Bollicine di jazz e tanto rock! Alcune modiche performance profumano di
jazz – ed anche acido - il resto ha tinte orientali, soprattutto lampi organizzativi
da gruppi cult del rock progressive.
Solo nei fiati echeggiano suoni vicini al jazz. I riff di chitarra si
scontrano con le scorribande di tromba e si ammorbano nei cori dalle tinte pellerossa
che chiudono When I see a Mommy
I fell like a mummy.
I chase dei fiati aprono a dei soli volutamente stonati, distonici aspramente
martoriati in una sorta di punk-jazz-rock sostenuti da ostinati dal sapore latino
della chitarra, così come accade in
Abba Zaba.
Pachuco Cadaver è
una sorta di marcia (funebre?) con orchestrazioni acide, ovviamente.
Interessante la track
When It Blows Its Stacks
che riprende – in modo distorto – il refrain di Summertime e ne elabora il
tema.
Ad un lungo titolo, invece, corrisponde un brano molto breve, di chitarra
solo che mette in evidenza la discreta tecnica di Gary Lucas:
A Carrot is as close as a rabbit gets
to a diamond.
Le alchimie rock si susseguono con coraggioso carattere anche in
Sugar 'n Spikes e
When Big Joan Sets Up alternandosi
a profumi jazzistici tra gli albori delle big band ed il free.
E così fino al termine del lavoro, ad eccezione dei ritmi funk di
Tropical Hot Dog Night.
Il risultato: prendete un po' di rock, un pizzico di psichedelica, ritmi
latin. Lasciate riposare ed aggiungete un pugno di funk e di jazz. Dopo aver mescolato
con cura, versate del Dixieland, non prima di essere intervenuti sul pitch control.
Servite tutto su un letto di radici blues e decorate con colori noir.
Avvertenza: agitate bene le orecchie prima dell'uso.
Alceste Ayroldi per Jazzitalia