Jazzitalia - Live: Brasil in Jazz (Trio Madeira Brasil; Nanà Vasconcelos; Egberto Gismonti, Hamilton De Holanda)
versione italiana english version
 
NEWS
Bookmark and Share Jazzitalia Facebook Page Jazzitalia Twitter Page Feed RSS by Jazzitalia - Comunicati Feed RSS by Jazzitalia - Agenda delle novit�

Brasil in Jazz
Ravenna, 7-7 lugli o2012
di Giovanni Greto
foto di Giorgia Orioli

6 Luglio, Pala De Andrè:
Trio Madeira Brasil; Nanà Vasconcelos; Egberto Gismonti

7 Luglio, Rocca Brancaleone
Egberto Gismonti; Hamilton De Holanda; Nanà Vasconcelos
Trio Madeira Brasil
Zè Paulo Becker - chitarra acustica
Marcelo Gonçalves - chitarra acustica a 7 corde
Ronaldo Souza - bandolim
Nanà Vasconcelos - berimbau
Egberto Gismonti - chitarre a 10 e 8 corde
Hamilton De Holanda - bandolim a 10 corde

A causa di un insistente, forte acquazzone, il primo appuntamento con "Brasil in Jazz", uno degli innumerevoli percorsi tematici di Ravenna Festival 2012, è stato spostato, provocando un notevole ritardo sull'inizio del concerto, dalla Rocca Brancaleone al palazzo Mauro de André, nella periferia della città. Il primo set spettava al Trio Madeira Brasil, nato nel 1996 dall'incontro di tre virtuosi chitarristi carioca, intenzionati a reinterpretare il Choro, letteralmente "lamento", un'antica musica tradizionale, popolare, che poi si sarebbe sviluppata nel samba e nella bossa nova. Fattosi conoscere grazie al film "Brasileirinho" di Mikka Kaurismaki, il trio ha presentato un programma che spaziava dagli chorinhos a brani di compositori classici, come la "Danza de la vida breve" di Manuel de Falla, un omaggio a Pixinguinha, "Coxichao", ad Astor Piazzolla, "Fuga y Misterio" e alla parte legata alla tradizione di Antonio Carlos Jobim, del quale i tre hanno eseguito "Passarinho", un samba-choro e "Olha Maria". Non poteva mancare un brano di Gismonti, "Loro", dedicato dall'autore al celebre musicista e compositore Hermeto Paschoal, personaggio tra i più originali della musica popolare brasiliana. Il trio è infine riuscito a far cantare il pubblico in "Trenzinho do Caipirà", rilettura di un pezzo del compositore brasiliano più conosciuto al mondo, Heitor Villa-Lobos. Avvolti negli applausi, i tre hanno reso omaggio, nell'unico bis, ad una figura di primo piano della musica di Bahia, il grande cantautore Dorival Caymmi, scegliendo dal suo canzoniere ‘Vatapà', un brano in cui l'autore spiega come dev'essere preparato un piatto tipico della cucina baiana. Il trio, affiatatissimo, sembra suonare ad occhi chiusi, con un interplay ricco di ritmo e di notevoli interpretazioni solistiche.



A questo punto è comparso sul palco Nanà Vasconcelos, concedendosi alla platea solo per quindici minuti, dapprima con il berimbau, nel fraseggio e vocalità che gli si riconosce, in un frammento che voleva ricreare i suoni della foresta amazzonica, sempre più a rischio di estinzione e con un brevissimo intervento vocale, fatto di ripetizioni e accavallamenti per mezzo di congegni elettronici, nell'utilizzo dei quali Vasconcelos fu uno degli antesignani. La platea infreddolita, perplessa si guarda intorno, mugugnando. E' la volta di Gismonti, che per circa 20 minuti siede dapprima al pianoforte, dando vita a medley dei suoi pezzi più famosi, per concludere, con un eloquio in lingua inglese, similmente a quanto avvenne in un concerto che risale a venticinque anni fa nella Venezia Giulia, per raccontare, ironicamente – forse per mostrarsi spiritoso? – le virtù di un flauto di plastica. Sinceramente non si è capito. Il pubblico protesta, il direttore artistico Franco Masotti si scusa e promette l'ingresso libero alla Rocca a quanti si presenteranno ai cancelli con il biglietto dell'infelice serata.

A ventiquattro ore di distanza, forse per scusarsi, Gismonti annuncia la scaletta del programma. Salirà sul palco per primo lui stesso, alla chitarra e al pianoforte. Poi toccherà ad Hamilton. Infine l'atteso duo Nanà/Gismonti, che potrebbe ampliarsi a trio. L'acustica è molto buona, come, del resto, quasi sempre alla Rocca, anche se non c'è più la gradinata come nei bei tempi andati. Si prevede una lunga e, stavolta, felice maratona. Sdoppiandosi tra le chitarre e il pianoforte, Gismonti mostra tutta la bravura e la sensibilità melodica e ritmica di cui abbonda la sua musica. Da "Frevo" a "Em familia" a "Karate", a citazioni di Piazzolla, scorrono i brani famosi. La platea segue attenta, divisa in due tra chi lo preferisce al piano, annoiandosi alla chitarra e viceversa. Ciò che è innegabile e lodevole è che anche nei momenti romantici non si cade mai nello stucchevole. Gismonti alterna passaggi impetuosi a situazioni delicate, sussurrate. Sia al piano che alla chitarra emerge l'originalità di un musicista colto, curioso e attento alle sonorità che lo circondano.

E' una sorpresa, il lungo set di Hamilton, virtuoso del bandolim, il mandolino brasiliano, di cui ha modificato il numero delle corde, da otto (vedi Ronaldo del trio Madeira) a dieci. Basta pensare che ha iniziato a suonare a cinque anni e, a sei assieme al fratello Fernando Cesar allora undicenne, ha formato il duo ‘Dois de ouro'. Il solo pericolo, ascoltandolo, è quello di stancarsi, a causa di una sonorità persistente nei registri acuti. Ma la bravura non si discute e ascoltare la sua versione di ‘Canto de Ossanha' è stato come abbeverarsi ad una fonte d'acqua fresca e pura. Dopo una breve pausa inizia il rush finale. Gismonti alla chitarra ha piacevolmente duettato con Nanà, una collaborazione la loro che risale agli anni Settanta, testimoniata da interessanti incisioni marcate ECM. Nanà ha poi cantato a modo suo, suonato come sempre l'inseparabile Berimbau, riconoscibilissimo fin dal primo tocco sull'unica corda di un arco musicale di origine africana. Certo ripete sempre le solite cose, ma per fortuna lo fa bene. Gismonti è passato poi al pianoforte e allora Nanà è sembrato per così dire in soggezione. Più riflessivo nella scelta degli interventi, anche per evitare malintesi interpretativi. Ma il pezzo più bello, ancora una volta, è stata una lunga versione di ‘Frevo', in alternanza con ‘Karate', alla quale ha preso parte anche Hamilton. Precisione negli attacchi, negli stop e nella descrizione del tema all'unisono, da parte di Gismonti e Hamilton, i quali hanno dimostrato come in Brasile esistano musicisti originali, che raccontano qualcosa di diverso dal samba o dalla bossa nova, un genere di cui troppo spesso si abusa nel caratterizzare l'immagine dell'immenso paese sudamericano.







Articoli correlati:
18/11/2018

Jazz&Wine of Peace 2018: "XXI Edizione del festival friulano in cui il ricco cartellone dei concerti è affiancato da un altrettanto ricco calendario di eventi collaterali, musicali e gastronomici" (Aldo Gianolio)

23/07/2017

Umbria Jazz 2017: "...una inversione di tendenza rispetto alle ultime edizioni: meno rock e pop e più jazz e, con Shorter, abbiamo assistito ad uno dei concerti più belli della storia del festival e probabilmente una delle punte più alte della musica afro-americana (jazz e accademica) contemporanea." (Aldo Gianolio)

31/08/2014

Stefano Bollani e Hamilton De Holanda: "Due grandi talenti quindi per un concerto che ha immerso il pubblico in un mondo di leggerezza, di romanticismo e di espressività pervaso comunque dal grande virtuosismo dei due artisti." (Nina Molica Franco)

14/08/2013

Veredas (André Mehmari)- Alceste Ayroldi

26/08/2012

Umbria Jazz 2012 #1: Chick Corea, Stefano Bollani, Herbie Hancock, John Scofield, Joe Lovano, Esperanza Spalding, Al Jarreau, Paolo Fresu...(Pierfrancesco Falbo)

25/01/2010

Saudações (Egberto Gismonti) - Dario Gentili

08/02/2009

Intervista a Peppe Consomagno: "Costruire i miei strumenti per me non è solo una cosa fondamentale, ma profondamente vitale. Sono oggetti sonori e per me è importante conoscerli, passare per le loro fibre, ascoltarli, dialogare con loro ed emozionarsi. Tutto suona è vero, ma un buon strumento è necessario farlo entrare in musica perché egli stesso è musica. La ricerca del suono mi ha sempre caratterizzato. Ritengo che uno strumento deve produrre un gran bel suono acusticamente, ma è necessario riuscire a farlo suonare bene anche davanti ad un microfono, sia in studio che live." (Fabrizio Ciccarelli)

05/01/2009

XXIIIa Edizione di "Ai Confini tra Sardegna e Jazz" a Sant'Anna Arresi: "Dedicata alla suggestiva figura ed all'indiscutibile genialità musicale di Don Cherry, la manifestazione sarda, giunta oramai alla sua ventitreesima edizione, ha offerto diversificate sfaccettature del caleidoscopico animo artistico impresso nel tempo dal grande trombettista di Oklahoma City." (Gianmichele Taormina)

04/02/2006

Fandango Jazz Festival (N. Vasconcelos - A. Salis - P. Consolmagno)

31/10/2003

Egberto Gismonti: "Il suo modo di suonare è lussureggiante, le citazioni e le variazioni di ritmo si susseguono senza soluzione di continuità, spesso le due mani suonano ritmiche diverse sulla tastiera e sulle corde...". (Dario Gentili)

09/08/2000

Egberto Gismonti a Oristano.





Video:
Egberto Gismonti - Palhaço
Egberto Gismonti...
inserito il 22/06/2006  da soulseek - visualizzazioni: 2526


Inserisci un commento


© 2000 - 2024 Tutto il materiale pubblicato su Jazzitalia è di esclusiva proprietà dell'autore ed è coperto da Copyright internazionale, pertanto non è consentito alcun utilizzo che non sia preventivamente concordato con chi ne detiene i diritti.


Questa pagina è stata visitata 1.590 volte
Data pubblicazione: 01/10/2012

Bookmark and Share



Home |  Articoli |  Comunicati |  Io C'ero |  Recensioni |  Eventi |  Lezioni |  Gallery |  Annunci
Artisti |  Saranno Famosi |  Newsletter |  Forum |  Cerca |  Links | Sondaggio |  Cont@tti