Intervista a Gerardo Frisina
1 agosto 2010
di Mario Melillo
Gerardo
Frisina, insieme a Luciano Cantone e Davide Rosa, ha seguito i passi
dell'evoluzione artistica della casa discografica Schema Records.
Il suo primo progetto, in veste di produttore, è stato “Neos”, concepito
con Bruno Bolla e Gianni Bedori, che ripropone le opere di noti
artisti influenzati profondamente dal sound latin, brazilian e jazz
e che hanno cercato di estrapolare gli aspetti più reconditi di
queste sonorità. I successivi progetti sono stati The Cabildos,
Up e la serie Metti Una Bossa A Cena. Il suo contributo maggiore
è stato la divulgazione del sound della Clarke-Boland Big Band,
a cui è seguita la fondazione della Rearward Records, che ha acquisito
la maggior parte del catalogo della gloriosa big band europea e
ristampato vecchi capolavori del jazz degli Anni Sessanta.
Accanto a questa attività discografica, Gerardo Frisina ha sempre
continuato la sua attività di dj e col suo “Ad Lib”, datato 2001,
diventa artista a tutti gli effetti. In “Ad Lib” rivisita il sound
latin jazz con contaminazioni brasiliane e con l’ausilio di tecnologie
che esaltano il calore del suono.
Dopo l'uscita del primo album, Gerardo inizia ad occuparsi di remix,
con lavori quali “Black Forest Stomp” degli Hipnosis per l'etichetta
tedesca Perfect Toy e “Barloventeño Blues” di Frank Hernandez per
la Dejà Vu. Nel 2003 con Schema Records esce “Hi Note”, il secondo
album, che rappresenta l'evoluzione personale del suono latin jazz
nella produzione di questo artista. Rispetto al disco precedente
sono cresciute le collaborazioni con diversi importanti jazzisti,
che hanno segnato un progressivo abbandono del lounge easy listening
a favore del recupero del calore latin jazz. Nel 2004 intensa è
la sua attività nei club italiani ed europei sino ad arrivare a
quest’anno, nel quale Gerardo Frisina è approdato con un lungo tour
in Giappone, paese che gli ha permesso di toccare con mano il livello
di popolarità raggiunto su quel mercato. Nel novembre di qeust’anno
la Schema Records pubblica “The Latin Kick”, un album con il quale,
pur mantenendo lo stile jazzistico già messo in evidenza in “Hi
Note”, Gerardo esprime il suo lato più ritmato, con molti brani
adatti al dancefloor. Oltre ai fratelli Lo Greco ed a Luigi Bonafede,
che già hanno collaborato con Gerardo negli album precedenti, Helena
De Piño ha contribuito con il canto, Hendrixon Mena ha aggiunto
tromba, flicorno e su due tracce il pianoforte, Germano Zenga i
sassofoni e Francesco Pinetti il vibrafono. Per quest’album, Gerardo
Frisina ha composto nove tracce originali e si è cimentato anche
con alcune cover: “The Gods Of The Yoruba” di Horace Silver, “The
7th Day” di Freddie Hubbard e “Gosto De Que È Bom” dei brasiliani
Ademir Carvalho e Shirley Sandala. Parallelamente, Gerardo ha intensificato
anche la sua attività di remixer, curando, tra gli altri, il remix
di “Swing Low, Sweet Cadillac” di Dizzy Gillespie per la Impulse
Records (che sarà pubblicato prima di Natale), quello di Jorge Graf
per la Soundway ed ha inoltre inciso un singolo con due brani inediti
per l’etichetta inglese Afro Art, di proprietà di Paul Murphy ed
Ashley Beedle.
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Gerardo Frisina,
noto produttore e collezionista di vinile, è una figura di fondamentale importanza
ed un punto di riferimento per l'intera scena nu-jazz internazionale. Le sue ultime
produzioni utilizzano campioni e ritmi afrolatini nel creare brani potentissimi
per il dancefloor.
Entrerei subito nel vivo della tua produzione
parlando di "Join to dance" un album interessante che sta già riscuotendo numerosissimi
consensi.
Sono passati ben cinque anni dal mio ultimo album "Latin kick" (Schema Rec
2005) e da allora mi sono principalmente dedicato
a singoli e mix per altri artisti. Un bel giorno la Schema mi ha chiesto un nuovo
album, ho raccolto un po' di idee che avevo sparse nella mia mente ed è nato "Join
to dance".Inizialmente volevo che l'album fosse, per sonorità, affine a "Hi
note", il mio terzultimo disco, (Schema Rec 2004)
ma poi delle situazioni molto personali hanno deviato l'assetto dance-oriented dell'album
in favore di una produzione più delicata ed introspettiva.
La differenza rispetto ai precedenti in effetti è notevole.
Ci puoi dire che avvenimento ti ha scosso?
La morte di mia madre. L'album è dedicato a lei.
Così come lo è una canzone in particolare...
"For my mother", quella a cui tengo di più! La traccia era già uscita nel
mio ep "Samba Skindim" ed infatti è l'unica del cd ad essere interpretata
da una formazione diversa da quella di "Join to dance". L'andamento più malinconico
dell'album è anche confermato da due pezzi in 3/4, dei waltz, un tempo che non avevo
mai provato dall'impronta modale e classicheggiante.
Intendi distanziarti da questa linea o continuare a seguirla
No. Credo che non mi allontanerò mai più di tanto dalla musica club e dancefloor
anche se tutte le recensioni che ho letto hanno definito "Join to dance" il mio
album più "completo". Staremo a vedere!
Tanti anni di esperienza accumulata come dj: quali sono
i luoghi in cui ti sei esibito che ricordi più volentieri?
I Dj set più belli della mia vita li ho fatti in Portogallo e in Giappone. In Giappone
sono abbastanza distanti dal latin jazz ma sono innamorati della bossanova, del
jazz e delle colonne sonore dei film, soprattutto degli anni '60 quindi apprezzano
le mie selezioni. Anche in Portogallo piace moltissimo la musica che propongo: sarà
per la lingua o per il loro essere energici. Amano ballare, si divertono, ed è abbastanza
difficile trovare un pubblico come loro.
Pensi sia giusto che la musica venga influenzata dai problemi
sociali e che affronti temi di comune interesse?
Assolutamente no. Credo che le due cose debbano essere divise e, proprio a conferma
di ciò, nelle mie produzioni ci sono pochissimi brani cantati. Le belle frasi piacciono
a chiunque ma a quel punto preferisco un bel libro di poesie. La musica è musica
e l'emozione deve esser trasmessa dalla melodia, non dalle parole. Inoltre ciò che
arriva alle orecchie della gente è spesso fasullo e la musica viene sporcata se
non è sincera ed è fatta per mettersi in mostra. Il primo brano cantato di Join
to dance: "Will You Walk A Little Faster", in collaborazione con Norma
Winstone, non è un brano con un significato particolare o attuale: è una cover
il cui testo è un estratto dal racconto "Alice nel paese delle meraviglie"!
Quale pensi sia il ruolo del dj nella scena musicale attuale?
Il dj ha avuto e continua ad avere un funzione importantissima
all'interno del mercato della musica. Ha in mente la situazione del club, e spesso,
se produttore, anche delle vendite; sa quello che piace al pubblico, sa come farlo
ballare, e se in gamba è anche in grado di prevedere i tempi. Una decina di anni
fa, ad esempio, pubblicai delle compilation intitolate "metti una bossa a cena"
che fecero immediatamente il giro del mondo.
Com'è nata la collaborazione con la "Schema Records"?
La collaborazione con la Schema è nata subito dopo la sua fondazione quando Luciano
Cantone mi chiese una mano nel curare la linea editoriale dell'etichetta. L'esperienza
non si è mai esaurita e anche se attualmente il mercato musicale italiano è un po'
bloccato e non si sa che filone seguire, confido moltissimo in una svolta.
In che modo credi che internet abbia influenzato la musica?
Internet è un fenomeno, musicalmente parlando, positivo e negativo allo stesso tempo:
positivo perchè consente di saziare la curiosità. Esemplificando: un tempo se non
c'era qualcuno a consigliarti un cd o un tipo particolare tipo di ascolto era difficile
avvicinarsi alla musica meno commerciale; oggi con internet si può fare autonomamente
e in un paio di click; negativo perchè la musica è arte ed il modo in cui viene
superficialmente bruciata tramite la rete mi fa paura.
Hai mai pensato di metter su un gruppo per esibirti live?
Mi è stato proposto non so quante volte ma la dedizione e l'impegno richiesti non
sono assolutamente proporzionali al mio interesse. Adoro il mondo del dj set, lavoro
da solo, senza agenzie o manager e sono felice così.
Progetti per il futuro?
Partirò presto per presentare il nuovo album in giro per il mondo! (sorride, n.d.r.)
Grazie per la chiacchierata Gerardo! E' stato un Vero piacere1
Grazie a te Mario e a voi di Jazzitalia!
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Data pubblicazione: 18/09/2010
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