a creare delle coltivazioni intensive
nelle quali il prodotto viene controllato da esperti al fine
standardizzare al massimo la qualità della materia prima.
Questo a reso possibile anche la creazione di piantagioni in diverse
aree del globo permettendo così alle ditte di avere una produzione
quantitativamente costante per tutto lanno
La pianta impiega dai 15 ai 20 anni per giungere al giusto grado di
maturazione dopo di che viene messa ad essiccare al sole per diversi
mesi, finché non è pronta per essere lavorata.
I fusti vengono tagliati in parti di 1.80 metri circa e nuovamente
messi ad essiccare al sole per molte settimane, dopo di ché vengono
selezionati in base al diametro
Si è tentato di accelerare il processo di essiccazione ponendo le
piante in essiccatoi artificiali ma con scarsi risultati.
A questo punto per i fusti inizia la lavorazione vera e propria.
In funzione del diametro e, quindi, dellutilizzo al quale saranno
destinati ( i diametri maggiori verranno usati per il sassofono, gli
altri per clarinetto, oboe etc.) vengono tagliati in pezzi di
lunghezza definita, divisi in 4 parti le quali vengono poi spianate
internamente.
Dopo di ché si effettua la sagomatura del profilo superiore ed il
taglio sulla punta, anchesso sagomato, per poi passare alla
classificazione in funzione della durezza e al confezionamento.
Ovviamente vengono eseguiti prelievi casuali di ance durante il ciclo
produttivo, che vengono testate da musicisti adibiti a questo compito,
per controllare lo standard qualitativo.
Negli ultimi anni, sono entrate in commercio delle ance di plastica le
quali hanno il pregio di rimanere costanti nel rendimento per lungo
tempo non essendo soggette a sfibramento o cedimento ma, per contro,
emettono un suono che i più ritengono poco dinamico e troppo aspro e
violento.
Le ditte più diffuse sono Rico, Lavoz, Selmer,
Vandoren.
Tra queste le prime due sono più usate da musicisti di estrazione
jazzistica o leggera, mentre Selmer e Vandoren, in virtù di un suono
più tondo, vengono predilette da musicisti classici.
Interessante il modello Plasticover della Rico, la quale ha rivestito
con una sostanza plastica la tradizionale ancia di canna migliorandone
così la durata nel tempo e donandole un suono più brillante.
Vengono classificate da 1 a 5 con incrementi di 1/2 grado dove il
grado 1 rappresenta il tipo più morbido.
Solo la ditta La Voz usa gli aggettivi "soft","
med-soft" etc. fino ad "hard", dove "sofà"
equivale ad un grado 1.5 così via mezzo grado per volta.
A proposito delle prestazioni di una ancia c'è da dire che,
considerando che in una scatola di 10 ance se ne trovano mediamente
due o tre con prestazioni soddisfacenti, ci si trova spesso a dover
intervenire personalmente per tentare di migliorare la risposta di
quelle sette-otto rimanenti che non suonano (considerando quanto
costano!!).
Nella fattispecie se l'ancia risulterà morbida o esausta si può
tentare di migliorarla effettuando un taglio sulla punta con
l'apposito taglia-ance. (fig.9a)
Nel caso in cui sia troppo rigida si può tentare di alleggerirla
asportando materiale dalla parte interna, (la Tavola), sfregando lancia
su di un pezzo di carta abrasiva molto fine a sua volta disteso su di
una superficie perfettamente piana.
Attenzione perché la punta dellancia tenderà ad assottigliarsi
molto più rapidamente del resto della tavola.
Se troppo dura nellemissione
delle basse si interverrà sulla spalla e sulla spina, asportando
pochissimo materiale per volta con un coltello ben affilato od il
solito pezzo di carta abrasiva, donandole quindi più elasticità. (fig,9b)
Agire invece sui bordi della spina per tentare di migliorare il timbro
o nel caso in cui l'ancia "fischi", anche se questa
operazione è un po più rischiosa delle altre. (fig. 9c)
A
B
C
Figura 9
Informazioni molto più dettagliate si possono trovare nel capitolo
dedicato alla preparazione delle ance del sito Saxgourmet
Lancia va montata sullimboccatura, poggiata sulla
"tavola" e fissata con la "legatura".
Questa è una operazione che va fatta con estrema cura ed
attenzione in quanto un errato posizionamento influisce negativamente
sullemissione e sul timbro.
A tal fine centriamo perfettamente lancia sul "piano"
dopodiché ne allineiamo con cura la punta con quella dellimboccatura.
Anche la posizione della legatura sembra rivestire una sua importanza
riguardo al suono, tantè che ne esistono vari tipi : di metallo a
due viti (il più diffuso), di metallo ad una vite (Ottolink, Colletto),
di
nylon (Rowner) per arrivare addirittura allo spago, sì il semplice
spago, secondo la scuola tedesca (soprattutto però tra i
clarinettisti).
Limportante comunque è che la legatura assicuri saldamente lancia
allimboccatura, evitando che questa si sposti nel suonare e facendo
in modo che non vi sia aria tra la tavola dellancia ed il piano dappoggio.
A proposito del "piano" cè da dire che a volte questo
non sempre è veramente e perfettamente "piano".
Questo fa sì che stringendo la legatura troppo forte lancia
subisca delle torsioni o deformazioni che ne compromettono lefficienza
:come si dice a volte "non riusciamo a trovare lancia
giusta" ! !
In questo caso quindi non è colpa della solita scatola di ance
"fesse" ma dellimboccatura, e questo accade il più delle
volte con quelle di ebanite.
In questi casi urge correggere il "piano" posizionando il
bocchino su una superficie perfettamente levigata e rettificata
sulla quale avremo fissato un pezzo di carta vetrata di grana molto
fine (360-380).
Sfregando il "piano" dellimboccatura sul piano di
rettifica otterremo il nostro scopo. Ma attenzione:
asportare il materiale minimo indispensabile
altrimenti andremo ad alterare la curva e lapertura dellimboccatura.
Non è detto che sia un male solo che è una operazione talmente
delicata che nel 99% dei casi si butta via tutto, (esperienza personale!!!) tantè che esistono liutai specializzati per questo tipo di
compito.
Per lo stesso motivo sconsiglio vivamente di toccare i baffi o la
punta dellimboccatura.
Per riassumere un po la dipendenza che esiste tra ancia ed
imboccatura lo schema sottostante mostra graficamente il grado di
fatica necessario (in via del tutto generale, ovviamente) per emettere
un suono con le diverse combinazioni apertura-grado di durezza
dell'ancia:
Figura 12
Le zone più scure indicano una imboccatura nel complesso faticosa
da sostenere mentre, al contrario, le zone chiare una imboccatura
molto morbida e leggera.
La zona centrale bordata in neretto indica le combinazioni più
comunemente usate, quella a sinistra con la sigla PR le combinazioni
consigliate per il principiante.
L'imboccatura, come abbiamo visto, è molto variabile per materiali,
apertura e tipo e grado di ancia usati ma è variabile, in quanto
soggettivo, anche il modo di imboccare, ovvero il modo di disporre i
denti, le labbra su di essa ed è per questo che la stessa imboccatura
montata sullo stesso strumento, suonata da musicisti diversi spesso da
anche risultati sensibilmente diversi.
Vi sono però, ovviamente, delle regole di massima che andrebbero
rispettate per emettere correttamente ed in modo intonato.
I denti superiori sul bocchino, ad una profondità variabile dalla
conformazione del labbro nonché dal tipo di sax suonato, hanno
funzione di supporto e punto di appoggio per il movimento dei denti e
del labbro inferiori.
I denti inferiori sotto il labbro e questo a contatto dell'ancia
esercitano una certa pressione adagiando l'ancia stessa sulla curva
del imboccatura.
Da questa pressione dipende, in gran parte, l'intonazione della nota
emessa mentre dalla posizione del labbro dipende, in buona misura la
qualità del timbro.
Il labbro superiore copre i denti superiori.
La lingua tenuta in posizione di riposo, a volte ritratta all'indietro
per emettere alcune note, viene usata per eseguire lo staccato.
Le guance non vanno gonfiate durante l'emissione ma vanno tenute
rigide come pure i muscoli facciali.
Il segreto di un buon suono risiede, per quello che riguarda il
fattore soggettivo (per fattore soggettivo intendo l'impostazione del
musicista mentre per fattore oggettivo intendo in pratica i materiali,
ovvero tipo di imboccatura, di ancia, qualità dello strumento etc.),
risiede dicevamo sostanzialmente nel modo di usare i denti ed il
labbro inferiori, e in una corretta respirazione.
Stringendo l'ancia si tende a far salire l'intonazione della nota
mentre allentando la pressione la nota tende a scendere.
Ciò è spiegato dal fatto che, stringendo o allentando, noi variamo
la porzione dancia libera di vibrare.
Nella fattispecie stringendo facilitiamo lemissione delle note
acute perché, adagiando lancia sulla curva, ne rimane libera una
parte più piccola la quale, di conseguenza, vibra più velocemente (Fig.
14a).
Per le note basse, invece, dovremo mollare, lasciando libera una
porzione dancia più ampia ; quello che ci serve per emettere
frequenze più basse e mettere quindi in movimento laria dellintero
strumento (fig. 14b).
A : nota
acuta
B : nota bassa
Fig. 14
Questo continuo susseguirsi di flessioni e rilasci, unito allassorbimento
della saliva e dellacqua di condensa che si forma nellimboccatura
è causa del cedimento dellancia per cui man mano che si suona
questa si sfibra sempre più, perdendo elasticità ed ammorbidendosi.
A tal proposito è consigliabile smontare lancia dopo ogni
utilizzo, asciugandola e lavandola, non solo per motivi igienici ma
anche perché i batteri presenti nella bocca sono una delle cause del
deterioramento dellancia stessa.
E a questo inconveniente che ha tentato di porre rimedio la BARI,
commercializzando un tipo di ancia completamente in plastica, la quale
ha però i difetti già detti in precedenza.
Le Plasticover della Rico invece sono solo di poco più elastiche
delle ance di canna nuda, ma hanno il grande vantaggio che, essendo
ricoperte da una pellicola di plastica, non assorbono liquidi, durando
più a lungo.
Per quel che riguarda il labbro, questo va tenuto in posizione
naturale, quindi non rientrato ne fuoriuscente, teso ma non allo spasmo, se non nell'emissione di particolari note.
Tenere il labbro teso è un fatto fondamentale per la qualità del
suono.
Questo perché con il labbro teso si controlla meglio la forza
applicata allancia e si definisce con più precisione il punto dal
quale lancia è libera di vibrare.
Questo andirivieni dei denti e del labbro inferiori permette di
correggere le imprecisioni di intonazione che normalmente qli
strumenti hanno ma è anche essenziale per ottenere un buon timbro per
cui sulle note basse cercheremo di lasciar vibrare l'ancia togliendo
pressione, altrimenti ci verrebbero crescenti e "fesse",
ovvero sporche dei cosiddetti "suoni armonici" (che, in
questo caso, sono indesiderati perché troppo vicini alla nota
fondamentale) comunque mai allentando la tensione del labbro
(nell'errata convinzione che sia più facile emetterle), mentre sulle
acute aumenteremo la pressione (altrimenti ci verrebbero calanti e
sporche) per ottenere un suono più nitido ed intonato.
In realtà nella formazione del suono intervengono anche degli
impercettibili movimenti dei denti inferiori, i quali avanzano
nellesecuzione delle note acute e retrocedono in quelle basse
accompagnando ed integrando la pressione dei muscoli facciali di cui
detto poco sopra.
Comunque sia tutti questi movimenti e tutte queste variazioni di
pressione sono quelle che fanno si che il principiante, ma anche, in
proporzioni diverse, il professionista, possa accusare dopo un certo
periodo di tempo indolenzimento del labbro e della mandibola.
Tutto ciò è, in un certo senso, inevitabile ma è ovvio che,
trattandosi in qualche modo di uno sforzo fisico, anche qui, come
nello sport, più si è allenati (e quindi più si studia e si suona)
e più resistenza si avrà.
E' superfluo ricordare che utilizzando una imboccatura leggera si
effettua meno fatica, a discapito però della qualità del suono.
Anche qui è una ricerca di equilibrio!!
Al termine di questo discorso c'è da dire che esiste una certa
differenza tra l'impostazione jazzistica e quella classica, in tema di
imboccatura.
Ciò è dovuto alla differente concezione del suono, del timbro e
questo si concretizza in un modo leggermente diverso di imboccare lo
strumento.
L'impostazione sopra descritta è quella jazzistica, mirata cioè ad
ottenere un suono ricco di armoniche sulle basse, compresso e
brillante sugli acuti, ma porta insiti dentro di se alcuni limiti che
possono manifestarsi nell'esecuzione di certi passaggi.
Di questo aspetto molto specifico ma importante per tutti coloro che,
come me, aspirano a potersi considerare musicisti a 360 gradi, mi
ripropongo di parlare al più presto in un articolo a parte. |