On The Beach - 2004 Ristampa Egea
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Omar Sosa
Mulatos
1. Ternura
2. Nuevo Manto
3. La Tra
4. Reposo
5. La Llamada
6. Dos Caminos
7. Lyawo
8. L3zero
9. El Consenso
Omar Sosa
- vocals, piano, Fender Rhodes piano, harmonium, vibraphone,
marimba, percussion, bells
Dhafer Youssef - oud
Renaud Pion - clarinet, bass clarinet
Steve Arguelles - drums
Aziz Arradi - vocals, percussion
Philippe Foch - tabla
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Il disco in questione è fra i più conosciuti a nome di
Omar
Sosa, tanto che nel 2006, a due
anni dalla prima uscita, ne è stata licenziata una ripresa "Remix". L'"Egea"
provvede, invece, a ristampare la versione originale del disco a soli 4 anni dalla
sua pubblicazione. Disco che, fra l'altro, ha ricevuto un grammy nel
2004.
Accanto al pianista e compositore cubano siedono
campioni del jazz centroamericano, come Paquito D'rivera, il bassista tedesco
Dieter Ilg, più altri musicisti africani, come Dhafer Youssef e
Aziz Arradi, oltre ai francesi Renaud Pion e Philippe Foch e al
percussionista inglese Steve Arguelles, anche produttore del cd. Insomma
un ensemble multietnico per un progetto tipicamente world music, nelle intenzioni
e nello sviluppo. In realtà non si tratta tanto di un incontro di culture, di un
vero melange di stili. I musicisti assemblati per l'occasione, infatti, non fanno
altro (e non è poco!) che mettere a disposizione del leader colori e sfumature inediti
per composizioni in cui prevalgono nettamente il ritmo e le atmosfere afro-cubane.
Lo strumentario inconsueto come le tablas o l'oud conferiscono, in questo maniera,
aspetti particolari a brani dotati comunque di una connotazione caraibica ben evidenziata.
Si ascolta, in fin dei conti, un jazz latino con qualche spruzzata di elettronica,
ben armonizzato e suonato egregiamente da strumentisti ferratissimi dal punto di
vista tecnico e ben convinti ad assecondare le idee di
Omar
Sosa.
Si comincia con "Temura", con il piano del leader in bella evidenza,
inizialmente, arricchito da un intervento prezioso del clarinetto di Paquito
D'rivera e un uso moderato di effetti elettronici. Si prosegue con "Nuevo
manto", determinato dal suono delle tablas e dall'esposizione di frasi melodiche
da parte della marimba. In "La tra" si apprezzano le voci, filtrate e modificate
elettronicamente e un andamento cadenzato che ricorda il sound tipico dei Syndicate
di Joe Zawinul o addirittura la musica di Ramsey Lewis. E' Dhaffer Youssef
ad esporre la melodia in "Reposo", un tema arioso che si conclude con un
solo costituito da note quasi trattenute dal pianoforte. "Dos caminos" è,
per contro, caratterizzato dal suono dell'harmonium e da un'atmosfera da tango argentino,
"sporcata" o "riverniciata a nuovo" da percussioni caraibiche. "Iyawo" ha
un tema sognante, molto evocativo, esposto ancora dal pianoforte sorretto dall'accompagnamento
di Philippe Foch e dal basso di Dieter Illg. Ancora un tempo più sostenuto
in "L3zero" con tutti gli strumenti in evidenza e un ulteriore solo di
Renaud Pion a dare smalto alla composizione. Il disco termina con "El consenso",
il più "mediorientale" fra i brani, che si apre con il suono dell'oud di Dhaffer
Youssef, a cui si affiancano le tabla e il piano. Qui si intuiscono prospettive
diverse dall'integrazione fra i linguaggi dei protagonisti del progetto. Non è Sosa
a condurre le danze, ma i suoi partners guidano il gruppo.
In conclusione "Mulatos" dimostra l'abilità di compositore e arrangiatore
di
Omar Sosa, un vero campione della world music, un genere spesso frequentato
da musicisti astuti o a caccia di un facile successo commerciale. Il pianista cubano,
pur realizzando dischi di agevole ascolto, si segnala, invece, per la competenza
e l'attenzione ai particolari con cui confeziona la sua musica e per l'onestà intellettuale.
Gianni B.Montano per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 26/12/2009
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