Marcus Miller - Renaissance
Auditorium Parco della Musica – Sala Sinopoli, Roma – Giovedì 26 Aprile 2012
di Daniele Camerlengo
foto Musacchio & Ianniello
Marcus
Miller voce, basso elettrico, clarinetto basso
Alex Han sassofono
Maurice Brown tromba
Adam Agati chitarra
Kris Bowers pianoforte e tastiere
Louis Cato batteria
La temperatura d'attesa riscalda e percorre l'intera Sala Sinopoli, un brusio
insistente che gradualmente fa sentire le sue pulsioni. Una luce gentile, riposa
e prepara il gremito auditorio all'ebbrezza straripante dell'esperienza musicale
e lui, nella gigantografia, veglia ghignante con il suo basso, foriero di rinascite
e fioriture sonore. Con Renaissance, titolo del nuovo album in uscita in
questo mese,
Marcus Miller vuole disegnare un percorso di cambiamento e di
distrazione dal contesto transitivo che si vive nella sua Brooklyn, luogo dove divina
e partorisce le sue meravigliose composizioni. Tutto ciò, supportato dai suoi giovani
amici e compagni di musica, straordinarie menti creative, che vivono insieme a lui
una rimarchevole esperienza di crescita artistica, rivitalizzandosi a vicenda e
vivendo le emozioni sane della musica.
Molti jazzmen dovrebbero imitare questo incontro
generazionale che, Miles Docet, dovrebbe rinvigorire il contesto giovanile-talentuoso
internazionale e dare spazio a nuovi approcci e modi di intendere questo luminoso
linguaggio. Gli applausi aumentano di intensità, la band sale sul palco ed è boato!
Il volume di suono avvolge e trascina, il groove del duo Miller-Cato è pauroso,
si stenta a rimanere seduti. Il calore emozionale sale e il messaggio compositivo
è saturo del cangiante cromatismo che solo la black music sa dare. Le stanze funk,
soul, jazz, reggae, hip hop si mescolano a dovere trasmettendo la loro energia che
rapisce senza tregua alcuna. I pezzi seguono ininterrotti, da Mr. Clean di
Freddie Hubbard a Redemption e Jackyll & Hide, dove repentini
cambi ritmici e illuminanti soluzioni solistiche amplificano la bellezza dell'impatto
sonoro. Formidabili le loro "combine responsoriali", giocose improvvisazioni divertenti,
che, oltre a concedere massima libertà di espressione, evidenziano quella danza
del corpo che potenzia la relazione empatica e tiene alta la tensione. Nel finale
una geniale rivisitazione ritmica di Tutu lascia spazio a malinconiche e
care rimembranze. Nel finale il sorriso luccicante di Miller è tutto. Ringrazia
Roma e la sua gente con molto affetto e nel bis regala uno dei suoi più grandi successi:
Blast.
27/08/2011 | Umbria Jazz 2011: "I jazzisti italiani hanno reso omaggio alla celebrazione dei 150 anni dall'Unità di Italia eseguendo e reinterpretando l'Inno di Mameli che a seconda dei musicisti è stato reso malinconico e intenso, inconsueto, giocoso, dissacrante, swingante con armonizzazione libera, in "crescendo" drammatico, in forma iniziale d'intensa "ballad", in fascinosa progressione dinamica da "sospesa" a frenetica e swingante, jazzistico allo stato puro, destrutturato...Speriamo che questi "Inni nazionali in Jazz" siano pubblicati e non rimangano celati perchè vale davvero la pena ascoltarli e riascoltarli." (di Daniela Floris, foto di Daniela Crevena) |
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Data pubblicazione: 24/06/2012
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