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TAKE 6 – God's Love We Deliver
New York Hilton, 21 gennaio 2004 di Sandra Kimborough trad. di Eva
Simontacchi
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Qui a New York City "God's Love We Deliver" è il nome di una organizzazione umanitaria che si occupa di migliorare le condizioni di vita e di benessere delle persone gravemente malate sparse per tutta la città, consegnando presso il loro domicilio pasti freschi e nutrienti ogni giorno.
Questa settimana il gruppo jazzy gospel a cappella, vincitore di award,
Take 6 si è presentato alla conferenza IAJE con la sua personale missione di servizio umanitario: porgere, per il benessere di tutti gli ascoltatori, un equilibrato e nutriente messaggio dell'Amore di Dio, tratto dal loro menù musicale di gospel, jazz, pop, R&B, doo-wop, e oltre. La loro esibizione a cappella con accompagnamento strumentale presso la Sala da ballo Dell'Hilton in occasione della Conferenza IAJE a NYC, la notte del 21 gennaio ha lasciato il pubblico in delirio, e ha fruttato loro una
standing ovation. Senza dubbio, il pubblico era ancora affamato delle calde e deliziose armonie dei Take 6, e dei suoi gustosi vocals: il gruppo si è dovuto ripresentare sul palco per un secondo inchino…
Ho incontrato nel backstage due dei membri
dei Take 6, Joey Kibble e Alvin Chea, subito dopo quel concerto esplosivo. Desideravo esplorare l'evoluzione musicale del gruppo e la loro costante missione di porgere al pubblico il messaggio dell'amore di Dio. Desideravo anche saperne di più circa la loro passione per l'Italia ed il loro imminente tour (10 concerti) in Italia nella Primavera del 2004.
Sandra Kimbrough (SK):
Siete stati grandi stanotte. Il pubblico vi ha gratificati con una standing ovation! Cosa ve ne pare?
Joey Kibble (JK) /
Alvin Chea (AC):
Siamo stati benedetti. Ci siamo veramente divertiti!
S.K.:
Raccontatemi: come ha avuto inizio l'avventura dei Take 6?
J.K.:
Il nostro gruppo si è formato nel 1980. Eravamo un gruppo vocale del campus del college, in effetti. La nostra scuola, l'Oakwood College a Huntsville in Alabama, aveva una tradizione musicale veramente forte e noi eravamo solo uno dei numerosi cori e quartetti che cantavano al campus.
Alvin ed io facciamo in realtà parte della seconda generazione dei membri Take 6. Io sono entrato nel 1991 quando
Mervyn Warren lasciò il gruppo.
A.C.:
Si, e io sono entrato nel 1985, con Cedric
e David, quando alcuni degli altri membri terminarono gli studi e lasciarono la scuola.
Claude e Mark sono i membri più anziani e originali. Sono nel loro ventiquattresimo anno con il gruppo!
S.K.:
Dunque i membri del vostro gruppo sono rimasti sempre gli stessi per quasi 20 anni, è straordinario. E' rimasto altrettanto costante anche il sound dei Take 6? E come descrivereste voi la vostra musica?
A.C.:
Noi siamo stati descritti come jazz doo-wop Cristiano contemporaneo, e anche come jazzy gospel contemporaneo. Personalmente descriverei il nostro gruppo come "musica a cappella e oltre".
S.K.:
Musica a cappella e oltre?
J.K.:
Sì. Le nostre radici affondano nel gospel, ma siamo fortemente influenzati dal doo-wop degli anni
'50
e '60, come anche dal sound delle big band, del gospel vecchio stile e anche dal barbershop e altra musica.
A.C.:
E diciamo "oltre" perché non si tratta di un solo genere. Amiamo tutta la musica, e abbiamo cantato praticamente tutti i generi musicali, inclusi jazz, gospel, doo-wop, latin, R&B, hip-hop, opera, pop, e persino country western. Per esempio il mio brano preferito è probabilmente quello che abbiamo eseguito con gli
Yellowjackets per un progetto natalizio, e anche uno che abbiamo fatto con
Johnny Mathis anni fa. Molto diversi.
J.K.:
Ma stiamo ancora evolvendo e crescendo, e ci stiamo aprendo a cose nuove e a stili musicali nuovi.
S.K.:
Come vengono creati i vari stili musicali dei Take 6 e chi se ne occupa?
J.K.:
Tutti noi scriviamo e ci occupiamo degli arrangiamenti, e tutti noi suoniamo uno o più strumenti. Alcuni di noi hanno ricevuto una formazione formale, come Cedric, che è diplomato in teoria musicale. Lui e Mark sono gli arrangiatori principali, ma contribuiamo tutti. Le parti vocali vengono generalmente arrangiate come per big band, e impariamo le nostre parti attorno a un piano piuttosto che usare un sacco di musica scritta; poi le registriamo. Ricorda però, che noi siamo tutti strumentisti, e anche le nostre parti strumentali vengono incorporate nei concerti.
S.K.:
E ora torniamo al vostro "messaggio"… dalla risposta del pubblico al vostro concerto di stanotte si direbbe che il pubblico si colleghi molto ai Take 6 e alla musica, sia che riconoscano o meno l'elemento divino in ciò che fate.
A.C.:
Ogni artista ha il proprio messaggio. Il nostro è: "Dio è Amore, e desidera entrare in contatto con te." Questa è, e sempre sarà la nostra missione, qualsiasi sia lo stile musicale che cantiamo. Non stiamo cercando di predicare. Ma abbiamo problemi come tutti quanti, e trovo che le persone tendano a capire e a collegarsi con le stesse cose che hai passato tu. Questo è ciò che ci aiuta a farcela, e ci fa stare bene. Desideriamo condividere queste cose con gli altri, incoraggiandoli e sostenendoli.
S.K.: Cosa c'è in vista per i Take 6?
J.K.:
Torniamo in studio il mese prossimo per preparare il nostro prossimo CD, che dovrebbe uscire nella Primavera del 2004. Poi torneremo in Italia in primavera per 10 concerti, e per il debutto internazionale del nostro CD. Abbiamo fatto concerti in Italia anche lo scorso anno, ma quest'anno abbiamo in programma di fare le cose più in grande, di fare più date. Ne siamo entusiasti. Amiamo già talmente tanto l'Italia, che tutti noi ci siamo tornati un paio di settimane fa solo per trascorrervi un week end! Tenete d'occhio il nostro sito
www.Take6.com per conoscere le date e i luoghi del nostro Tour in Italia in Primavera.
Sandra Kimbrough, President of The Kimbrough Company, LLC, a public relations/marketing/events management firm in New York & New Jersey conducted this interview January 21, 2004 for Jazzitalia.
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Data pubblicazione: 14/02/2004
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