Lo dice il titolo di questo disco, inciso quasi
tutto nel 2006 (Naima è però del
2008). Lo dice la bella introduzione a Violin
Jazz, manuale per improvvisatori, uscito quasi in contemporanea al cd. A chi
si avvicina all'improvvisazione il musicista genovese consiglia, non a caso, di
esercitarsi sugli assoli, ripetendoli con la voce. Perchè è con questo sforzo, mentale
e fisico che si capisce il valore musicale e poetico degli intervalli.
Pastor
è inoltre affascinato dal soffio degli strumenti a fiato. Pur essendo violinista,
e pur avendo solidissimi studi classici nel suo curriculum, ha tanto ascoltato i
grandi sassofonisti e trombettisti del Jazz (Trane, Chet, Hawkins, Ornette) da convincersi
che anche il violino ha un suo soffio, un suo respiro, che il musicista può far
sentire con tecniche particolari. Le pagine di Violin jazz dedicate all'argomento
sono veramente interessanti anche per un semplice appassionato.
Naturalmente in questo disco in solitario
Pastor
mette in primissimo piano questa sua ricerca sonora e fa sentire questo spirito
d' aria fin dal primo brano, una struggente e straniata
Naima.
Il risultato finale dice di un disco di non facile ascolto ma pieno di
poesia: aspro e sentimentale. Un disco particolare, ricercatissimo ed incrostato
di polvere di strada, brumoso e riarso al tempo stesso. Brumoso quando si ispira
a sonorità "eurocolte" (La chambre e la rilettura
di Chi mi ha insegnato di Tenco) utilizzando
suggestive tecniche di overdubbing. Riarso quando affronta standard consolidati
come Caravan o
Easy living con un suono ruvido, arcaico,
impreciso, africano che fa pensare a quel "suono viola" teorizzato da Ellington.
Usa anche la voce,
Pastor, e la usa rendendo un chiaro ed appassionato omaggio a
Chet, che è uno dei suoi ispiratori anche per quanto riguarda la ricerca sul violino.
Chants si chiude con una sorprendente canzone brasiliana, accompagnata
dal mandolino e "ferita" dalle incursioni del violino. Come a dire (forse) che l'inquietudine
continua che agita gli artisti di frontiera come
Pastor
si può risolvere solo, in tempi come questi, in un sommessa saudade. Come recita
un verso di Senghhor usato come epigrafe delle note di copertina "Non ti meravigliare,
amica mia, se la mia melodia si fa triste".
Marco Buttafuoco per Jazzitalia
Slam Production
www.slamprduction.net
Violin jazz (155 pag + cd) è edito da Casa Musicale Eco
–Via RBracco 5 –Monza
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Data pubblicazione: 05/09/2009
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