Vino gucciniano ed un locale fumoso ma ben frequentato. Amici che s'incontrano per ascoltare della musica, quella che ha segnato la vita di intere generazioni del passato,
presente e futuro. Stefano Pastor è sufficientemente maturo per conoscere la vera essenza dei brani che, in questo lavoro esegue con una consolidata sessione ritmica formata da
Massimiliano Rolff al basso elettrico e Maurizio Borgia alla batteria.
Pastor è un polistrumentista letteralmente rapito dalla musica. Alterna con continuità di soluzione il violino alla chitarra passando per il filicorno e le percussioni. Ha ceduto al fascino delle canzoni d'autore. Brani senza tempo, dotati di una vita e di una storia propria che vengono sapientemente riarmonizzati dalle elucubrazioni mentali e non del trio.
Non è un dejavù, nulla è scontato o già ascoltato: chi si aspetta un ventaglio di arrangiamenti in sola chiave jazz sbaglia di grosso. Non è un'operazione commerciale, tutt'altro. E' di difficile fruibilità ma conduce in meandri meditativi di portata ampia e gradevole.
Il violino di Pastor canta brasiliano in Genova per noi per poi abbandonarsi a lucide improvvisazioni.
Un partecipato solo di batteria apre le porte a La canzone di Marinella con i fraseggi sbilenchi del violino che conducono verso il tema aprendolo a delle sonorità alternative. Colpisce la pronuncia timbrica di
Pastor che fa suonare il violino alla stregua di un sassofono.
L'inquietudine di Luigi Tenco viene esasperata nella tanto tenebrosa quanto nervosa versione di Vedrai Vedrai.
D'inquietudine in inquietudine. Il viaggio del destino prosegue con Extraterrestre di Eugenio Finardi.
Pastor utilizza lo strumento in senso parossistico quasi agghiacciante. Libera ogni suono con gracidare vellutato. Sempre opportunamente supportato da
Borgia e Rolff, così come accade in Una notte in Italia di Fossati o nella evergreen Estate di Bruno Martino swingata tanto da renderla quasi irriconoscibile.
Gli arrangiamenti, i restauri musicali le fughe possibili caratterizzano anche gli altri classici: Quanno chiove, La Donna cannone, la Gatta che sprigiona il violino "sassofonico" di Pastor. Per chiudere Alberto di Camerini in medley brasilian suite con Recado (da Viola-Casquinha)
E la musica italiana cresce, in ogni senso.
Alceste Ayroldi per Jazzitalia