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Filippo Cosentino
Baritune
Egea/Incipit (2019)
1. Antes de decir adiós (F. Cosentino)
2. Fields of wheat (F. Cosentino)
3. Family (F. Cosentino)
4. Estate (B. Martino)
5. Love (F. Cosentino)
6. Old boy (F. Cosentino)
7. Beautiful love (V. Young)
8. One quiet night (P. Metheny)
9. Andromeda e Perseo (F. Cosentino)
10. Lascia ch'io pianga (G. F. Handel)
11. Quiet song (F. Cosentino)
12. CDMX (F. Cosentino)
Filippo Cosentino - chitarra baritona acustica e chitarra baritona elettrica, pianoforte, programmazioni e arrangiamenti
Che il suono abbia un suo respiro naturale lo si evince quando
si ha la possibilità di ascoltare uno strumento in tutte le sue svariate espressioni
che si muovono in uno spettro emozionale ampio, ricco di sfumature. Filippo Cosentino
affida la sua sensibilità alla chitarra baritono sia acustica che elettrica per
incidere il suo album "Baritune". Il risultato è un'escursione attraverso
diversi paesaggi in una varietà di generi, una molteplicità di armonie e sonorità
che rendono subito partecipe l'ascolto catturato già dalla traccia di apertura,
"Antes de decir adiós", nella quale si può rilassare il proprio pensiero
adagiandolo sulle morbide e profonde note per ritrovarsi in un personale scenario
immaginario.
La chitarra baritona offre un ventaglio di suoni che Cosentino riesce ad attualizzare
come l'incalzante "Fields of wheat " o i "ballabili" "Family" e "Love"
con entrambe le chitarre molto ben equilibrate e ritmicamente fluide. Non mancano
rivisitazioni come "Estate", standard immarcescibile qui proposto con una
coinvolgente veste intima, così come l'amabile "Beautiful Love" di cui si
riesce a gustare la profonda intensità della melodia e dell'armonia che la contraddistingue.
Arpeggi che intessono trame variopinte in "Old Boy" e la bellezza di "Lascia
ch'io pianga" in cui sono questa volta sono i suoni che si pongono al servizio
della composizione.
Il chitarrista albese poi omaggia Metheny e la sua picasso guitar con una propria
versione di "One Quite Night" la quale si contrappone alla dolcezza e alla
serenità trasmessi dall'esecuzione di "One Quite Song" di Cosentino stesso.
L'album si chiude con "CDMX": una melodia che rimane, ausilio di piano e
ritmica per un viaggio con l'immaginazione tra i colori e gli spazi di una città
come Città del Messico a cui è dedicata.
Si guarda sempre con interesse quando un musicista decide di esprimersi in solitaria
poiché è l'occasione per far emergere la completezza della propria individualità
artistica e, sembra quasi una contraddizione, quando si hanno a disposizione meno
suoni si riesce invece ad ottenerne di più anche se il rischio è ripetersi,
aspetto che Cosentino ha sapientemente evitato.
Marco Losavio per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 26/04/2020
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