E' un album dalle geometrie sonore tracciate con intelligenza ed equilibrio
questo Solace del Jamie Baum Septet,
un album che mette d'accordo innovatori e conservatori e che di fatto realizza una
sintesi perfettamente concepita tra modern jazz e mainstream.
La Baum è una musicista non molto conosciuta
fuori dall'ambiente newyorkese dove si muove con maggiore frequenza. I suo ensemble
è composto da ben sette elementi ed ha un suono caratterizzato da impasti sonori
di grande effetto e da un'alternanza ben calibrata tra esposizione di temi ed improvvisazione.
La sezione dei fiati è l'elemento predominante con la stessa Baum al flauto traverso
che intesse variegati interplay con i suoi comprimari. Il tessuto sonoro risulta
così composto di intrecci sonori caratterizzati da un'intensità e una completezza
notevole e tutta l'album mostra una rotondità e un'armonia di strutture di grande
valore stilistico con sconfinamenti inaspettati in ambiti cameristici e in territori
più propriamente da jazz-rock.
Il cuore di tutta la produzione, a parte la seconda traccia
A Wheeler of Fortune dedicata al trombettista
Kenny Wheeler, è certamente la suite in quattro parti intitolata al compositore
americano Charles Ives, all'interno della quale, e più precisamente nella
terza parte della stessa, si consuma l'unica porzione più insolita di tutto il programma
musicale del disco. E' lì infatti che la Baum si produce in una sequenza sperimentale
che la vede duettare al flauto con i gorgheggi della vocalist Kioto Kitamura,
in un brano che registra successivamente l'innesto di alcuni frammenti originali
tratti da un discorso del mai dimenticato presidente americano John Fitzgerald Kennedy.
Un album indubbiamente pregevole questo Solace alla cui riuscita
contribuisce anche l'esclusiva presenza di musicisti del calibro di Ralph Alessi
alla tromba e Douglas Yates all'alto sax e al clarinetto basso e di un pianista
come Gorge Colligan che interpreta al meglio il suo ruolo anche quando si
propone al piano elettrico. Una produzione che non può passare inosservata per il
valore intrinseco che la contraddistingue e per le intriganti trame musicali che
esprime.
Giuseppe Mavilla per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 09/04/2009
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