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Simone Faliva
Sordità Selettive
Believe - SM Records (2012)
1. Invocazione
2. La vergine in prova
3. Il sogno di Maria
4. Buongiorno!
5. Canzone d'autunno
6. Il mangiasassi
7. L'inverno dei canarini
8. Torri omozigote
9. Tata
10. L'acqua
11. La sabbia
Simone Faliva
- electroacoustic composer & sound designer
Claudio Scannavini & Andrea Massarotto -
composers
Paolo Canova, Claudia Scapolo, Olga Scalone e Patrizia Zarpellon
- voices
Il terzo cd di
Simone Faliva
conferma gli aspetti positivi del precedente "Il
quinto chicco del melograno". Il disco è, infatti, pieno di intuizioni e
di trovate. Sovente si tratta di brevi folgorazioni, di flash inattesi. Altre volte
le idee musicali vengono iterate in brani dall'andamento uniforme, ma non piatto.
Si aprono all'improvviso scenari inconsueti e contrastanti che si chiudono repentinamente
per tornare ad ambienti sonori prevalentemente elettronici. Faliva ribadisce la
sua abilità nell'organizzare i vari pezzi, sembra tutto studiato nei dettagli, da
cima a fondo. L'estemporaneità è limitata al minimo indispensabile. A dar man forte
al titolare del cd sono stati chiamati Claudio Scannavini e Andrea Massarotto responsabili
ciascuno di una traccia.
Si comincia con un'"Invocazione" un po' disarmante che
contiene un invito di basso profilo, a spegnere i cellulari, espresso in maniera
ampollosa e aulica. Non se ne sentiva l'urgenza. Si prosegue con "La vergine in
prova", titolo vagamente alla Carmelo Bene, corredata da versi in francese, da un
subisso di effetti elettronici e da un frammento cantato in stile musical di Broadway.
"Il sogno di Maria" è una delle punte del cd ed è dovuta a Scannavini. Qui si incontrano
e scontrano canto lirico, accenti tardo-romantici, sospiri inquietanti, riff di
ottoni insistiti, cigolii sinistri, aperture classiche degli archi. Una complessità
esibita che si amalgama incredibilmente. "Buongiorno" è giocata, invece,
su un dialogo fra metallofoni ripetitivo o ossessivo, ma efficace.
"Canzone d'autuno" è rumoristica e tende a rappresentare i suoni di un bosco
parecchio animato, alternati alla voce, velata da un filtro, di Patrizia Zarpellon.
"Il mangiasassi" di Massarotto si carattterizza per le parole che sembrano
prese pari da un'enciclopedia, nascoste o coperte da fischi e variazioni irregolari
provenienti dalle macchine.
Gli episodi meno convincenti sono "L'inverno dei canarini" e "Torri omozigote",
costituiti da sequenze elettroniche piuttosto monotone che racchiudono la pretesa,
da parte dell'autore, di descrivere un preciso e definito quadro ambientale. In
"Tata" si scopre un brandello melodico, interrotto periodicamente da un solo di
batteria. C'è pure un piccolo intermezzo jazzistico(più unico che raro), una fisarmonica
"musette" e un'armonica a bocca capitata lì non per caso. Un campionario di voci
opposte, ma non in opposizione.
"L'acqua" è solcata da un lungo solo di pianoforte liquido, non poteva essere
altrimenti, molto ritmico e incisivo. Infine "La sabbia" è connotato da una tastiera
percussiva e da turbolenze tecnologiche conseguenti.
Succede un po' di tutto in queste "Sordità selettive".
Si apprezzano, a conti fatti, il coraggio o l'audacia di
Simone Faliva,
ma non ancora la capacità di governare pienamente le sue tante invenzioni. Sovente,
infatti, si lascia trasportare da tanti spunti, tutti interessanti, senza riuscire
a coordinarli in un discorso unitario e coerente.
Gianni Montano per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 02/02/2013
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