Curva Minore Mediterraneo Jazz Rassegna di Musica Itinerante 18-21 agosto, Parco archeologico di Selinunte. 26-27 agosto, Museo Riso, Palermo. Da un'idea di Lelio Giannetto di Vincenzo Fugaldi
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Se la vita terrena di Lelio Giannetto, infaticabile agitatore culturale
siciliano, creatore di mondi musicali, si è dolorosamente spenta lo scorso dicembre,
il suo sogno continua a camminare sulle spalle della moglie Valeria e dei figli
Gabriele e Luca. Il progetto di Lelio, che in lunghi anni di attività ha reso la
Sicilia uno dei punti di riferimento internazionali per la musica improvvisata,
prosegue, e proseguirà. Così l'attività di Curva Minore, dopo altri eventi, ha trovato
collocazione all'interno del Parco archeologico di Selinunte, per una prima
sezione di "Mediterraneo Jazz. Rassegna di musica itinerante". I concerti
e le performance si sono succeduti all'interno del Baglio Florio e nella
suggestiva cornice del Tempio E, per quattro serate seguite da un pubblico
folto, attento e caloroso. Il tema principale della sezione era il progetto di
Sebastian Gramss "BassMasse Sizilien", già più volte realizzato in
varie località dell'isola.
Il 18 agosto le prime note sono toccate al pianista
siciliano, da lungo tempo attivo a Bologna, Fabrizio Puglisi. Chi ha avuto
la fortuna di assistere ad uno dei suoi "Solo for piano and toys" sa quale magia
scaturisca dalla sua fervida fantasia, dalla sua anima bambina e gentile, dalla
sua tecnica mai ostentata. Fabrizio utilizza innumerevoli giocattolini sonori, alcuni
semoventi, toy pianos, creando un'atmosfera che a qualcuno potrebbe ricordare
una famosa sequenza di Blade Runner, ma senza quella tensione, invece con
un intento leggero, un po' misterioso forse, ma che cattura sin dall'inizio. Il
piano preparato viene suonato soprattutto all'interno, creando atmosfere e ritmi,
ma quando le dita si posano sui tasti traspare tutta l'anima melodica e la strepitosa
tecnica di Puglisi, una vena che emerge a tratti per poi tornare al gioco, all'estrosità,
sino a creare una sorta di strampalato hip hop meccanico.
Puglisi è quindi tornato sul palco insieme al contrabbassista Sebastian Gramss
(tedesco, docente a Colonia, ideatore del progetto BassMasse) e al trombonista
Wolter Wierbos. Wierbos, olandese, è un mitico componente della ICP, uno
dei più validi improvvisatori europei. Il set, ove nulla era preordinato, è stato
dominato dalla grande personalità del contrabbassista, ma gli altri si sono empaticamente
uniti all'accadere musicale, con Wierbos che sfoggiava un fraseggio caldo e travolgente,
e Puglisi che suonava in modo completamente differente dal suo set solitario. Brandelli
melodici, sordine, sfregamenti, suoni corposi: tutta una gamma di possibilità si
sono incrociate nel set del trio, persino walking armonici, sfumature ellingtoniane,
archettati, rumoretti caricaturali del trombone smontato, in costante interazione,
ascolto reciproco, vicendevole risposta agli stimoli.
La seconda serata è iniziata con "Alti & bassi –
Duo più duo Sicilia/Germania", con i violini di Gunda Gottschalk e
Alessandro Librio e i contrabbassi di Sebastian Gramss e Giuseppe
Guarrella. Un flusso sonoro piuttosto basato sul pianissimo, nel quale gli archetti
hanno giocato un ruolo determinante. La SIO – Sicilian Improvisers Orchestra,
l'ensemble tutto siciliano creato da Lelio Giannetto, in una formazione di nove
elementi (Domenico Sabella, Giuseppe Guarrella, Alessandro Librio, Eva Geraci, Benedetto
Basile, Marcello Cinà, Beppe Viola, Giuseppe Greco, Gandolfo Pagano), diretta da
Benedetto Basile con dei procedimenti tipici della conduction, ha
eseguito alcune belle composizioni di Lelio Giannetto, che raccontavano in breve
le sue multiformi esperienze musicali, le sue fonti di ispirazione. Tra primo novecento
e atmosfere circensi, progressive rock degli anni Settanta, barocco, rock delle
chitarre distorte, e tanto altro. Una scrittura sapida e felice, ricca di contrappunti
e di momenti solistici. L'ensemble si è successivamente ampliato, per un'improvvisazione
collettiva denominata Concerto grosso, a Puglisi, Gottschalk, Wierbos, Carl Ludwig
Hübsch e Gramss. Finale su un inatteso, divertente swing.
La terza serata ha visto
l'incontro tra due fuoriclasse dell'improvvisazione, entrambi tedeschi, Gramss
e Hübsch. Contrabbasso e basso tuba in un set improvvisato ad alta tensione
emotiva, con il basso tuba utilizzato in maniera anticonvenzionale con lo sfregamento
di una latta sui bordi e percosso, mentre il contrabbasso veniva utilizzato in maniera
altrettanto anticonvenzionale, in funzione rumoristica, talvolta con suoni appena
percepibili. Successivamente sul palco la "Iperbolic Super Band": ancora Hübsch
con Domenico Sabella (batteria), Wierbos (trombone), Gabriele Mitelli
(tromba), Marco Marotta (tenore e soprano), Tommaso Miranda (baritono).
Energia, moderazione, un incedere che appariva quasi preordinato, grazie alla lunga
esperienza improvvisativa di ciascuno. La presenza dei fiati rendeva il set vario
e dinamico, mentre la solida presenza ritmica di Sabella creava diversi momenti
di coinvolgimento, anche mediante l'uso della voce, consentendo ai vari solisti
di esprimersi al meglio, in particolare al trombone di Wierbos e alla cornetta e
alla pocket trumpet di Mitelli.
La chiusura di questa parte della rassegna si è avviata
con la performance ambientale "I suoni del tramonto". Una ventina i musicisti
coinvolti, tanti strumenti diversi, per una suggestiva foresta di microsuoni negli
spazi intorno al Tempio E, con il pubblico e i visitatori che si aggiravano silenziosi
e incantati. Poi, all'ora del tramonto, tutti gli artisti si sono spostati all'interno
del tempio per l'esecuzione di un crescendo e un diminuendo di una nota all'unisono,
accompagnando così il calare del sole.
Un breve solo di contrabbasso di Sebastian Gramss ha aperto la serata al
Baglio Florio, e prima l'artista ha voluto dedicare alcune parole e il suo
concerto alla memoria di Lelio Giannetto. Un suono caratterizzato inizialmente dall'uso
dell'archetto, solenne e meditativo, per poi passare a momenti tecnicamente atipici,
con armonici e sfregamenti. Dopo Gramss, un quartetto di contrabbassi guidato da
Giuseppe Guarrella, con Marko Bonarius, Pietro Elia Barcellona
e Mauro Cottone, e poi ancora Gramss con il suo progetto "BassMasse Sizilien",
per otto strumenti, una intensa e austera performance che ha visto il progressivo
comparire di strutture prestabilite, di una sorta di riff all'unisono che andava
man mano velocizzandosi, di armoniosi archettati, per lasciare spazio alla voce
recitante di Giuseppe Guarrella, nell'interpretazione di un testo poetico
di Giannetto. In questo e in altri momenti della rassegna sovente i musicisti si
sono allontanati dal palco per sfruttare le possibilità acustiche offerte dal
Baglio Florio, suonando in mezzo al pubblico o sotto il porticato. Dopo l'ottetto,
condotta da Carl Ludwig Hübsch, una lotteria ha affidato al pubblico l'estrazione
a sorte dei musicisti che si sarebbero esibiti in alcune formazioni improvvisate.
Così si sono ascoltati trii e quartetti variamente assortiti, con cinque minuti
a disposizione per ciascuna formazione. Tra gli abbinamenti più riusciti, il trio
con lo stesso Hübsch, che ha scelto di utilizzare la voce anziché il basso tuba.
***
La seconda sezione della rassegna si è tenuta all'interno del Museo Riso,
nella centrale via Vittorio Emanuele a Palermo. In Sicilia per la terza volta, grazie
a Curva Minore, i Roots Magic sono uno dei gruppi più interessanti del jazz
italiano degli anni recenti. Attivo dal 2013, con tre ottimi album per l'etichetta
portoghese Clean Feed, il quartetto si propone di recuperare e attualizzare
brani della tradizione del blues, insieme alle opere di alcuni tra i jazzisti più
creativi purtroppo talvolta pressoché dimenticati. I Roots Magic sono: Errico
De Fabritiis (alto, baritono, armonica); Alberto Popolla (clarinetto,
clarinetto basso); Gianfranco Tedeschi (contrabbasso); Fabrizio Spera
(batteria e percussioni). Nell'ampio spazio all'aperto del museo, il gruppo, che
ha dedicato il concerto a Lelio Giannetto, ha spaziato nel suo interessante, vario
e bel repertorio interpretando i brani con la consueta perizia e un profondo senso
del blues, con l'affiatatissima ritmica e gli impasti tra i fiati, con assolo calibrati,
concentrati, essenziali. Arrangiamenti perfettamente riusciti di brani come Last
Kind Words, blues del 1931 della semisconosciuta Geeshie Wiley, Devil Got
My Woman di Skip James (1929), ma anche di November Cotton Flower di
Marion Brown e Humility In The Light Of The Creator di Kalaparusha Maurice
McIntyre e brani originali di recente composizione, che ben si amalgamavano con
il repertorio tradizionale e con quello dei protagonisti degli anni 60 e 70.
La seconda serata al Museo Riso, all'interno della Sala Kounellis, è stata dominata
dal contrabbasso. O meglio dai contrabbassi, fino a otto insieme. A dirigere il
tutto, l'artista tedesco Sebastian Gramss, già protagonista delle serate
selinuntine e di altri eventi in Sicilia in passato, sempre per Curva Minore.
Dopo un set in solo interamente dedicato al ricordo di Lelio, con due brani, il
primo in un pizzicato che mostrava tutta la tecnica adamantina di Gramss e il secondo
con l'archetto più astratto e informale, una "Bass Roulette", con delle piccole
formazioni estratte a sorte, nell'ordine: un trio con Willehad Grafenhorst,
Gianfranco Tedeschi e Giuseppe Guarrella, uno con Pier Paolo Alberghini,
Filippo Cuti e Marko Bonarius e un duo tra Gramss e Valerio
Mirone. Tutti insieme infine gli otto strumenti per il progetto speciale "BassMasse
Sizilien", iniziato con un inatteso strisciare degli strumenti sul pavimento,
sul quale venivano anche battuti ritmicamente, per poi passare all'uso degli archetti
che creavano degli intensi glissati, poi degli armonici, per lasciare spazio a un
sapido riff collettivo che veniva man mano accelerato, rallentato, reso via via
più complicato, con un effetto estremamente coinvolgente. Un ritorno all'uso degli
archetti per una sorta di astratta melodia, per arrivare al climax di un trascinante
riff collettivo finale. Per bis, una improvvisazione ha fatto da sfondo alla declamazione
di un brano dallo spettacolo di Lelio Giannetto "Il contrabbasso parlante",
affidato alla voce recitante di Giuseppe Guarrella.