Jazzitalia - Brian Groder and The Sam Rivers Trio: Torque
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Latham Records 2006
Brian Groder and The Sam Rivers Trio
Torque


1. Spellcast (Groder) 2:15
2. Betwixt (Groder) 3:35
3. Diverging Orbits (Groder) 6:40
4. Behind The Shadows Part 1 (Groder/Rivers) 1:46
5. Behind The Shadows Part 2 (Groder) 1:36
6. Iota (Groder) 3:31
7. Cross-Eyed (Groder/Rivers/Mathews/Cole) 4:25
8. Involution (Groder/Brackeen) 6:18
9. Camouflage (Groder/Rivers) 2:48
10. Oculus (Groder) 4:44
11. Jingo (Groder) 4:28
12. Tragic Magic (Groder/Rivers) 2:26
13. Fulcrum (Groder/Rivers/Mathews/Cole) 4:06
14. Water Prayer 2:43

Brian Groder - trumpet & flugelhorn
Sam Rivers - flute & saxophones
Doug Mathews - double-bass
Anthony Cole - drums





Stella emergente del panorama statunitense, con Torque, il trombettista Brian Groder concepisce un lavoro ambizioso, che possa definitivamente consacrarlo. E per riuscirvi non sceglie la via più naturale e scontata, registrando con il suo Ensemble, ma si affida addirittura al trio dell'ottantenne mostro sacro Sam Rivers, con Anthony Cole alla batteria e Doug Mathews al contrabbasso. Scelta affascinante e rischiosa al contempo, in quanto denota la volontà di Groder di mettersi del tutto in gioco: non soltanto per il confronto diretto con la storia, l'autorevolezza e l'esperienza di Rivers, ma in particolare perché il Sam Rivers Trio è una formazione concepita intorno al suo leader, ben affiatata, che suona insieme da quindici anni.

Tali considerazioni preliminari di certo non saranno sfuggite allo stesso Groder e probabilmente servono a giustificare il progetto di Torque. Torque significa torsione e, pertanto, rende bene il senso di questa collaborazione e registrazione, caratterizzata da una complessa, sofisticata e raffinata improvvisazione, condotta in pieno stile freejazz. Ecco, dunque, come si spiega la collaborazione con Rivers e il suo trio, che rappresenta quasi un marchio di garanzia in fatto di free. Sono, infatti, vere e proprie torsioni quelle che tromba o flicorno e sax o flauto intrecciano, soprattutto in brani dove Groder e Rivers duettano senza accompagnamento ritmico, come in Behind the Shadow Part 1 e 2, Camouflage e Tragic Magic.

Ogni brano è, tuttavia, una breve istantanea free, che non si allunga mai troppo al di là dei quattro minuti, con l'unica eccezione di Involution, l'unico pezzo in cui infatti si riconosce una struttura più canonica, con un tema ben definito. Un vero e proprio gioiello è Water Prayer, in conclusione: a dispetto di non pochi momenti d'infuocato freejazz e di una tensione tenuta sempre accesa, Torque sembra davvero lentamente spegnersi nelle acque quiete e pacifiche di questo brano. Un rullio dei piatti ne decreta la fine così come aveva segnato l'incipit del brano d'apertura Spellcast: poco più che un dettaglio, che può però ben rappresentare un lavoro estremamente pensato, in ogni particolare.

Torque è un cd di freejazz, in continuità rispetto alla sua migliore tradizione, che tuttavia la sensibilità di Groder riesce a traghettare dentro l'attuale panorama jazzistico; ovviamente, trent'anni fa come oggi, il free richiede un ascolto non distratto per riuscire a svelare i preziosi segreti delle sue torsioni.
Dario Gentili per Jazzitalia







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Data pubblicazione: 21/10/2007

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