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        |  Cuneiform Records 2006
 
 | The Ed Palermo Big Band Take Your Clothes Off When You Dance
 
 1. Rdnzl
  2. take off your clothes off when you dance
 3. Dwarf Nebula Processional March & Dwarf Nebula
 4. Pound for a Brown On The Bus
 5. Sleep Dirt
 6. Gumbo variations
  7. Mom and Dad / Oh No
 8. Moggio
 
 
 Ed Palermo - arranger, alto saxophone, 
guitarCliff Lyons - alto saxophone, flute, clarinet
 Ben Kono - flute, clarinet, tenor saxophone
 Bill Straub - flute, tenor saxophone
 Barbara Cifelli - piccolo, flute, baritone saxophones, clarinet
 Phil Chester - piccolo, flute, soprano & alto saxophones
 Ronnie Buttacavoli & John Hines - trumpet
 Joe Fiedler - trombone
 Charlie Gordon - trombone
 Matt Ingman - bass trombone
 Bob Quaranta - piano
 Ted Kooshian - harpsichord, organ, synthesizer
 Paul Adamy - electric bass
 Ray Marchica - drums
 Carl Restivo - guitar & vocals
 John Tabacco - vocals
 Bruce Mcdaniel - vocals & guitar
 
 All composition by Frank Zappa
 
 
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 Non sorprenda l'omaggio della "Ed Palermo 
Big Band" a Frank Zappa nel nuovo "Take your 
Clothes off when you dance", tutt'altro: l'estroso, ironico, impareggiabile 
provocatore inaugurò i suoi anni Settanta con la propria filosofia della "freaky 
music" stravolgendo i canoni ascendenti del rock ed aprendo un nuovo modo di 
"disordinare" il jazz: fu il suo un compatto e volutamente malevolo lavoro sull'ambiguità 
del consumo, una polluzione di trame sonore dagli intrecci divertiti quanto paradossali, 
energici, kitsch nella scelta delle armonie e dell'orchestrazione, un sistema 
di idee innovative basate su flussi soggettivi vibranti di spinte creative plurime 
e difformi, stranianti e provocatorie.
 Ed Palermo restituisce in modo filologicamente impeccabile quegli istanti 
- onirici e pirotecnici - che molte possibilità potrebbero ancora offrire, volutamente 
distante da eccessi virtuosistici o coloriture troppo ardue: una prova da ascoltare 
con attenzione per le efficaci figurazioni esposte secondo fraseggi intelligenti 
ed eclettici, nonostante le architetture armoniche dello stralunato chitarrista 
americano siano, come ognuno sa, di grande complessità.  Con intento tutt'altro che documentaristico, la band attorno a quelle 
partiture esibisce convincenti slanci specie nei soli, restituendo all'ascoltatore 
il vertice da sound machine raggiunto dalla sezione fiati delle orchestre 
di Zappa, quei "futuri possibili", quelle prefigurazioni dense di risorse, 
che paiono dar vita ad una quanto mai attuale quadratura di scoperta e di ricerca. Un viaggio, questo, che appare sempre pronto a reinventare se stesso, 
una filosofia strumentale tesa a raggiungere l'apice dell'immaginazione, per giungere 
ad una visualizzazione dell'equilibrio dinamico fra progetto strutturale ed imprevedibilità 
della performance come, a parere di chi scrive, meglio non ci si potrebbe 
augurare. Fabrizio Ciccarelli per Jazzitalia
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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| Questa pagina è stata visitata 2.359 volte Data pubblicazione: 12/04/2008
   
 
 
 
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