"Un disco ispirato a Stravinsky, Bartok, Ives e altri compositori classici
contemporanei". Così la musicista newyorkese presenta il suo lavoro "Moving
forward, standing still" dove è affiancata dalla solita granitica sezione ritmica
(Drew Gress e Jeff Hirshfield) e dallo straordinario Doug Yates
(sax alto e clarinetto basso) insieme ai suoni della tromba e del flicorno di
Ralph Alessi.
Un'opera in cui emergono le doti compositive della Baum insieme alla spiccata
e largamente riconosciuta abilità di strumentista.
Il disco inizia con un brano dedicato al compositore russo Igor Stravinsky,
All roads lead to you, dove elementi ritmici
e melodici, ma soprattutto timbrici, riportano l'orecchio – fatte le dovute proporzioni
- ad alcuni lavori dei classici contemporanei e a quelle condotte strumentali vicine
alla poetiche dell'immenso Eric Dolphy.
Una musica ispirata nettamente all'ambito colto, che prende spunto anche
da piccoli brandelli melodici delle composizioni dei due grandi Maestri – come in
Bar Talk e Spring
dove si fa esplicito riferimento rispettivamente a Bartok e Stravinsky – per rielaborarli
in un sound energico che riesce a mantenere nei suoi riferimenti un'identità tutt'altro
che obsoleta.
L'accostamento timbrico degli strumenti risulta quanto mai azzeccato, sia
nelle interazioni tematiche che in alcuni intrecci improvvisativi, conferendo alla
musica un'identità ben definita che sembra rispecchiarsi in quella logica secondo
cui l'arte viene difesa dalle troppe definizioni e soprattutto dai confini stilistici.
Avviene quindi che – per piacere e dispiacere di molti – jazz e musica colta
si incontrino cancellando quelle barriere dalle quali per lungo sono state riconosciute
come due mondi inavvicinabili.
Consigliato a chi piace una musica che sa coraggiosamente avventurarsi in territori
sonori imprevedibili. Ottimo disco.
Marco De Masi per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 11/11/2007
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