Dopo 5.200 richieste,
38.000 suppliche e un numero imprecisato di minacce, mi sono finalmente
deciso a scrivere dei modi e del loro uso per ciò che riguarda
l'improvvisazione.Apriamo quindi una pietosa ( e prudente) parentesi
sull'argomento. Tuttavia, allo scopo di sgombrare le nostre menti da
strane idee e nebbiosi presupposti, dovremmo innanzi tutto far luce su
alcune cosette...
Pensiero nebbioso # 1:
"modale" esattamente significa che...
Significa
"fondato/costruito su un modo". Il che non chiarisce granché.
Possiamo dire che un brano modale utilizza in genere un' unica
scala di riferimento (solitamente uno dei modi gregoriani). Si può
presentare in una veste del genere :
Viene indicato l'accordo
e il modo relativo. Tema e improvvisazione verranno strutturati sul modo
dorico, che altro non è che una scala minore naturale con la 6a
maggiore.
Come ho già avuto modo
di chiarire, un modo non è "una scala maggiore che inizia partendo
da un grado diverso dalla tonica" (per esempio, Cm dorico sarebbe Bb maggiore) ma
una scala a sé stante, e il suo I grado è la sua tonica, ovvero la
fine e l'inizio di qualsiasi discorso si voglia intraprendere. Chiarito
questo (anzi, ri chiarito), passiamo al punto 2.
Pensiero nebbioso # 2
:
prendendo una scala qualsiasi e partendo da gradi diversi dalla tonica,
si ottengono i suoi "modi"
Bah... questa è una scala
minore melodica, detta anche "bachiana", già vista e rivista. Se partiamo dal RE,
suo II grado, otteniamo per esempio il modo.... appunto... che modo è ?
il dorico /napoletano ? oppure L'eolico/6magg/zio Peppino ? .... non lo
riconosco..
Sarà un caso. Proviamo quindi partendo dal MI b, III grado. Qui si tratta
nettamente di un ... mah Lidio/5aum/sora lella ?...
Insomma, è pur vero che, per estensione, possiamo chiamare "modo" qualsiasi scala
imponga una qualche tonica, e forse le scale qui sopra hanno anche un
nome, ma a dire il vero, nel jazz, che si sappia, i modi che girano sono
quelli Gregoriani. La musica modale, come è concepita nel jazz, non va
comunque confusa con il sistema modale in uso nel medioevo, talmente
vasto e complesso da richiedere, anche per un semplice approfondimento,
una competenza che io non ho. Meglio evitare di impegolarsi in imprese
improbabili (e tutto sommato fuori luogo) e occuparci del limitato
impiego che i modi, sia a livello compositivo che improvvisativo, hanno
nel jazz. Attenzione : limitato, ma comunque sufficiente a farci venire
un paio di lineette di febbre..
Pensiero nebbioso # 3
: Suonare
"modale" è l'opposto di suonare "tonale"
Dunque, il contrario di
"utilizzo di una tonalità di impianto" (tonale) dovrebbe
essere "non utilizzo di una tonalità di impianto".Giusto ?
Quindi "Atonale" è il contrario di "Tonale".
Si può ottenere una situazione non tonale servendosi di serie
dodecafoniche, oppure di frammenti tonali totalmente in collisione tra
loro (tali da creare una sorta di "nè di qui nè di là e neppure
altrove"), oppure di accordi vaganti che transitano tra una tonalità e
un'altra, messi al puro scopo di creare "aria", oppure
scaraventando un pianoforte giù da una scarpata etc etc Insomma, i
sistemi possono essere molti. Modale (ripeto) significa
"fondato/costruito su un modo". La musica medioevale era
fondata sui modi ed era quindi musica "modale". Suonare oggi
un brano modale non significa fare il contrario di qualcosa, come se le
possibilità fossero due (o tonale, o modale). Semmai, significa
utilizzare uno dei vari possibili sistemi. Tutto qui.
Tonale, Atonale,
Modale, Dodecafonico, Pianoforti, Scarpate... din don, Aiuto !!
Ok,
ok.. niente panico. Facciamo
un esempio pratico : ecco una sequenza di accordi totalmente atonale :
Per
quanto la possiate rigirare, questa sequenza di accordi non vi porterà
a stabilire una tonalità di impianto. Nessuna tonica, nessuna
dominante. Niente prevale su niente. Un eventuale, improbabile, senso di
conclusione, potrebbe al limite arrivare dal C - 7, ma solo perchè è
l'accordo che viene suonato per primo. Se iniziaste la sequenza dal Eb - 7,
sarebbe la stessa cosa. Questa è una tipica situazione di
Atonalità, nella quale ogni accordo fa a sè, non ha nessuna
relazione con il precedente e tantomeno con il successivo. Ecco un'altra
possibile sequenza atonale :
Come
vedete, è facile ottenere sequenze atonali di accordi (ovvero
sequenze di accordi senza funzioni specifiche) utilizzando
accordi dello stesso tipo (tutti minori, o tutti maggiori). Più
difficile è destreggiarsi con accordi diversi. C'è il rischio di
incappare in "qualcosa di tonale" :
Lo
so, sembra assurdo che un centro tonale possa essere espresso
esclusivamente con accordi che non gli appartengono, ma è qui da
vedere... la Sottodominante c'è, la Dominante pure... Siamo in C
maggiore, ci piaccia o no. Naturalmente, questo è un esempio in
astratto. Nell'economia di un brano, 4 misure in C maggiore non bastano
certo ad affermare una tonalità. Quello che voglio dire è che per
ottenere una sequenza atonale, o comunque per comporre un brano atonale,
occorre prima di tutto conoscere i meccanismi che regolano la tonalità.
Se volete evitare la tonalità, è meglio che sappiate prima come
funziona. Il rischio è di fare pastrugni che potrebbero rendere la
vostra composizione quantomeno incoerente. Una volta capito come usare
la tonalità e come non usarla, potrete certamente avventurarvi in
composizioni creative e spericolate.
Modale
! il Modale !!!!
Ok,
ci arrivo. Decidiamo ordunque di comporre un brano con i seguenti accordi
: Dm7 per 16 misure, Ebm7 per 8 misure e infine
Dm7 per altre
8. Fine.
Un
brano decisamente modale, dato che utilizza solamente due accordi. Tuttavia, abbiamo usato una forma tipica del periodo
"tonale",del jazz, ovvero la forma AABA (quella di Take the A train o di
Anthropology, per intenderci). Per capire come muoverci e cosa farne,
abbiamo chiesto l'aiuto di un lontano parente di John Coltrane, il sig.
Ginetto Coltroni, 78 anni, di Bertinoro (Forlì), che pare ben informato sulle
procedure del grandissimo sassofonista. Lo abbiamo incontrato al bar
"ad Bizzi" in piazza del Duca. Unico problema: parla solo
romagnolo. (mi scuso con i romagnoli, abbiamo trascritto le parole così
come le sentivamo..)
L'intervista
GR
: Signor Coltroni, lei afferma di essere cugino di 3o grado di John
Coltrane...
GC :
Tam cim pu Ginetto. Sè, lo l'era l'anvod de fradel de mi non.
GR :
(Nipotedelfratellodisuononno
?!? ... mah ..) Si ma... lui era nero, americano mentre lei
bianco, romagnolo...
GC :
Sa pos fe...nu a som una fameja ad musicestar, a som sempar in zir a
sunè...
GR
: Capisco (mah). Comunque, che può dirci del brano modale che abbiamo appena composto ?
GC
: T'nt par in cminsì, qui che l'è ie gli acurd ad Impression... ta lè
e tema?
GR
: Vado a fare una fotocopia...
GC:
Bon. me intant anvad a bè un bel cafè cun pis una masa e pu a fad una
bela partida a brescula; va bon per vuitar? e va bon nanca per me!
4
caffè, 12 bianchini e 6 partite a briscola più tardi...
GR
: ...ehm, la fotocopia sarebbe pronta (brutale brutale dal Real Book...)
GC
: ta la vì la 6a maggiore? quella che l'è alla 6a amsura?
GR
: la vedo, la vedo... (il Si naturale)
GC:
E vo dì che Zvanin edruveva il Dorico...
GR: quindi le scale usate per il tema sono
queste due :
GC
: Brev, avì dònca che te capèr nanca te? ci propi un artesta! U
l' useva n'ca per l'improvisazion. Prova a sentìla...
GR
: Signor Ginetto, la ringrazio per l'intervista e tanti auguri.
(problemi
con il romagnolo e/o con la trascrizione ?
clicca
qui..)
C'è
Modo e modo
Bene,
abbiamo visto un possibile utilizzo del modo Dorico su un accordo m7. Ma certo
non finisce qui. In altri ambiti, il modo di riferimento può essere
l'Eolico (la scala minore naturale). Si ottiene in questa maniera un
colore più "triste", e anche l'accordo di riferimento
viene presentato spesso in una veste particolare. Il m7 diventa una
sorta di m 6a b, del tutto inusuale all'epoca dello swing o del bop.
Certo,
si potrebbe contestare che in fondo quel Cm6b non è altro che un Ab
Maj7 con la 3a al basso ( Il che in fondo è vero) Tuttavia, è DO
la nota che suona come "tonica" e non LAb. Il brano si
concluderà su DO, che è la nota che segna l'inizio e la fine del modo.
Un accordo un pò strano, direte voi, ma che esprime splendidamente il
modo Eolico. Se volete sapere qual è l'effetto, non avete che da
ascoltare qualcosa di Keith Jarret (non gli standard), che pare avere una certa
predilezione le seste minori...
E
Miles ?
Io non
so dirvi se "Kind of Blue" il disco di Miles Davis,
registrato nel '59, sia il primo esempio di jazz modale. E' di sicuro un
disco che ha rappresentato un bel "giro di boa", dopo il quale
la musica è cambiata (sappiate che è obbligatorio averlo, versione
vinile e CD, e ascoltarlo almeno un milione di volte). Il brano "So
What" è l'esempio ultra lampante di uso dei modi....
Qui c'è anche l'indicazione "Dorian". Gli accordi sono gli stessi
del brano di Coltrane, e anche la forma è un comune AABA. Notate
l'interessante disposizione degli accordi della seconda misura..
Mi
- La - Re - Sol - Si e poi Re - Sol - Do - Fa - La. Uno chiaro esempio di
disposizione per quarte (esclusa l'ultima nota) e anche un modo elegante
di esprimere il modo dorico con soli due accordi (sono contenute tutte le
note del modo). Altro non serviva. Stessa cosa succede nella sezione
"B", che è la trasposizione della parte
"A".
Qualche
birichinata comunque compare anche in "All Blues". Guardate la
parte..
Qui,
rispetto alla versione di Davis, c'è qualcosa che non va...
Mentre sulla parte, alla 4a misura, compare un normalissimo C7, Davis
mette un Gm7. Il tema non dice se si tratta di
un Dorico o di un Eolico, ma l'accompagnamento sottostante mostra un bel
MI naturale, ovvero la 6a maggiore del modo Dorico. Qui il modale e il
Blues sembrano trovare un punto di incontro : Misolidio sul G7,
Dorico sul Gm7, E poi le scale di riferimento per i due accordi alterati
che compaiono, ovvero D9#, che Davis sembra interpretare come
"alterato" (e quindi un D7 9alt e 5alt, area di riferimento la
bachiana di Eb) e Eb 9#, che Davis interpreta come gli pare,
suonando la quinta giusta e utilizzando 9 alterate e la 9 maggiore.
Miles
Davis, John Coltrane, Keith Jarret... Certo i nomi non mancano. C'è anche
un bellissimo album di Mick Goodrick, "In Passing", dove
potete ascoltare un brano costruito sul modo Ionico (che corrisponde
alla scala maggiore). Potete trovare materiale interessante nella
produzione di Miles Davis con il Mega quintetto formato da Ron Carter,
Tony Williams, Wayne Shorter e Herbie Hancock, nei dischi della ECM e
perfino in musicisti insospettabili come John Lee Hooker e James Brown...
John
Lee Hooker e James Brown ?!?
Ahò
mettetela come volete, ma se non sono modali i pedaloni infiniti di
James Brown (beccatevi "super bad") e le atmosfere ipnotiche
di John Lee Hooker... anzi, direi che quest'ultimo utilizza
benissimo le possibilità espressive del modale. Hooker probabilmente
non lo sapeva neanche, ma il suo "boom boom", suonato e
risuonato da migliaia di bluesman neri, bianchi, gialli e verdi in tutta
la galassia, altro non è che un brano modale. Niente trascrizioni (il
blues non si trascrive, si suona o non si suona) : ascoltate e traete
voi le conclusioni... Qual è il modo ? Uh uh... una ideuccia l'avrei,
ma ... troppo tecnico/filosofico/storico/atropologica. Il blues è
il blues e basta.
Qualche
esperimento
Supponete
di dover esprimere lo stato d'animo che avevate (che ne so) Sabato
scorso, alle 11.30 mentre passeggiavate ai giardini pubblici.. Vai col
sondaggio...
-
Avevo fame. Ero quindi
irascibile, scontroso e vedevo tutto negativo.
-
Avevo fame, ma anche
freddo. Quindi come sopra ma peggio.
-
Avevo fame, freddo e la
tosse. Per cui ero "ignagnarrrrito" come un
giaguaro.
-
Avevo fame, freddo, la
tosse e stavo per vomit...
Ok, Sabato scorso non
deve essere stata un gran giornata. FATE FINTA di aver avuto stati
d'animo differenti e di voler comporre qualcosa che esprima, per
esempio, il paludoso senso di impotenza che provavate nel NON trovare
una toilette... Ora provate a suonare qualcosa utilizzando modi
differenti, su queste armonie, e provate ad ascoltarvi. Vi suggeriranno
sensazioni, gusti, colori e stati d'animo decisamente diversi. La
fondamentale è sempre Do. Serve, se possibile, l'aiuto di un pianista
(o un chitarrista). Se non lo trovate, mettete su una pasta e aprite un
vinello. Io arrivo, buttiamo giù due accordi e poi se magna...
Gli accordi per quarte
che vedete nella prima misura contengono, nel loro insieme, tutte
le note del modo e ne esprimono senza equivoci il carattere. Mentre gli
accordi della mano sinistra si alternano sopra quello della mano destra,
provate a improvvisare qualcosa utilizzando il modo di riferimento, che
in questo caso è il dorico. Poi fate lo stesso con gli altri
esempi.
Vogliamo tentare anche
con lo ionico e il lidio ? Tentiamo...
Ok, li abbiamo fatti
tutti, mettiamo giù anche il locrio...
Personalmente, ritengo i
modi minori più malleabili, e non è un caso se la gran parte del jazz
modale è costruito su di essi. Tuttavia, le sonorità del lidio
piuttosto che del locrio,(che non è un modo minore ma
"diminuito" ) potrebbero ispirarvi qualcosa di particolare. I
gusti son gusti. Notate anche come, al fine di esprimere le peculiarità
di un modo o di un altro (6e minori o maggiori, 9e minori o maggiori etc
etc) si vengano a formare accordi che, in ambito tonale, sarebbero
quanto meno imbarazzanti. La disposizione a quarte del resto si presta
benissimo per quegli accordi che, più che un ruolo, intendono esprimere
un particolare colore. Armonia quartale ? Troppo complicato. Non so
neanche se veramente esiste. Chiamiamole "disposizioni per
quarte", un pò la regola quando, nel jazz, si parla di modi.
Ok, spero, con questa
lezione, di aver esaudito le richieste per ciò che riguarda il cosiddetto
"modale". Naturalmente, l'argomento non finisce qui, anzi, si
potrebbe estendere enormemente. Basti pensare alle implicazioni tra uso
dei modi e composizioni atonali. Non fatevi venire la febbre. C'è
ancora molto da chiarire sulla tonalità.
Gio Rossi
PS....
Sono profondamente
dispiaciuto per non aver risposto a molte delle numerosissime e-mail che
arrivano continuamente. Il fatto è che (per l'appunto) arrivano
continuamente, alle volte con quesiti intricatissimi e supposizioni
stravaganti, altre volte con critiche ferocissime. C'è
naturalmente posto per tutti e cercherò di rispondere ai più.
Sono sempre disponibile per febbri modali, paturnie tonali e dubbi
angosciosi. (Si ringrazia Nonna Nadia per la consulenza telefonica sul
romagnolo e Alice per la coraggiosa trascrizione)
L'intervista.
Versione Italiano - Italiano
GR
: Signor Coltroni, lei afferma di essere cugino di 3o grado di John
Coltrane...
GC :
Mi chiami pure Ginetto. Si, lui era nipote del fratello di
mio nonno
GR :
(Nipotedelfratellodisuononno
?!? ... mah ..) Si ma... lui era nero, americano mentre lei
bianco, romagnolo...
GC : Che vi devo dire...
famiglia di musicisti, sempre in giro a suonare...
GR
: Capisco (mah). Comunque, che può dirci del brano modale che abbiamo appena composto ?
GC
: Intanto, quelli lì sono gli accordi di "Impression" .... Ce l'ha il tema ?
GR
: Vado a fare una fotocopia...
GC:
Bene. Io
intanto prendo un caffè e faccio una partita a briscola, va bene ?
4
caffè, 12 bianchini e 6 partite a briscola più tardi...
GR
: ...ehm, la fotocopia sarebbe pronta (brutale brutale dal Real Book...)
GC
: la vedi la sesta maggiore? Quella lì alla sesta misura ?
GR
: la vedo, la vedo... (il Si naturale)
GC:
Vuol dire che il Giovannino ( John Coltrane) usava il
Dorico...
GR: quindi le scale usate per il tema sono
queste due :
GC
: Bravo, vedi che qualcosa capisci anche tu.. sei proprio un artista. Le
usava anche per l'improvvisazione. Prova ad ascoltarla...
GR
: Signor Ginetto, la ringrazio per l'intervista e tanti auguri.
(Capito
tutto ? clicca qui e torna su..)
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COMMENTI | Inserito il 28/7/2016 alle 18:57:39 da "elvioambrosin" Commento: intelligente, pratico e divertente.
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Data pubblicazione: 07/02/2005
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