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New Open Circle
Passato Remoto
Music Center (2010)
1. Afro Blue (M.Santamaria);
2. Inclinazioni (V. Della Fonte);
3. Passato Remoto (M. Signorino);
4. Nanna Livia (M. Signorino);
5. Caravan (D. Ellington);
6. Conference of the Birds (Dave Holland);
7. Mama Rose Blues (M. Signorino);
8. The Oracle (Dave Holland);
9. Bye Bye Thelonious (M. Signorino);
10. Footprints (W. Shorter);
11. Inclinazioni (V. Della Fonte) – alternate take.
Carlo Gatti - clarinetto, sax alto
e tenore
Maurizio Signorino - sax soprano, alto e tenore
Valerio Della Fonte - contrabbasso
Francesco Di Lenge - batteria
Un "pianoless quartet" con due ance è di per sé una formula non troppo usuale
rispetto al più canonico abbinamento tromba-sassofono più sezione ritmica, con o
senza pianoforte. In questo caso inoltre i due fiati giocano a scambiarsi i ruoli,
puntando sul contrasto tra timbri e colori nelle varie combinazioni tra sassofoni
diversi, ovvero tra sax e clarinetto.
Il sassofonista Maurizio Signorino – classe 1955 - è il vero leader occulto
della formazione, avendo firmato ben quattro delle cinque composizioni originali
dell'album. Gli altri titoli inquadrano bene le fonti di ispirazione del quartetto,
da John Coltrane
a Wayne
Shorter, passando per Duke Ellington e
Dave Holland.
Una formazione quindi protesa verso la sperimentazione, ma con un piede ben saldo
nella storia del jazz.
Non a caso l'album si apre con una travolgente versione di "Afro Blue",
nella quale le due ance inventano un dialogo fittissimo, un liberissimo contrappunto,
quasi a rievocare i duetti asimmetrici tra Coltrane ed Eric Dolphy. E' un jazz che
si ferma sul limite del confine tra libertà espressiva e rottura degli schemi. Nel
nostro caso le improvvisazioni dei solisti, per quanto libere e "trasgressive" restano
inquadrate in una cornice ritmico-armonica tutt'altro che rigida, ma sempre chiaramente
riconoscibile. Questa precisa scelta espressiva si ricollega a quell'avanguardia
"moderata" che, già a partire dalla seconda metà degli anni sessanta, cercava una
"terza via" tra improvvisazione modale e free jazz.
In questa direzione si muovono le riuscite rivisitazioni dei brani di
Dave Holland
– "Conference of the Birds" in particolare, concepita all'epoca per una formazione
analoga, con
Anthony
Braxton e Sam Rivers - ed il cameo (due minuti scarsi) di "Footprints",
devoto omaggio al maestro
Wayne
Shorter.
Tra le composizioni originali spiccano due diverse takes di "Inclinazioni"
a firma del contrabbassista Valerio Della Fonte, che lascia il segno come
solista in una splendida cadenza con l'archetto che introduce la lirica "Nanna
Livia", dagli accenti cameristici vagamente bachiani, scritta da Maurizio
Signorino. La batteria di Francesco Di Lenge, in perfetta simbiosi con
il basso, arricchisce il tappeto ritmico con il giusto colore "africano" delle percussioni.
Un disco davvero riuscito, che ben si inserisce nell'eccellenza del panorama jazzistico
nazionale.
Roberto Biasco per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 06/02/2011
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