UMRC0303 |
Cinzia Tedesco
Rite Time
1. Better be alone (G.
Iodice, C.Tedesco)
2. Afro Blue (M.
Santamaria)
3. Rite
Time (G. Iodice. C.Tedesco)
4. Closer to you (G.
Iodice, C.Tedesco)
5. Foxy Trot (K. Wheeler)
6. The thrill is gone (R.
Henderson - J. Brown))
7. All you should ever
want (call me crazy) (C. Corea)
8. Said and none (B.
Childs)
9. Sun
Dance (S. Sabatini)
10. Better be alone -
reprise (G. Iodice, C. Tedesco)
Cinzia Tedesco
voce, cori
Pino Iodice
pianoforte
Gianluca Renzi
contrabbasso
Pietro Iodice
batteria
Solis String Quartet
archi
(Gerardo Morrone,
Vincenzo Di Donna, Antonio Di Francia, Luigi De Maio)
IalSax
Quartet saxes
(3)
(Gianni Oddi,
Cristiano Carraro, Andrea Pace, Marco Guidolotti)
I Corni del Teatro San Carlo
di Napoli (8)
(Filippo Azzaretto, Giovanni Garzione)
Aldo Vigorito
contrabbasso
(10)
Carlo Lomanto
cori
(10) |
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Primo CD per la vocalist Cinzia Tedesco che comunque non si può considerare una "debuttante" data l'esperienza maturata già da svariati anni nei principali club romani e in alcuni dei festival più importanti d'Italia come Villa Celimontana.
Al primo impatto si ha subito la sensazione di una certa maturità espressiva con un controllo meticoloso nell'evoluzione di ogni brano. La voce è costruita su di essi e viceversa, con un risultato finale di una musica d'insieme che offre notevoli spunti di originalità.
I nnanzitutto la voce stessa: il timbro è ben calibrato (sostenuto e solido sia nei punti più acuti che in quelli con maggior volume), la scansione delle frasi è ritmicamente valida, l'espressività è ben dosata, l'intonazione è molto precisa nonostante le melodie non siano affatto lineari.
Altro elemento che caratterizza fortemente questo CD è costituito
dall'uso del degli archi suonati dai Solis String, già da tempo insieme
a Cinzia Tedesco.
E' sicuramente un elemento innovativo che fornisce un rilevante contributo nei cambi dinamici con degli obbligati o dei bridge eseguiti a volte all'unisono insieme alla voce, aiutano nel sottolineare alcuni passaggi che armonicamente si prestano molto ai crescendo, costruiscono una base sia armonica che ritmica su cui si poggiano gli altri musicisti diventando alla fine elemento assolutamente integrato all'insieme sonoro.
In due brani c'è un uso pressoché analogo dei fiati dello IalSax Quartet
( Rite Time) e dei
Corni del Teatro San Carlo (Said and Done).
Un'altra caratteristica molto interessante sono i cori. Realizzati dalla Tedesco stessa con delle sovraincisioni forniscono un ulteriore apporto all'insieme orchestrale.
Siamo arrivati ora agli arrangiamenti. Eccellenti, di gran gusto, molto sapienti ed estremamente ben dosati rispetto alle possibilità sonore disponibili. Non ci sono sovrapposizioni o eccessivi "rumori", ogni suono si distingue nitidamente. Senza nulla togliere agli altri, è questo l'aspetto di
Rite Time
che ritengo migliore. Complimenti quindi per Pino Iodice che inoltre
accompagna in modo molto appropriato seguendo la voce pedissequamente, passaggio
per passaggio, è sempre lì, pronto a dare il giusto supporto armonico
dimostrando anche una bella personalità durante i soli.
Pietro Iodice e Gianluca Renzi sono i due propulsori ritmici. Si avverte un grande affiatamento tra i due e l'impianto ritmico ne trae giovamento risultando molto compatto e preciso in ogni passaggio considerando i non pochi obbligati presenti e la varietà ritmica di ogni brano. Entrambi, inoltre, si pongono in particolare evidenza durante alcuni soli come su
Afro Blue
per Iodice, Rite time
e The thrill is gone
per Renzi.
Last but not least...la scelta dei brani. Ci sono alcune composizioni originali firmate da Pino Iodice e una da Stefano Sabatini. Tutte molto valide con una lieve nota di merito per
Better be alone. Alcuni altri brani possono essere comunque considerati degli originals sia per il fatto che non risultano essere stati mai interpretati da una voce come
Foxy Trot
di Kenny Wheeler e Said and Done
di Billy Childs e sia perchè hanno un testo scritto appositamente da Cinzia Tedesco.
Afro Blue
di Mongo Santamaria non può non ricordare John Coltrane o anche singers del calibro di Dee Dee Bridgewater e Dianne Reeves che la cantano spesso anche dal vivo. Qui la progressione del brano è davvero coinvolgente con diverse modulazioni dinamiche e con in più i
Solis String che contribuiscono a rendere ancora più frizzante questo brano diventato un vero e proprio inno alla terra madre. In ultimo,
All You Should ever want
di Chick Corea con uno swing energico ed un bell'unisono di archi e cori e
The Thrill is gone, un altro brano veramente bello, ripescato recentemente anche da Claudia Acuna, qui eseguito in modo impeccabile.
Quindi in conclusione siamo di fronte ad un opera prima
molto ricca di svariati e significativi elementi che denotano un lavoro
pregevole, a tratti articolato, ma svolto egregiamente da un gruppo di
professionisti molto affiatati. Ottimo esordio. Marco Losavio
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Data pubblicazione: 18/01/2004
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