Foto di copertina: Franco Biciocchi
Grafica: Cristian Bolis
Splasc(h) Records - CDH911.2 |
Bruno Tommaso Jazz Workshop
Vento del sud – Vento del Nord
Vento del Sud (Bruno Tommaso) – (13:49)
1. Allegro - 4:03
2. Serenata - 4:37
3. Danza - 5:09
4. Majneronga (Cristina Majnero) - 5:32
5. Santa Croce after dark (Mauro Verrone) - 9:38
6. Kitharaulos (Francesco Lo Cascio) - 4:44
Amara Lucania (Bruno Tommaso) - (10.07)
1. Preludio - 2:41
2. Fuga – 2:24
3. Rondò – 5:02
4. Vento del Nord (Bruno Tommaso) – 22:10
Tiziana Picchiarelli –
flauto
Oretta Orengo – oboe e corno inglese
Cristina Majnero –
clarinetto,
clarinetto basso
Mauro Verrone – sax alto
Roberto Ottini – sax baritono
Giulia Salsone – chitarra
Francesco Lo Cascio –
vibrafono
Bruno Tommaso – contrabbasso
Pierluigi Villani – batteria
Marcello Siringano – violino
Juliane Reiss – violino
Meri Bruno – viola
Matteo Scarpelli –
violoncello |
Un sogno di pace trasportato dal vento della musica
di Massimiliano Cerreto
«La materia musicale di questo lavoro trae ispirazione in larga parte dal patrimonio culturale popolare (nostro e altrui), tentando di realizzare una mia utopia (talmente vecchia da essere ormai al di sopra di ogni sospetto), ossia di ottenere dal confronto fra diversi non polemiche, risse e guerre, ma stimoli per la conoscenza, la tolleranza e lo sviluppo…dati i tempi che corrono temo che resti una utopia». (Bruno Tommaso)
In occasione della prima edizione del
Meeting del Jazz in Italia (Terni, giugno 2004) ricordo che, tra i numerosi stand, c'era anche quello della Splasc(h) Records. In bella vista un Cd: Bruno Tommaso Jazz Workshop – "Vento del Sud - Vento del Nord". «Questo disco è uscito pochi giorni fa», mi spiega
Peppo Spagnoli, cui chiedo informazioni.
Mi viene subito alla mente (il Maestro) Bruno Tommaso. La prima volta che lo incontrai, ma questa è una storia che, forse, ho già raccontato, fu in occasione della presentazione di "Lettere da Orsara", presso la Feltrinelli Libri e Musica di Napoli. Poi, qualche mese dopo, ebbi il piacere di assistere alla sonorizzazione del film muto "L'ultima follia di Mel Brooks". E anche in questo caso, come alla Feltrinelli, ad eseguire le musiche era l'Orchestra "Jazz a Majella". Anche in questo caso era Bruno Tommaso a dirigerla. E chi meglio di lui. L'Orchestra è, infatti, composta in massima parte dai suoi ex allievi del Conservatorio "San Pietro a Majella" di Napoli, quando il noto contrabbassista era il titolare della neonata cattedra di jazz presso il prestigioso istituto.
Una volta terminato lo spettacolo, mentre i musicisti smontavano i propri strumenti, mi avvicino a lui. Ero curioso di sapere come fosse nata la "Scuola di Musica del Testaccio" di cui è stato uno dei fondatori. E mi raccontò una storia di lotte ed occupazioni, quando "occupazione" non si scriveva ancora con la "K". Ed ancora in tema di contrasti e opposizioni, gli domando: «Maestro, ma come si fa a tenere unita un'Orchestra composta da 25 elementi? Lei come si comporta quando si accorge che vi sono delle tensioni tra i musicisti?». E mi colpì molto la sua risposta: «E' impossibile che non vi siano contrasti tra le persone. Ma intervengo di rado. Conosco tutti i miei musicisti e so che, passata la bufera, tornano ad essere più amici di prima. Almeno quasi sempre!».
Una domanda però mi è rimasta, ma questa la rivolgo a voi: Ma quando passa la bufera? Quando cesseranno di esistere i contrasti (fintamente) culturali che dividono il nostro Paese? E, ancora in tema di bufere, ricordate quella canzone, che cantava il fenomenale Renato Rascel, intitolata proprio "E' arrivata la bufera"? Era una metafora della guerra, e fu persino censurata dall'allora governo fascista. Certo, è una storia di tanti anni fa, quando molti degli amici di jazzitalia, me compreso, non erano ancora nati. Eppure le guerre ci sono ancora.
E ben venga, allora, un disco come "Vento del Sud – Vento del Nord" che è idealmente dedicato a quanti credono nell'importanza del dialogo e del confronto. Ben venga, allora, un disco che sarebbe riduttivo definire "un disco di jazz", ma che del jazz sa cogliere la più intima essenza: la voglia di andare oltre. E non è un caso, quindi, che il progetto di Bruno Tommaso sia intitolato "Jazz Workshop": un laboratorio di jazz, un luogo di arte in continuo divenire ove trovano ospitalità le creazioni di tutti i musicisti, ed in particolar modo quelle di
Cristina Majnero, Mauro Verrone, Francesco Lo Cascio che, accanto a Bruno Tommaso, firmano i brani dell'album.
S'incomincia con "Vento del Sud", una suite composta da Bruno Tommaso e divisa in tre brani. L'idea che anima il componimento è l'accostamento di matrici culturali siciliane ("Allegro") e lucane ("Serenata", "Danza"). «Da bambino, negli anni del dopoguerra», mi ha recentemente spiegato Bruno Tommaso, «visitai un paese della Provincia di Trapani: Vita. E paradossale era il fatto che, in un paese chiamato Vita, fossero rimasti solo anziani, donne e bambini. In questo paese», continua il maestro di origini siciliane, ma residente a Fiano Romano, «c'è un tipico modo di cantare che viene definito: "alla vita lora". Il primo brano della suite è pensato proprio a questo modo e, in particolare, alle scritture di Alberto Favara: un musicologo dell'Ottocento che girò la Sicilia occidentale alla ricerca dei temi popolari. Data l'epoca, non esistevano i registratori, Favara annotava sul pentagramma tutto quanto ascoltato nelle campagne dell'isola. Il mio lavoro, e questo può essere considerato valido per tutto l'album, è quindi un lavoro di ricerca di temi popolari e della loro riscrittura in chiave jazz».
Poi, è la volta di "Majneronga": una milonga (la milonga è considerata, dai più, come la forma tradizionale del tango argentino - nda) reinterpretata in modo assolutamente originale dalla clarinettista
Cristina Majnero. Segue "Santa Croce after dark", brano del sassofonista Mauro Verrone ispirato dall'atmosfera di Santa Croce (Roma) all'alba. Ultima composizione non firmata da Bruno Tommaso, è "Kitharaulos". Il brano è, infatti, del vibrafonista Francesco Lo Cascio e presenta numerosi richiami alle strutture asimmetriche tipiche della tradizione del mediterraneo orientale. Da segnalare l'ottimo interplay, e in tutto il disco, tra Francesco Lo Cascio e il batterista
Pierluigi Villani.
Il vento continua a soffiare, e questa volta parte dalla "Amara Lucania". Un simpatico gioco di parole per intitolare un'altra suite, anche questa divisa in tre brani. In realtà, tale composizione, precedentemente intitolata "La Cupa Cupa", è stata già pubblicata, con un'orchestrazione ed un arrangiamento differente, in "Lettere da Orsara". «La Cupa Cupa», racconta Bruno Tommaso, «è sia un antico strumento a fiato, sia un motivetto lucano». Altri, poi, sostengono che "Cupa Cupa" sia un'esortazione a ballare (Danza Danza) in uso nei paese dell'est europeo.
Ultima composizione dell'album, e forse la più complessa per la concatenazione di moltissimi temi diversi, è "Vento del Nord". «Per questa composizione», sostiene Bruno Tommaso, «mi sono ispirato tanto ai canti degli alpini quanto alle fughe di Bach. Ho voluto giocare con la musica. Tutti sappiamo che il mondo, così come è, non è il migliore dei mondi possibili», conclude Bruno Tommaso, «ma a noi spetta rimboccarci le maniche e vivere con gioia».
Dopo queste parole, è davvero impossibile aggiungere altro. Adesso sta a voi scoprire la bellezza di "Vento del Sud – Vento del Nord"…