Cari lettori, prima di trattare come si suona l'Organo Hammond, penso sia giusto rispondere alla domanda cos'è l'Organo Hammond; questo ci aiuterà a suonare più coscientemente il nostro amato strumento.
Laurens Hammond
(1895-1973), orologiaio di professione, decise un bel giorno di
primavera di inventare uno strumento in grado di sostituire gli strumenti a
canne presenti nelle chiese studiando un sistema per riprodurne il suono
caratteristico.
Nel Gennaio del
1934
Hammond portò il suo "prototipo imballato" nell'ufficio brevetti degli Stati Uniti a Washington e, in un tempo quasi da record, ne ottenne il brevetto, poco tempo dopo
Henry Ford gli
assicurò il primo ordine di sei organi. La beffa vuole che l'organo fu
considerato inizialmente un fallimento perché non riusciva ad imitare il suono
dell'Organo a canne e aveva un suono con un "pessimo attacco", venne quindi
escluso a priori. A me piace pensare che l'organo hammond, se pensiamo
all'organo a canne come il "campionatore" più vecchio della storia, sia
stato il primo "sintetizzatore" della storia.
Il 15 aprile
1935
l'organo
fu ufficialmente presentato al pubblico nel contesto della prima e unica Fiera
delle Arti Industriali nel palazzo RCA di Radio City.
Sia Pietro A.Yon, organista della cattedrale di San Patrizio, che
Fritz Reiner, diventato in seguito conduttore dell'orchestra sinfonica di Chicago, si erano avvicendati alla tastiera per provarne gli effetti.
Anche George Gershwin si era esibito con il nuovo strumento rimanendone positivamente impressionato al punto di ordinarne subito uno.
Il suono dell'Hammond di distinse subito per la sua diversità da tutti gli strumenti simili dell'epoca e in breve tempo invase tutto il mondo riscuotendo un successo grandioso.
Fu subito notata la sua versatilità per tutti i generi musicali cominciando dalla musica sacra nelle chiese, alla musica moderna nel rock, nel jazz, nelle colonne sonore dei film.
L'organo Hammond elettrofonico divenne un simbolo di altissima qualità, pienezza musicale unica al mondo ed ancora oggi è il più imitato e mai eguagliato.
Con l'arrivo nel
1940
degli amplificatori rotanti di "Don Leslie" si creò una combinata vincente che fece diventare, negli anni
'50/'60, l'Hammond così popolare da farlo ritenere il "re" incontrastato nel mondo degli organi elettrici.
Ethel Smith (www.organstudio.com), fu una delle prime organiste a capire le possibilità di questo strumento tanto che già negli anni
'40, fondò varie scuole e istruì corsi per
Hammond Organ che pubblicò con grandissimo successo, incise numerosissimi
dischi, dimostrando come si potesse usare questo strumento anche nella musica
"moderna" e non soltanto per accompagnare canti Gospel.
I l fenomeno Ethel, poco conosciuto in Europa, era apprezzatissimo da tutti gli americani per il suo modo di suonare dolce ed estremamente espressivo, usando magistralmente i preset ella riusciva a interpretare la musica dell'epoca colorandola con i "colori pastello" dell'Hammond, fu certamente la chiave dell'immediato successo commerciale, che fino a quel momento era limitato ai soli teatri, chiese e scuole in cui l'organo veniva usato solo come strumento d'accompagnamento.
Ethel Smith dimostrò che l'Hammond poteva essere uno strumento completo in grado di sostituire una intera orchestra.
E' in quel periodo che a Chicago intuiscono le grandi potenzialità commerciali dello strumento e infatti la pubblicità dell'epoca cambia rotta indirizzandosi verso quel ceto medio-alto in grado di spendere, anche a rate, una cifra notevole per uno strumento che "rallegrerà" le serate in famiglia.
Non a caso nelle copertine dei depliant dell'epoca è spesso raffigurata una donna che suona un Hammond circondata dai figli sorridenti e dal marito orgoglioso.
Questa immagine/quadretto fa breccia nel cuore degli americani e l'organo Hammond diventa in poco tempo uno status symbol al quale pochi riescono a resistere, nascono così i primi "Organ Center" o "Organ Studios" in cui si tenevano corsi per imparare presto e bene a suonare i motivi di moda o I classici di sempre. Nel frattempo la fabbrica, non dormendo sugli allori, migliora continuamente il proprio gioiello apportando modifiche sostanziali, quali il doppio generatore per il
Chorus poi sostituito dal vibrato scanner e che avrebbe dovuto essere la risposta al
Leslie, ed infine la percussione.
La strada aperta da Ethel Smith viene proseguita da grandi jazzisti (Fats Waller
già nel
'38
usò l'Hammond ma io non lo considero un "Hammondista" a tutti gli effetti in quanto l'uso che ne fece non fu prevalente rispetto al piano suo strumento d'origine) fra tutti si colloca al primo posto
Wild Bill Davis, suo il nuovo modo di suonare ed armonizzare con i "Block Cord", volumi sostenuti mandano spesso in distorsione il suo
PR40, grande uso di "full organ" con vibrato V3, un modo di suonare completamente innovativo che affascina molti giovani pianisti fra cui un ossoluto ragazzo di vent'anni di nome
Jimmy Smith.
Jimmy Smith va ad ascoltare spesso Wild B. Davis e intuisce quale sarà il suo futuro. Essendo già valido pianista, scopre le potenzialità della percussione e gli è congeniale il triggheraggio singolo sviluppando una tecnica ed un nuovo suono molto più adatto al genere che lui preferisce, studia per un paio d'anni e nel '54 forma il primo "Organ Trio" che avrà uno strepitoso successo fra gli amanti del Jazz ma non solo.
Anche
Jimmy Smith concorre ad una maggiore diffusione dell'organo Hammond nel mondo musicale professionistico
Qualche anno dopo arrivano le orde di rocchettari che maltrattando tastiere, valvole, drawbars, nonché tagliando gambe, segando fiancate, buttando via coperchi e panche varie, lasciando immacolate le pedaliere, regalano ad una gioventù ribelle quel suono spacca timpani a cui molti organisti futuri faranno riferimento, stravolgendo e rendendo ormai irriconoscibile lo strumento alle orecchie di chi lo aveva inventato.
Alla fine degli anni
'60, a Chicago per Hammond, il tempo delle vacche grasse andava
scemando, per due principali motivi: il costo insostenibile per i comuni
mortali, e la crescente avanzata della concorrenza sia delle altre ditte
costruttrici di organi con generazione a transistor, quindi con costi più bassi
e più ampie possibilità timbriche, sia dalle potenti spallate date dal veloce
sviluppo dei sint., piani elettrici e tastiere multitimbriche in cui anche
l'Italia ha avuto un ruolo di primo piano.
Il periodo che va dal '70 al
'74
coincide sia con la ricerca di nuove tipologie di utenti sia con il minor numero di
Organi Hammond B3 mai
prodotti. Questo calo, secondo me fisiologico, condiviso dalla maggior parte
delle case costruttrici di organi, coincise anche con le nuove tendenze musicali
che non prevedevano più l'uso di questi ingombranti strumenti, prevalentemente
sostituiti sia in studio che live dai più "compatti" sintetizzatori
polifonici.
L'Hammond è quindi legato ad un preciso periodo storico/musicale in cui le sue potenzialità vengono sfruttate non solo da alcuni musicisti (pochi per la verità), come si potrebbe pensare, ma da una larga parte della popolazione americana prima, mondiale dopo, che si lascia influenzare sia dal suono completamente nuovo, sia dalle infinite possibilità timbriche ed espressive, che, per la prima volta, mette in condizione di chi suona di non aver bisogno di nessun altro.
E' chiaro comunque che la maggior parte di organi venduti sono appannaggio dei musicisti dilettanti quindi di persone con i più svariati gusti musicali che trovano nell'Hammond uno strumento polivalente in grado di soddisfarli in qualunque genere musicale si cimentino.
I professionisti che potevano permettersi un B3 erano veramente pochi, e non lo potrebbero ancora oggi se il prezzo fosse rivalutato rispetto al valore di trent'anni fa, che equivaleva ad una automobile di grossa cilindrata di € 30.000, contro il costo attuale di attorno agli € 8.000 circa.
L'Hammond di Chicago, esplorò altre vie e altre soluzioni più economiche per risollevarsi e scongiurare quello che poi fu costretta a fare dopo la spallata decisiva proveniente dal Sol Levante, e, voglio ricordarlo oltre a Sansone crollarono tutti o quasi i Filistei occidentali.
Nessun manuale che citasse la diteggiatura di J.Smith, i virtuosismi di
K. Emerson, il settaggio di J. Lord, avrebbe potuto scongiurare la fine dell'impero.
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COMMENTI | Inserito il 20/10/2008 alle 18.32.39 da "g.asteggiano" Commento: ciao carissimo Simone,io sono un possessore di un hammond L100 "la spinetta" che suonavo discretamente bene in maniera amatoriale 30 anni fa in un complesso:"LA QUINTA STRADA" adesso ho 53anni,e con gli stessi amici di allora ci siamo rimessi in competizione.suonando pezzi anni 70/80/90. a Bologna,da Organ studio,ho acquistato un C3 portatile,e devo dirti,che ho molte difficoltà nel suonarlo,credo che con questo tuo grande aiuto,riesca a superarle,grazie di cuore.BEPPE | | Inserito il 31/10/2008 alle 15.03.32 da "alaimopsy" Commento: Trovo di grande interesse le lezioni sull'Hammond! A quando le prossime? Complimenti per il sito e per tutto quello che fate (con serietà)per la musica. Maurizio | |
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Data pubblicazione: 01/11/2003
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