John Scofield Quartet
13 Luglio 2005 – Arena del Castello – Barletta
di Alceste Ayroldi
John Scofield chitarra
Dennis Irwin contrabbasso
Bill Stewart batteria
Chris Potter tenor sax
Le condizioni metereologiche non hanno certo favorito l'evento che ha aperto l'edizione 2005 del
Barletta Jazz Festival. Le bizze del cielo e l'aria piuttosto frizzante non hanno consentito di gremire l'incantevole arena del castello federiciano, fiore all'occhiello della cittadina del nord barese. Eppure sul palco si esibisce una leggenda vivente: John Scofield, accompagnato da una eccellente sessione ritmica formata da
Dennis Irwin al contrabbasso e Bill Stewart alla batteria e con una guest del calibro di Chris Potter al tenore. Purtroppo, però, diversi sono i posti che rimangono desolatamente vuoti.
Dopo l'oramai consueta presentazione del festival, viene introdotto l'atteso quartetto. Sale sul palco Scofield accompagnato da sentiti applausi che, ovviamente, coinvolgono l'intero ensemble.
Il leader è con la "sua" Ibanez e dopo aver ringraziato il pubblico attacca con le note di Groove Elation. Nelle prime battute il chitarrista appare in difficoltà: non trova subito il giusto suono e l'effetto distorsivo, l'impaccio si avverte tutto. Forse a causa dell'amplificazione che, inizialmente, non appare
adeguato ad ogni singolo strumento, eccezion fatta per il sassofono di Potter che si produce in un primo avvolgente solo.
L'esecuzione di Out like a light accende il leader che fa sentire tutto il suono della sua voce accompagnato dal
groove del contrabbasso di Irwin che però resta uditivamente troppo lontano rispetto agli altri strumenti, troppo coperto e ciò a causa di errate misure di sonorizzazione. Tutto ciò nonostante il robusto ed appassionato assolo in cui si produce il canuto musicista dell'Alabama.
Forse complice l'incremento metronomico ma le negatività acustiche sembrano attenuarsi. Emerge la vigoria di
Stewart che guida le sue bacchette in perlustrazioni di forte impatto emotivo.
L'amore di Scofield per il blues traspare tutto dall'omaggio al grande Ray Charles, tratto dal suo ultimo lavoro discografico. La poetica di Georgia On My Mind è racchiusa tutta nell'intro di chitarra solo e nella ripresa finale.
Poi con Over Big Top si assapora tutta la possanza elettrica del leader ed il suo spessore fusion. La sua abilità a mescolare strutture differenti. Di pregevole fattura il suo dialogo con
Potter che riesce a sviluppare in senso modale le note più caldamente aspre della chitarra.
Stewart incanta con un solo virile e di particolare intensità ritmica.
Scivola velocemente il concerto, fin troppo. E si giunge al bis con una ballad che è la giusta passerella del quartetto. Un tema pervaso da un alone sfuggente e gentile e dal nitido spessore contenutistico.
Scofield conferma tutto il suo valore, la sua attenzione ai contenuti ed alla ricerca. La voglia di rischiare in avventure armonico-melodiche dal sapore
hard. Irwin e le sue incursioni poco udibili, come già detto non per sua colpa, la sua cavata intensa e creativa; il drumming muscolare di
Stewart e le sue piacevolmente invadenti scionte armoniche; i polmoni eretti di
Potter che animano ed infiammano le note, sono il giusto corollario alla forza mai doma del chitarrista dell'Ohio.
Scofield ed i suoi compagni salutano e vanno via. A noi rimane un po' di amaro in bocca.