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Padova Porsche Jazz Festival 2005

13-20 Novembre
Kenny Wheeler quartet
19 novembre Teatro Verdi, Padova
di Giovanni Greto

Un concerto eccezionale - ed è difficile, credeteci, esprimersi in questo modo al giorno d'oggi - in un teatro con un'acustica incredibile: per pulizia e nitidezza l'ascolto risultava migliore ad uno, in condizioni ottimali, poniamo, di un disco ECM. Certo eravamo in una collocazione ideale: un palco al livello del palcoscenico e a pochissima distanza, per cui non ci sfuggiva nessuna sfumatura. Così, introdotto dal sassofonista veneziano Claudio Fasoli, direttore artistico della rassegna, verso le 21 e 30 è salito sul palco questo collaudatissimo quartetto, in formazione mutata nel solo Anders Jormin al contrabbasso rispetto a Dave Holland, presente nel disco What Now (Camjazz 2005), di cui i 4 hanno interpretato gran parte dei brani contenutivi e molti altri ancora per un totale di quasi 140 minuti ininterrotti di musica.

Il trombettista e flicornista canadese, da poco 76enne, trasferitosi nel 1952 in Gran Bretagna, ha suonato, come nel disco citato, soltanto il flicorno, con la consueta raffinatezza e lirismo e con un fraseggio che lo rende immediatamente riconoscibile. Anche se l'età anagrafica sembra averlo indebolito nel fisico, la creatività, la lucidità mentale, il fraseggio tematico e improvvisativo e la vena compositiva catturano l'attenzione dell'ascoltatore. Accanto a lui hanno brillato il pianista John Taylor, con il quale Wheeler ha instaurato uno speciale affiatamento fin dai tempi del trio Azymuth con la cantante Norma Winstone. Sempre attento ad entrare nella poetica di Wheeler, con semplici e delicati fraseggi prende per mano ogni pezzo. La voce di Chris Potter ci è sembrata ancora più calda e pastosa, mentre le sue improvvisazioni sono sempre ben riflettute e sembrano gradatamente prendere il largo dal tema, senza tradirne lo spirito, anzi aggiungendovi nuovi spunti emotivi. Infine Andres Jormin. Non ha fatto rimpiangere l'assenza di Holland, risultando una base precisa e puntuale per i dialoghi degli altri tre e ritagliandosi improvvisazioni melodiche a rilanciare la fantasia dei musicisti. Quanto all'assenza della batteria, come ha sottolineato Wheeler nelle note introduttive al CD citato "senza il suono dei piatti, si possono sentire cose" e comunque sia il disco che il concerto potrebbero rivelarsi utili come 'Music minus one', la catena di dischi didattici per i musicisti apprendisti.

Applausi sentitissimi e la sensazione di essersi immersi in un morbido sogno, incredibilmente più bello della realtà.







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Video:
John Abercrombie/Kenny Wheeler Band
Kenny Wheeler Quintet_Kenny Wheeler,Trumpet/John Abercrombie,Guitar/Peter Erskine,Drums/John Taylor,Piano/Palle Danielsson,Bass, Baltica Festival...
inserito il 28/10/2008  da ohmproduct - visualizzazioni: 4303


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Data pubblicazione: 26/03/2006

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