In accordo con il sentimento inscritto nel titolo di questo lavoro discografico,
Love Letters è un vero
atto d'amore per il jazz, per la forma del trio e infine (o anzitutto) per la chitarra.
Il lessico di queste "lettere" di
Moreno D'Onofrio,
quarantaquattrenne piemontese di lunga militanza sia nell'attività concertistica
che didattica, è stilisticamente molto legato alla grande stagione della chitarra
jazz fra gli anni '30 di Charlie Christian e gli anni '60 di Wes Montgomery.
Fra i dieci standard eseguiti dal trio, spiccano infatti svariati capisaldi
della storia di questo strumento: da "Body And Soul",
di cui vogliamo ricordare la versione di Jimmy Raney (1954), a "Oleo",
nel repertorio di grandi virtuosi come Grant Green, Joe Pass e Pat Martino.
Il brano d'apertura, "Sometime
Ago", in puro stile
Jim Hall,
ci fa fare immediatamente la conoscenza di uno strumentista impeccabile, dal timbro
ovattato e suadente; il gusto musicale, altissimo in ogni traccia, è preferito sempre
al virtuosismo. La chitarra di
Moreno D'Onofrio
è una Archtop fortemente "personalizzata" con un humbucking al manico (ulteriori
specifiche, per gli appassionati: corde Dogal tipo flatwound, cambiate con…parsimonia,
e amplificazione Polytone).
Come confermato poi anche da "All the things
you are", il gesto chitarristico di
D'Onofrio
è esaltato dai componimenti in tre tempi, che ne valorizzano la leggerezza quasi
danzante. Uno dei climax indiscutibili di un disco che non si smetterebbe mai d'ascoltare
è "Manha de carneval",
in cui l'aspetto ritmico prevalente ci mostra un lato di
D'Onofrio
altrove più in ombra; un'esecuzione esemplare, priva di vezzi, che piacerebbe al
Jim Hall
di Take Ten (1963).
Un poco nascosti da un missaggio penalizzante, il contrabbassista
Luciano Milanese
e il batterista Carlo Milanese sviluppano con il leader un'intesa preziosa,
e si riservano momenti solistici interessanti.
In conclusione, le Love Letters di
D'Onofrio
per la chitarra vengono inoltrate a un ascoltatore che condivide la passione per
la storia (e il mito) della sei corde nel jazz.
Luca Bandirali per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 22/06/2006
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