Eddie Gomez trio per Jazle
Lecce, Teatro Paisiello, 13 ottobre 2006
di Adriana Augenti
Non dovrebbe più meravigliare (a dire il vero da sempre), eppure continua
a fare sempre un certo effetto vedere - ed ascoltare - musicisti ormai da tempo
appartenenti al novero delle autorità del jazz affiancati da giovani, a volte giovanissimi,
musicisti meno rinomati. Non dovremmo stupirci. Eppure ancora oggi, ancora ora,
ancora stasera, il vociferare e gli interrogativi fuori da teatro (ma anche dentro)
sono rivolti ai nomi "ignoti", l'entusiasmo nascente ai nomi "noti". Pregiudizio
giustificato? Forse più semplicemente curiosità, motivata in parte da quella smania
di ricerca del "nuovo" a cui molti giovani musicisti hanno votato la loro arte.
Il contrabbassista
Eddie Gomez,
uno dei più famosi ed importanti musicisti della scena internazionale, già al fianco
di Bill Evans
per undici anni e che vanta nella sua lunga e invidiabile carriera collaborazioni
e partecipazioni a formazioni illustri, quale quella con Miles Davis, con
Chick Corea,
con gli Steps Ahead ed altri, si fa accompagnare oggi, nel trio di cui è
leader, dal pianista svedese Stephan Karlsson, al suo fianco da diverso tempo
e con cui ha realizzato ben quattro lavori tra cui ricordiamo il bellissimo "Dedication"
(Evidence, 1998), ed il giovane batterista newyorkese
Nasheet Waits (che scoprirò attraverso un aneddoto aver incontrato proprio
grazie al manager che accompagna il gruppo in questo tour, Toti Cannistraro).
Sarà
per fugare da subito ogni dubbio che il trio ci accoglie con "On
Green Dolphy Street"?
Dopo i primi istanti in cui ci si trova persi ad inseguire con lo sguardo
le bacchette di Waits, le dita di Karlsson, il pizzicato di
Gomez
tutto diviene chiaro, e la musica è "lei".
Eseguito in pieno registro, ma senza alcuna dimissione da parte dei due
più giovani musicisti, questo standard ci apre ad un concerto pieno, corposo, con
un interplay ricco e le caratteristiche proprie di un tempo tipicamente afroamericano:
un po' allargato, dilatato, tanto da dare l'impressione che ogni musicista ne segua
uno suo personale pur non scostandosi dal dialogo uniforme.
Molti i brani originali.
Stephan Karlsson, già insegnante di conservatorio in Texas, dimostra nei
brani a sua firma le sue ottime capacità di compositore: "Smiling
eyes", che
Gomez
esegue su un attraente registro acuto pizzicando le ottave più alte del contrabbasso;
"These is", brano che sembra essere scritto
per il leader; "Three Kings"; "Prelude
n° 4", un riarrangiamento di Chopin, che
Gomez
stesso definisce "un esperimento" con un sorriso sulle labbra ed uno sguardo un
po' perplesso, ampiamente ripagato dal compiacimento del pubblico.
Nell'immancabile e melodico omaggio a
Bill Evans,
"We will meet again (song for Harry)", l'interplay
raggiunge livelli altissimi: a Waits spetta il compito di occuparsi della
variazione di ritmo, compito che svolge egregiamente e sottilmente; Karlsson
con le sue dita improvvisa sullo schema armonico;
Gomez,
guida indiscussa del trio, disegna la trama.
Ma il vero apice del concerto lo si raggiunge con "Missing
you", a firma proprio di
Gomez
(come "Double vision", che apre il secondo set):
la liricità del contrabbasso suonato con l'arco, ad inizio e fine brano, richiama
tanto alla musica classica quanto a linee base di un blues trascinante e melodico.
In realtà anche su "Three Kings" il
nostro ci accoglie con l'arco, ma su toni gravi e registro basso, creando un integrazione
timbrica con i suoi compagni piena e rotonda.
L'ultimo brano da scaletta, precedente al bis, ci permette come non prima
di assaporare la batteria di Waits in un vigoroso solo, con frasi capaci
di creare spunto per gli altri due musicisti che non fanno nessuna fatica a reinserirsi
nel discorso.
"Never let me go" … e tutti noi lo abbiamo
desiderato.
05/09/2010 | Roccella Jazz Festival 30a Edizione: "Trent'anni e non sentirli. Rumori Mediterranei oggi è patrimonio di una intera comunit? che aspetta i giorni del festival con tale entusiasmo e partecipazione, da far pensare a pochi altri riscontri". La soave e leggera Nicole Mitchell con il suo Indigo Trio, l'anteprima del film di Maresco su Tony Scott, la brillantezza del duo Pieranunzi & Baron, il flamenco di Diego Amador, il travolgente Roy Hargrove, il circo di Mirko Guerini, la classe di Steve Khun con Ravi Coltrane, il grande incontro di Salvatore Bonafede con Eddie Gomez e Billy Hart, l'avvincente Quartetto Trionfale di Fresu e Trovesi...il tutto sotto l'attenta, non convenzionale ma vincente direzione artistica di Paolo Damiani (Gianluca Diana, Vittorio Pio) |
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Data pubblicazione: 18/02/2007
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