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"Prime lacrime" e il ricordo di Kramer
Gianni Coscia a Métronome
2 maggio 2004 - MONTONE (Perugia)
di Marcello Migliosi

photo by Marcello Migliosi

«"Prime lacrime" è il vero testamento spirituale di Gorni Kramer, e quando voglio suonare qualche cosa per ricordare il grande "organettista" di Rivarolo, suono "Prime Lacrime".»

photo by Marcello MigliosiGianni Coscia, sul palco del teatro Comunale di Montone in Umbria, nell'ambito del 14esimo cartellone de "Métronome", era sull'orlo della commozione nel ricordare il "maestro" della fisarmonica. «Prime Lacrime – ha detto nella sua guida all'ascolto - è un brano composto da Kramer nel 1937, un suo personale tributo a Duke Ellington». Certo l'arrangiamento di Coscia è cosa diversa dalla scrittura di quel tempo, ma "filologicamente" il brano non si discosta, è caldo, profondo e supportato da "pedali" dei bassi ostinati e a volte anche dissonanti.

«Non lo conoscevo – spiega Coscia, riferendosi al brando di Kramer -, ma trovai una piccola partitura e l'ho arrangiata per orchestra. La suonai e la cosa lasciò il segno nel cuore del Maestro». Era il lontano 1991 e Gorni Kramer era a Milano, stava morendo, e la Rai decise di dedicargli una serata, un intero contenitore dedicato ad uno degli esponenti più grandi che il jazz italiano abbia mai avuto.

Gianni Coscia, il suo concerto sul palco di Métronome – l'international music festival di Marco Sarti – l'aveva aperto con un intenso "
Ritratto a mio padre" e poi i tanghi, come li definisce ironicamente lui, "Mitteleuropei", che si ispirano a Gianluigi Trovesi e Laura Minetti. Coscia ha anche detto di «non suonare più Astor Piazzola perché lo suonano tutti e di preferire le sue composizioni che – ha aggiunto – sono piaciute ad un altro argentino doc, Dino Saluzzi di Campo Santa. Soprattutto le soluzioni con orchestra».

Sempre sua anche "Un mattino di maggio", brano scritto per festeggiare la nascita di uno dei suoi figli. Con la sua "Castagnari" a bottoni, esclusivamente costruita per lui a Castelfidardo, Gianni Coscia ha proposto una ispirata "Stardust", con un "mantice" morbido e sofferto. Un piccolo tributo a Edward Kennedy "Duke" Ellington, Coscia lo ha voluto fare ed è stato dunque il tempo di "Sophisticated Lady", "Satin Doll" e "In my solitude".

photo by Marcello Migliosiphoto by Marcello Migliosiphoto by Marcello Migliosi

Al musicista di Rivarolo Mantovano, il nostro, ha regalato un tributo di rara raffinatezza espressiva: "La mia donna si chiama desiderio", "Un bacio a mezzanotte" e "Crapa Pelada". Swing. Medium, shuffle, samba e bossa, un po' di tutto – persino una versione deliziosa di Yesterday dei Beatles -, Gianni Coscia – a settantatré anni compiuti – non perde un colpo e promette ancora produzioni di prestigio, oltre alle collaborazioni preziose con Gianluigi Trovesi "Radici", ora sta preparando un altro lavoro per l'etichetta Ecm e, a giugno, uscirà "Tributo a Kramer" realizzato insieme a Renato Sellani.

 






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Data pubblicazione: 28/06/2004

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