Un pioniere del pallone aerostatico: Eduardo Spelterini, pilota e fotografo svizzero
che, per passione, ha sfiorato le Alpi, attraversandole, e si è spinto fino in Egitto
e Sud Africa, così raccogliendo foto aeree di particolare interesse. Le Alpi furono
le prime ad essere superate dalla macchina volante eroicamente condotta dal misconosciuto
pilota.
Spelterini è il nome del quartetto italo-svizzero
ideato dal chitarrista Franz Hellmuller in combine con il bassista torinese
Stefano Risso nel 2008, complici le comuni frequentazioni didattiche prima
a Lucerna e poi a Siena. Tale empatia artistica è stata estesa al tenorista svizzero
Christoph Irniger ed all'italico batterista Dontato Stolfi.
Mai nome fu più azzeccato, visto che il sound che fuoriesce da "Un fratino
al mar" è mutevole come solo un viaggio in mongolfiera può esserlo. Fluttuante
tra tempestose e sferzanti onde sonore, cariche di energia elettrificata e passaggi
eterei, soffici, onirici, intramezzati da note lisergiche. Fatta eccezione per Stolfi,
tutti hanno apposto la loro firma per il lavoro licenziato dall'etichetta svizzera
Brambus.
Un'odissea musicale dagli accenti nordici e con tratti somatici contemporanei
(Un fratino al mar); ricca di ondivaghe sorprese che accennano alla cultura
urbana più secca (Bigi), senza tralasciare le note carezzevoli delle ballads
(Ballad of Eden), mai bagnate d'ovvietà, come Earth attorcigliata
su una dimensione simil free od anche nella conclusiva Pingu, dal
battito pop - rock.
Un'ottima prova collettiva, dalla quale emerge la voce del tenore di Irniger,
ben calibrata che fa coppia con i sussulti e le folate della chitarra di Hellmuller.
Risso dà buona prova strumentale ed anche compositiva. Stolfi, invece,
appare non armonicamente integrato.
Un progetto fresco e carico di ottime idee.
Alceste Ayroldi per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 02/05/2010
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