Omer Avital, Jason Lindner, Jeff Ballard
trio sabato 12 febbraio 2010 Teatro Apollo Mogliano (MC)
di Viviana Falcioni foto di Andrea Feliziani
Jason Lindner - piano
Omer Avital - contrabbasso
Jeff Ballard - batteria
Concerto imperdibile al teatro Apollo di Mogliano, organizzato da "TAM Tutta
un'Altra Musica" e "Musicamdo Jazz" e inserito nel vastissimo cartellone di Marche
Jazz Network. La presentazione, ad un pubblico curioso di ascoltare un trio tra
i più interessanti degli ultimi anni, è affidata al versatile direttore artistico
Giambattista Tofoni.
I musicisti-leaders vengono accolti al loro ingresso da
generosi applausi, ha inizio il concerto, anzi no: Jason si alza e frettolosamente
si guarda attorno poi, facendo sfoggio di un simpatico codino, mostra le spalle
al pubblico e se ne esce di scena. Grande stupore sui volti dei compagni che lo
seguono con sguardi interrogativi ammiccando battute divertenti al pubblico; ma
lo show è di breve durata, ecco rientrare il giovanissimo Lindner con un voluminoso
fascio di fogli e partiture, prendendo posto nuovamente al pianoforte.
Dopo il curioso "fuori programma", inizia il concerto e Jeff Ballard ci invita,
già dal primo brano, ad un ritmo eccitante del suo piatto al centro di una sfavillante
Pearl, mentre Jason Lindner ci delizia con una griglia di accordi e frasi
velocissime all'insegna di un pianismo fresco e intelligente. Poco più che ventenne
Jason è già al centro dell'attenzione nella scena jazz newyorkese. Parte integrante
e vitale di numerosi gruppi e interessanti progetti è costantemente alla ricerca
di nuove espressioni musicali, oltre a ciò viene osannato dai critici della "Grande
Mela" nonché dai rappresentanti di alcune tra le più prestigiose etichette discografiche.
Con la sua Big Band ha registrato più volte il "sold out" allo Smalls, leggendario
jazz club del Greenwich Village.
Il pubblico è ancora stordito dall'impatto creativo del trio che già con una
originalissima introduzione del piano ci accompagna all'ascolto del secondo brano
in scaletta: una bellissima composizione di Lindner, note corpose del contrabbasso
con un caratteristico sound etnico ci avvolgono, mentre il drummer continua a sorprenderci
in assoli irripetibili.
Omer Avital, "A poet of the bass" come scrivono di lui, bassista
e compositore tra i più poliedrici ed innovativi della sua generazione, prende il
microfono per presentare i suoi compagni sovrastando il fragore degli applausi.
Le sue tante composizioni vanno da quelle per piccoli gruppi di jazz, alla musica
per orchestre, spaziando nella musica classica e ancora allo studio del complesso
sistema modale della musica classica araba Maqamat. A riprova di ciò, durante le
prove ha sfoderato un ritmo tipico mediorientale su struttura estremamente complessa
nella quale Ballard cerca di entrare ma con difficoltà. Avital inizia a percuotere
con le mani la cassa armonica del contrabbasso, ed accenna il ritmo aiutandosi anche
con la voce; tutto il drumset lo segue e poi il piano, percussivo anch'esso ad assecondare
un sound al fulmicotone.
Le introduzioni avanguardiste del trio, creano atmosfere sospese: corde pizzicate
del piano, il frusciare dei fogli sui martelletti, note "stirate" del contrabbasso,
il suono di piccoli strumentini, un tamburello e il vibrato dei suoi cimbali suona
aggrappato allo Hi-Hat per poi esaurire il suo compito. Ogni strumento ha modo di
sperimentare trame armoniche e sonorità originali, si arriva ad un tempo in 4/4
sostenuto dalla mano destra di Mr "Ballardrummerfly" che "vola" sui piatti
con maestria e precisione, tante idee del piano per un supporto stilistico estremamente
moderno.
E ancora ritmo sostenuto per questo incredibile trio, un interplay tanto naturale
da sembrare tutto scritto, non c'è "tempo" per soffermarsi e sbalordirsi perchè
i nostri sono pronti ad eseguire un nuovo brano sulla scia dei meritati applausi.
L'immagine della Pearl luccicante alla luce dei fari, che Ballard trasforma nel
più bel firmamento musicale, ci guida in una ipnotica visione: una straordinaria
scioltezza dei polsi, ginocchia libere in movimenti leggeri, mai forzati, solo splendidi
sorrisi che volteggiano tra le bacchette e i tom.
Scrivere in poche righe di uno dei più acclamati tra i batteristi jazz è arduo,
ricordiamo solo tra le tante collaborazioni il
Brad Mehldau
trio, Il Joshua Redman Elastic Band e con il Chic Corea group.
E' inoltre co-leader di "Fly", un eccellente progetto per trio con Mark Turner e
Larry Grenadier.
Il travolgente e adrenalinico "solo" di Ballard, ci ricorda che il concerto sta
volgendo al termine: nel bis ancora la batteria in primo piano in una creazione
estemporanea che, con il sostegno del già lodato lavoro pianistico e dalle belle
note rotonde del contrabbasso, sono il miglior finale di un concerto tra i migliori
ascoltati quest' anno. Non ci resta che assaporare queste ultime note in grande
libertà improvvisativa.