Kurt Elling Quintet in Concert Lunedì 3 marzo 2014 Teatro Lauro Rossi - Macerata
di Viviana Falcioni foto di Andrea
Feliziani
Kurt Elling
- voce
Gary Versace - pianoforte e tastiere
John Mclean - chitarre
Clark Sommers - contrabbasso
Kendrick Scott - batteria
Kurt Elling
è tra i cantanti più popolari e importanti nel panorama jazzistico mondiale, un
autentico pensiero musicale e una vera e propria "Star" oltre i confini del jazz.
I suoi passi, nei maggiori palcoscenici del mondo sono sicuri e decisi, degni di
un grande artista e showman. Ma osservando come si aggira tra i bar del centro di
Macerata, soffermandosi a chiacchierare con cameriere e avventori, si coglie la
sua estrema semplicità.
E pensare che la nostra "Star" americana proviene da un
tutto esaurito da settimane al Ronnie Scott's, famosa mecca del jazz londinese,
da un progetto articolato dal nome "Syntopicorn" con la Scottish National Jazz Orchestra
per un concerto mozzafiato presso il "Queen Hall" di Edimburgo. E ancora le collaborazioni
con l'arrangiatore e trombettista Guy Barker e l'impavido autore di testi e narrative
Robert Ryan realizzando il "That Obscure Hurt" quale opera celebrativa per il centenario
dalla nascita del compositore Benjamin Britten. Inoltre lo troviamo in tour con
artisti incredibili quali Regina Carter,
Helen Merrill, la Chicago Jazz Orchestra, Peter Erskine e Bob Mintzer e la lista sarebbe ben più lunga se non ci
soffermassimo solo ad alcuni. La sua immagine musicale ha raggiunto una dimensione
considerevole, basti pensare ai tanti riconoscimenti che lo vede illuminante trionfatore.
Kurt Ellingdeve in buona parte la vittoria come "Male Vocalist of the Year" delDownbeat CriticsPoll 2013,
premio prestigioso che vinceper il quattordicesimo anno consecutivo, al
suo ultimo album "The Bring Building – 1619 Broadway": il cd uscito per l'etichetta
Concord è un omaggio al grattacielo newyorkese che ospitava negli anni Cinquanta/Sessanta
gli uffici di importanti etichette discografiche intente a "sfornare" successi divenuti
epocali nella storia del pop americano.
Tra le indimenticabili canzoni proposte per la serata maceratese spicca "Come
Fly With Me" dove Elling indugia in ogni sillaba e la chitarra di John McLean
sprigiona melodie articolate sostenendo ogni sua fuga improvvisatrice. "You Send
Me" di Sam Cook, dove irradia prepotentemente le note lunghe e i picchi altissimi
nella strabiliante naturalezza nel controllo delle quattro ottave! Si passa alla
gettonatissima "On Broadway" arricchita da unintro metodico del contrabbassista
Clark Sommers, musicista dalla presenza incrollabile. E si continua ancora nel pop
con "I'm Satisfied" di Lou Rawls con i ritmi vertiginosi del "drum kit" di
Kendrick Scott, e tutto intorno si avvolge di soul jazz e a questo punto si fa difficoltà
a star fermi e seduti.
Kurt Elling,
nell'intera serata, costruisce con fare meticoloso un rapporto con il pubblico.
I brani sapientemente arrangiati, creano sottili atmosfere e ritmi inaspettati.
Si ascoltano gustosi duetti chitarra/voce e ideali elementi di dialogo tra voce
e tastiera Korg che Gary Versace, con la sua bravura, permea di un profondo senso
del blues. Il vocalese di
Kurt Elling
è ricco di vitale creatività, le sue liriche a famosi "soli" strumentali e lo "scat"
utilizzato in chiave ritmica e melodica, lo collocano vicino allo stile di un John
Hendrix o Eddie Jefferson e ai fantasmagorici King Pleasure. Alle spalle del leader
troviamo un gruppo di grande affiatamento, tra i musicisti rodati il già citato
Gary Versace, nuovo entrato al posto del pianista e arrangiatore Laurence Hobgood,
che è stato una figura importantissima al fianco di
Kurt Elling
da inizio di carriera fino a pochi mesi fa. Inoltre il cantante di Chigago ha in
serbo per il futuro, collaborazioni con altri pianisti quali Xavier Davis e
Gerald Clayton.
Tornando alla scaletta di brani, tra le proposte dal penultimo album "The Gate",
campeggia una splendida "Samurai Cowboy", testo di
Kurt Elling
per il brano a firma di Marc Johnson (titolo originale Samurai Hee Haw).
E i brani scivolano uno nell'altro con una naturalezza suggestiva come "Estate",
cantata rigorosamente in italiano, un momento espressivo unico, dove il lirismo
profondo e l'attenta interpretazione del brano, pervadono ad ogni angolo del teatro,
quasi ad occupare quegli spazi lasciati vuoti. Un testo "difficile", dove non si
ricorrono a tecniche rocambolesche ma le parole, gli sguardi che arrivano diretti
al cuore dello spettatore. Succederà in ogni sua tappa, anche in Polonia sorprenderà
tutti cantando in polacco!
La musica è per Elling veicolo per attingere ai sentimenti lasciandosi attraversare
dalle emozioni, ma le sue incredibili capacità vocali lo spingono ad una sorta di
spettacolarità nel suo approccio con il pubblico, questo gli consente di arrivare
con facilità alla vetta più alta della notorietà. Ma forse ciò che rende un cantante
veicolo di emozioni non è da ricercare nella spettacolarità, quanto nell'integrità
del suo approccio artistico, cosa talvolta difficoltosa quando un "management" ha
spesso troppa voce in capitolo.