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Ferdinando Romano
Totem
Losen Records (2020)
1. The Gecko
2. Evocation
3. Wolf Totem
4. Curly
5. Sea Crossing Part 1
6. Sea Crossing Part 2
7. Memories Reprise
8. Mirrors
Ralph Alessi - tromba (1, 3, 4, 5, 6, 8) Tommaso Iacoviello - flicorno (1, 3, 7) Simone Alessandrini - sassofono alto, soprano Manuel Magrini - pianoforte Nazareno Caputo - vibrafono, marimba Ferdinando Romano - contrabbasso Giovanni Paolo Liguori - batteria
A quanto pare i contrabbassisti lo fanno meglio! Ci si riferisce all'attività
di comporre, ovviamente. Scherzi a parte, Ferdinando Romano fa parte di una
schiera di giovani (ma anche di meno giovani) contrabbassisti che si ritagliano
un ampio spazio nella composizione e, senza timore di smentite, con ragguardevoli
successi. A conferma di ciò, il contrabbassista ha anche vinto a pieni voti la sezione
"Migliore nuovo talento italiano" del Top Jazz, referendum indetto dalla rivista
Musica Jazz. Seppur giovane, a Romano non manca l'esperienza, sia discografica che
nei live. E "Totem" ci parla della sua maturità espressiva, della
sua profonda conoscenza dei meandri della composizione, della spontaneità nel creare
architravi musicali di intensa bellezza. Ci racconta del suo apparentamento con
Ralph Alessi, con il quale si trova a meraviglia, ma anche del suo occhio nell'individuare
gli altri sodali, con i quali condivide il suo pensiero musicale.
Qui c'è tutto, dal crescendo emozionale con la squillante tromba di Alessi che domina
la scena di "The Gecko", agli accordi soffusi di "Evocation", contrappuntati
dal passo sicuro e pastoso del leader solo soletto; dagli incastri sapienti del
vibrafono di Nazareno Caputo in combine con Simone Alessandrini e Manuel Magrini,
altra stella nascente dell'universo jazzistico italiano, sa dipingere "Wolf Totem"
con acuto nervosismo e florida improvvisazione. Anche la struttura della ballad
qui trova un nuovo ambito. "Curly" si contraddistingue per il bell'assolo
di Romano che gioca con la linea melodica e per la tromba crescente di Alessi.
Ma le composizioni ci riservano sempre qualche sorpresa, perché "Sea Crossing",
divisa in due parti, ha quel non so che di sinfonico, di contemporaneo, con i ritmi,
perfettamente orditi da Giovanni Paolo Liguori, che tengono sulla graticola i solisti:
e nella seconda parte, l'assolo vigoroso di Caputo merita attenzione e menzione.
C'è sempre una traccia classica nel corpo sonoro di Romano, così anche nelle allegre
note simil-waltz di "Memories Reprise". La scoppiettante "Mirrors"
chiude un disco dall'indubbia solidità storica, ma frizzante e fresco come pochi.
Alceste Ayroldi per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 11/04/2021
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