Intervista a Gianmarco Scaglia e Daniele Malvisi del Valdarno Jazz gennaio 2015 A cura di Alceste Ayroldi
click sulle foto per ingrandire
Rispettivamente, quali sono i vostri
compiti?
Dalla direzione artistica a quella organizzativa, amministrativa e gestionale.
Il Valdarno Jazz Festival ha già parecchi anni alle spalle.
Come nacque l'idea e chi furono i promotori?
Si unirono due piccole rassegne una operante nel comune di Montevarchi e l'altra
a Terranuova Bracciolini, gestite autonomamente e rispettivamente da noi due.
Come effettuate le scelte artistiche?
In vari modi, a volte ci sono dei day-off interessanti, altre volte da proposte
delle agenzie e altre ancora in base ai progetti che di volta in volta ci inviano
direttamente i musicisti.
Si è formato, nel tempo, uno staff e anche la collaborazione
con altre realtà associative locali. Sono state sinergie produttive?
La collaborazione con altre realtà è sempre un fatto positivo e da sempre ci prodighiamo
in tal senso, anche se non è sempre semplice avere rapporti duraturi con le altre
realtà culturali del territorio.
Il Valdarno si distingue anche per la produzione di progetti
esclusivi. Quale è il percorso che seguite in tal senso?
Qua entrano in gioco anche le richieste specifiche dei comuni, in quanto spingono
affinché le realtà artistiche locali vengano proiettate in una dimensione di livello
nazionale e internazionale.
Da sempre avete affiancato l'attività festivaliera con
quella divulgativa con seminari, workshop e guide all'ascolto. Potete fare un bilancio
di tali attività?
E' un bilancio assolutamente positivo ed in continua crescita. E questo ci consente
di avere in pubblico, di volta in volta, sempre più preparato e partecipe.
Quali sono le tendenze del pubblico? Quali concerti sono
più affollati?
Ovviamente gli appuntamenti dove sono presenti grandi nomi del jazz internazionale,
che hanno sempre un grande richiamo; ma a partire dagli ultimi due anni abbiamo
riscontrato una crescente partecipazione anche agli altri eventi, che sono sempre
di pregevole qualità artistica.
E' possibile fare un identikit del pubblico?
Mentre nei primi anni la fascia media di età (parliamo delle prime due realtà) del
nostro pubblico era una fascia adulta, nelle ultime edizioni abbiamo un affluenza
di pubblico sempre più eterogeneo.
Avete notato che il pubblico ha modificato i suoi gusti
nel corso del tempo? Se la risposta è sì, come sono cambiati?
Sicuramente il percorso che abbiamo intrapreso in merito alle guide all'ascolto
ci ha consentito di evolvere i gusti del pubblico e di poter proporre concerti ed
eventi più ricercati al di la degli stili e dei generi, sempre nella radice del
jazz naturalmente.
Riuscite a creare partnership di tipo culturale con altre
forme d'arte? Ne avete tratto giovamento da questa sinergia?
Lo abbiamo sicuramente fatto in molte occasioni ed in special modo con le produzioni
dell'associazione ed in molti casi, alcune di questi coproduzioni hanno dato vita
ad alcune partnership che ancora oggi continuano.
Il prodotto culturale necessita di un "refreshment" dopo
un arco di tempo stimato in cinque anni ma, oramai, anche ben prima. Tu e la tua
organizzazione avete applicato questa regola di marketing? Se sì, in quale modo
e misura?
Per ora navighiamo a vista, dobbiamo sempre confrontarci con le risorse di cui disponiamo
di volta in volta, ciò non significa che non progettiamo nuovi propositi in merito
alle varie attività connesse al festival.
Riuscite a creare sinergie con enti territoriali e/o enti
pubblici?
Assolutamente sì, in quanto oltre al calendario ufficiale del festival, l'associazione,
per il nostro settore, rappresenta un punto di riferimento territoriale decisamente
ineludibile.
E con enti privati? Vi è interesse da parte di istituzioni
private verso il jazz?
Diciamo che l'interesse del privato c'è, ma non corrisponde ad una adeguata forma
di finanziamento.
Come giudicate l'attuale scena jazzistica italiana?
Indubbiamente è un panorama molto variegato e di qualità, e questo ti permette di
individuare con facilità i progetti migliori e quelli meno interessanti.
E quella del "resto del mondo"?
Un fiume in piena. Lasciamo a te il gravoso compito…
La programmazione delle vostre rassegne quanto spazio dedica
ai musicisti italiani?
Oltre l'80% della programmazione.
Nella comunicazione degli eventi, quanto affidate al tam-tam
e quanto al battage pubblicitario e/o alla comunicazione?
Il nostro ufficio stampa funziona alla perfezione, diciamo 50/50.
A vostro avviso, cosa dovrebbe-potrebbe fare lo Stato per
migliorare la situazione delle attività festivaliere, rassegne jazz italiane?
Detassazione consistente di tutte le attività artistico/culturali. E una conseguente
incentivazione di queste attività, che come ben sappiamo comportano una crescita
dell'indotto economico anche in altri settori.
C'è un particolare fermento "istituzionale" che ha mosso
diversi animi, tanto da crearsi alcune associazioni. Pensate che sia questa la strada
giusta?
Sicuramente l'inattività non porta a niente e quindi ben vengano varie realtà associative
che operano in questa direzione.
Quali sono le linee programmatiche che vorreste discutere
con le istituzioni? Quali sono i nodi principali da discutere?
Domanda complessa, forse le istituzioni dovrebbero smettere di dire che con la cultura
NON si mangia, e allora si potrebbe iniziare ad intavolare una costruttiva discussione.
Avete già presentato il cartellone della prossima edizione
invernale e di quella estiva. Quali sono le linee artistiche che andrete a seguire?
Che dire, resistiamo tra mille difficoltà. A volte ci chiediamo come si riesce a
definire un programma di assoluta qualità con le risorse che abbiamo. Beh dopo 18
anni e 25 edizioni ci abbiamo fatto l'abitudine. Il programma si svolge nei tre
comuni del Valdarno Aretino (Montevarchi, San Giovanni Valdarno e Terranuova Bracciolini)
con artisti italiani e d'oltre oceano, tenendo sempre in considerazione la progettualità
le novità ecc... che ci vengono proposte. Per i dettagli del festival vi lascio
ai comunicati stampa, e per chi volesse approfondire la nostra conoscenza potete
andare sulla pagina di Facebook del Valdarno jazz festival. Quest'anno e a breve
inizieremo a preparare il cartellone estivo, dunque chi a progetti ce li può inviare.
Siete dei musicisti affermati. A quali progetti state lavorando?
Sta per uscire per l'etichetta Alfa Music un nuovo progetto ispirato alla musica
di Miles Davis, che sta riscuotendo già un discreto interesse, "Virtuous
Circles of Miles" Davis con
Daniele Malvisi
al sax, Giovanni Conversano chitarra, Andrea Cincinelli chitarra,
Leonardo Cincinelli live&electronics, Gianmarco Scaglia contrabbasso
e Paolo Corsi alla Batteria. Stiamo pure preparando un progetto con musicisti
di Belino su mie (Gianmarco) composizioni originali.