Variazioni sul tema della felicità
Massimiliano Cerreto per
Jazzitalia
Soltanto ai più grandi poeti è dato il dono di raccontare le emozioni, e di farlo senza retorica. E' questo il caso di Markus Stockhausen,
Ferenc Snètberger, Arild Andersen e Patrice Heral.
Soltanto pochissimi dischi sono in grado di rimanere impressi nella memoria, e di chiunque. E' questo il caso di " Joyosa", il primo album del quartetto costituitosi nel
2002. Uno straordinario ensemble in cui, per scelta, nessuno degli artisti riveste il ruolo di leader. Più di un gruppo in senso tradizionale, i musicisti, ciascuno con una lunga carriera artistica ed un personalissimo modo di pensare alla musica, hanno voluto così dare vita ad una sorta di laboratorio creativo, un collettivo musicale, in cui far confluire le proprie idee. Ed è per tale ragione, per la molteplicità di matrici ispirative, che la musica di "Joyosa" sfugge ad ogni definizione di genere. Appare piuttosto che la fusione di generi diversi, dal jazz alla classica sino all'etnica, riesca a creare una dimensione sonora assolutamente originale ed innovativa.
Così, accanto a brani profondamente intimisti e suggestivi quali,
Jasmin
(composta dal trombettista tedesco Markus Stockhausen) e
The Waltz
(del bassista norvegese Arild Andersen) troviamo la trascinante
Gommè
in cui trova piena espressione l'anima gipsy del chitarrista ungherese
Ferenc Snètberger.
Al batterista francese Patrice Heral, il musicista più giovane dei quattro e l'autore di
Mona, il merito di suonare in modo estremamente creativo andando aldilà di rigide strutture ritmiche prestabilite. Infine,
Joyosa, è l'album ideale per chi crede che la felicità non sia solo un sogno, ma una delle possibili realtà della nostra anima.
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Data pubblicazione: 18/07/2004
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