I Take 6
sono nati nel 1980 come gruppo gospel a cappella
di un piccolo college nel sud degli Stati Uniti. Claude McKnight aveva formato
un quartetto a cappella all'Oakwood College di Huntsville (Alabama).
Furono
uditi da Mark Kibble mentre provavano in un bagno prima di uno spettacolo.
Mark aveva conosciuto Claude a Buffalo, dove frequentavano la stessa chiesa e quella
sera si unì ai quattro cantanti. I membri del gruppo cambiarono molte volte man
mano che i ragazzi si laureavano. Nel 1987 firmarono
un contratto con la Warner/Reprise Nashville, e assunsero ufficialmente il nome
Take 6
(formato da Claude McKnight, Mark Kibble, Mervyn Warren,
Alvin Chea, Cedric Dent e David Thomas).
Dopo un debutto storico con l'album
Take 6 (1988)
e una sequela altrettanto interessante, "So
Much To Say" (1990), Mervyn Warren
si distaccò per proseguire la carriera di produttore (Handel's Messiah: "A Soulful
Celebration", la colonna sonora di Sister Act II,
Manhattan
Transfer, etc.). Joey Kibble, il fratello minore di Mark Kibble
fu invitato a prendere il suo posto. Ogni album dei
Take 6
ha vinto il disco di platino o d'oro. Dal 1991
ad oggi sono usciti "He Is Christmas"
('92), "Join
The Band" ('94)
e sono state completate varie tournée, per promuovere i loro album a partire da
"Join The Band", "Brothers"
('96), "So
Cool", "We Wish You
A Merry Christmas", "Greatest
Hits", "Live"
e "Beautiful World"
(2002).
Non c'è dubbio che lo stile dei
Take 6
abbia avuto un'influenza senza pari sulla musica pop moderna. Pur continuando a
cambiare l'espressione e le prestazioni, resta costante fino all'ultimo album il
tema e il destinatario delle loro canzoni, che sono una costante dichiarazione di
fede nella potenza di Dio in stile gospel, jazz con influenze r&b, e altri vari
stili musicali. La base spirituale e le armonie riccamente stratificate ed eccezionalmente
estrose sono molto coinvolgenti.
Eva Simontacchi: Come
preparate una nuova canzone per il vostro repertorio?
David Thomas:
Spesso quando cantiamo in studio, dobbiamo aggiustare un po' l'arrangiamento per
poterlo inserire nel repertorio dello spettacolo live. Una volta fatto questo, proviamo
per circa due o tre settimane, ed è fatta! In effetti, proviamo tutte le nostre
canzoni per circa due o tre settimane.
E.S.: Desideravamo toccare
questo argomento in quanto molti gruppi vocali sono interessati a sapere come fate
ad ottenere tutti questi risultati. Ciò che avete da dire o
suggerire
è importante per i gruppi ed i cantanti che vi seguono e che possono attingere alla
vostra esperienza. Fino a che punto sono importanti le prove?
D.T.:
Le prove sono molto importanti. Prima
che uscisse il nostro primo album, mentre ci stavamo preparando per uno spettacolo
per il quale invitammo varie compagnie discografiche, provammo
per circa un anno, dalle 30 alle 40
ore alla settimana. Eravamo tutti a scuola, e provavamo durante i week-end, dal
venerdì alla domenica, per circa 30 ore. Provavamo fino alla nausea……. Fino a
non poterne più. Abbiamo provato talmente tanto, che alla fine le nostre
armonizzazioni e il nostro impasto vocale sono divenuti per noi una seconda
natura. Ogni tanto dobbiamo ancora darci una "spolveratina", ma non abbiamo più
bisogno di lavorarci sopra tanto duramente, perché è importante che il tempo
venga ben utilizzato e gestito.
E.S.:
Come provate adesso? Quante volte
alla settimana o al mese provate prima di un concerto o un tour?
D.T.:
Uno dei benefici che ci è derivato
da tutte quelle prove che abbiamo fatto nel periodo iniziale è che l'abbiamo fatto
per talmente tanti anni che ora riusciamo subito a concentrarci, a focalizzare.
Non abbiamo bisogno di andare in studio. Ci ricordiamo come l'abbiamo fatto, e ci
aiuta a ridurre i tempi necessari prima di ogni spettacolo. Dunque, dopo essere
usciti con un album, proviamo per un periodo molto concentrato di circa tre settimane,
poi dopo ripassiamo un po', per accertarci di terminare tutti insieme, di respirare
nello stesso punto,di essere tutti quanti sulla stessa pagina emotiva. Lo facciamo,
ogni tanto. Poi, se ci rendiamo conto che una canzone ha perso un po' del suo smalto
durante un concerto, ne parliamo tra di noi, e diciamo: "Oh, non aveva un buon
sound", e il giorno dopo la ripassiamo nuovamente.
E.S.:
La cosa più importante per un gruppo
vocale…
D.T.:
Direi due cose più che una: è importante
che la voce sia in condizioni ottimali quando si ha una serata, e una delle cose
che abbiamo imparato è che – soprattutto se si parla di un gruppo in tournée – bisogna
dormire il giusto numero di ore ogni notte. Non si possono fare troppe feste, e
stare alzati di notte, perché se lo fai per un paio di
settimane,
ti ritrovi rauco...ed è la fine del tour! Dunque, un buon sonno regolare e ristoratore,
bere molta acqua, e fare degli esercizi di riscaldamento vocale per un'ora o quaranta
minuti prima di ogni spettacolo.
E.S.:
E lo fate sempre? Ognuno di voi?
D.T.:
Si. Non dobbiamo necessariamente riscaldarci
tutti insieme, lo facciamo anche ognuno per conto suo, basta che le nostre voci
siano state scaldate e siano pronte e presenti. Poi ci troviamo per il sound check,
e ci si scalda ulteriormente, ma tutti insieme.
E.S.:
Come affrontate i problemi che
sorgono all'interno del gruppo quando non riuscite a trovarvi tutti d'accordo su
qualcosa? E' una domanda un po' impicciona...
D.T.:
No, è un'ottima domanda! E' così che
i gruppi restano uniti, ecco da dove viene la longevità!
E.S.:
Dato che il vostro gruppo è
un esempio per tutti i gruppi vocali, abbiamo bisogno dei vostri consigli!
D.T.:
Per essere onesto, abbiamo anche noi
dei problemi, come qualsiasi altro gruppo. Ciò che abbiamo imparato, l'abbiamo imparato
sulla nostra pelle; essendo una pura democrazia, i problemi vanno risolti sulla
base della maggioranza. A volte ci troviamo 4 a 2, a volte si tratta di decisioni
assolutamente unanimi che ci trovano tutti d'accordo, mentre a volte ciò non accade.
E capitano anche dei casi in cui, anche se ti trovi in minoranza, ma dici: "Questa
cosa proprio non la posso fare", gli altri, dopo averne discusso, rispondono:
"Ok, se per te è così importante o se questa cosa ti fa stare male, non la faremo".
Dunque è un cocktail di pura democrazia, ma se qualcuno ha dei grossi problemi ad
accettare una cosa, allora bisogna per forza trovare una soluzione. Agiamo come
una famiglia.
E.S.:
Essendo un gruppo Cristiano, e
credendo nell'Amore, certamente questo vi aiuta...avete qualcosa in più...
D.T.:
Se si trattasse di pura democrazia,
ed i due in disaccordo ricevessero un bel "a noi di voi non importa nulla"
sarebbe un conto...Ma dato che l'Amore di Dio è parte di noi, se una cosa è troppo
pesante perché tu riesca a sopportarla, allora non la faremo. Ci è capitato di rinunciare
a contratti da milioni di dollari semplicemente perché uno di noi ha detto: "Non
riesco proprio a sentirmi a mio agio in una situazione simile"... Non è facile,
onestamente devo dire che non è per niente facile, sto dicendo la verità. Ma il
fatto è che Dio ha fatto talmente tanto per noi che il minimo che possiamo fare
è far qualcosa l'uno per l'altro.
E.S.:
Gospel, jazz, doo-wop, latin, R&B,
opera e pop...Avete intenzione di includere altri stili musicali nel repertorio
del vostro gruppo vocale a cappella?
D.T.:
Una delle cose che abbiamo appreso
con il trascorrere degli anni è che quando ci capita di ascoltare qualsiasi tipo
di musica, se riesci a percepire l'emozione di chi canta,
e
senti che sono veramente presi dalla musica che fanno, diventa ancora più interessante,
e allora ci capita di dire: "Che bella musica! Dovremmo fare anche noi qualcosa
di simile!" Ed ecco come si incorporano i vari stili diversi. Abbiamo avuto
la benedizione di girare il mondo intero e abbiamo raccolto influenze un po' ovunque.
E.S.:
Sono certa che raccoglierete
presto qualcos'altro da proporci…
D.T.:
ne sono certo anche io...Dobbiamo
farlo a volte, giusto perché la cosa rimanga stimolante e interessante anche per
noi. Dobbiamo divertirci!
E.S.
C'è un progetto che non avete ancora
intrapreso e che vorreste realizzare come gruppo?
D.T.:
Oh, si! Ed è un progetto sul quale
stiamo lentamente lavorando da tempo. Di tanto in tanto facciamo delle date con
delle Orchestre Sinfoniche, dunque ci piacerebbe portare avanti un intero progetto
con un'Orchestra Sinfonica...
E.S.:
Ve lo meritate davvero, e ve lo
auguriamo presto! Ci auguriamo anche di poter ascoltare a breve un vostro nuovo
album!
Il Concerto
Alvin Chea, Cedric Dent, Joel Kibble, Mark Kibble,
Claude McKnight e David Thomas danno inizio al loro concerto con "Come
On", brano di apertura, e le loro voci calde riempiono la sala di armonie
ricercate. Durante la serata abbiamo l'opportunità di ascoltare "Wade
In The Water", "All Blues", "Just
In Time", "Lamb Of God",
"My Friend", "Smile",
"Over The Hill Is Home",
"We Don't Have to Cry",
"Grandma's Hands" (Bill
Withers), "I've Got Life"
e "Spread Love", in
cui invitano il pubblico a cantare con loro.
Il concerto è stato estremamente coinvolgente, a volte andando a toccare
delle corde emotive profonde, a volte riempiendo la sala di energia e allegria,
il tutto sempre ed esclusivamente per mezzo della loro voce: la linea del basso,
la ritmica, le melodie e le armonie. E' stato un ottimo concerto, grandemente apprezzato
anche da parte del pubblico.
14/02/2004 | Jazzitalia intervista in esclusiva i Take 6 a New York: "...Amiamo tutta la musica, e abbiamo cantato praticamente tutti i generi musicali, inclusi jazz, gospel, doo-wop, latin, R&B, hip-hop, opera, pop, e persino country western." (Sandra Kimbrough) |
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Data pubblicazione: 20/11/2005
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