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Florin Niculescu
Django Tunes
ENJA 2010 – ENJ 9559 2 Distribuzione Egea
1. Coquette
2. Brick Top
3. Lentement mademoiselle
4. Sweet Chorus
5. Souvenirs
6. Dream Of You
7. Improptu
8. Vamp
9. Tears
10. Double Scotch
11. Nuit Saint – Germaine – Des Près
12. Porto Cabello
13. Vipers Dream
Florin Niculescu - violino
David Reinhardt - chitarra
Samson Schmitt - chitarra
Thuryn Mitchell - pianoforte
Florent Gac - pianoforte
Darryl Hall - contrabbasso
Bruno Ziarelli - batteria
Appare sempre più vero che la musica manouche possa essere suonata con devozione
filologica secondo la regola del one drop rule: bisogna avere una goccia
di sangue gipsy per poter esprimere appieno la vera essenza della musica gitana
e, ancor più, la rivoluzione copernicana attuata da
Django Reinhardt,
"questa chitarra dalla voce umana", come lo definì brillantemente Jean Cocteau.
Il profeta di una canzone che rappresenta l'identità di una nazione, ma anche cosmopolita.
"Django è l'eroe di un popolo. A cinquant'anni dalla sua morte, gli zingari vedono
sempre in lui l'equivalente di un dio…" (Django
Reinhardt. Il Gigante del jazz tzigano, Billard – Antonietto, edizione
Arcana 2003). Florin Niculescu, rumeno di Bucarest, eccellente violinista
e seguace del periodare che fu di Stephane Grappelli, non poteva esimersi dal celebrare
il Sommo Maestro con il suo personale tributo. Alle spalle una famiglia gitana e
di musicisti: un destino segnato il suo, aiutato con l'aver affiancato i grandi
interpreti della musica zingara: Christian Escoudè, Birelì Lagrene, Angelo Debarre,
ma anche prestando il suo talento e la sua panoramica visione della musica al pop
e canzone d'autore e, quindi, affiancando Charles Aznavour, Henri Salvador, Sanseverino
e swingando con
Dianne Reeves, Hank Jones, Ravi Coltrane, Geri Allen, tra gli altri.
In Django Tunes la sua pirotecnia musicale è sorretta da musicisti di
vaglia, tra cui David Reinhardt, nipote di Django; spicca anche il nome di
altro "figlio d'arte": Samson Schmitt, con paternità Dorado. Sorprende
la presenza di Thuryn Mitchell, pianista jazz con ampi segmenti funky/soul.
Tredici perle del valzer tzigano, che rievocano la belle époque emulsionando
glissati, vibrato, variazioni ed invertendo – ovvio – le consegne: il violino diventa
protagonista delle danze, delle melodie e dei virtuosismi. In alcuni casi, è proprio
questo il limite – unico – dell'ottimo lavoro di Niculescu: lasciare dietro le chitarre
(o la chitarra) e zigzagare alla ricerca di quel suono e di quella tecnica rapsodica
- unique - manouche che solo la Maccaferri può far ascoltare.
Alceste Ayroldi per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 19/12/2010
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