Confesso che non ho mai creduto al valore didattico degli articoli pubblicati sulle riviste/internet, o meglio, i risultati che si ottengono sono diversi da quelli per cui essi nascono. Il movimento generato aiuta lo strumento musicale di cui si parla, l'autore, la testata e incuriosisce il lettore… ma: un "esercizio", senza un vero controllo esterno, non ha efficacia.
Gli esseri umani, quando commettono didatticamente degli errori, non sono in grado da soli di correggerli proprio perché non ne hanno coscienza; senza un qualificato riscontro quindi ripeteranno all'infinito le medesime mancanze.
A conferma di quanto dico porto un esempio: i mille corsi distribuiti dalle edicole, nonostante si tratti quasi sempre di prodotti completi e di qualità, altro non fanno che ammuffire negli scaffali.
Se verificate gli autodidatti in carriera, scoprirete che si è sempre in presenza di elementi veramente dotati; la mia tesi però non è scalfita da questi casi, proprio perché loro raggiungono i risultati senza libri (in genere questi talenti si costruiscono uno stile in maniera disorganizzata ma pur sempre con impegno) e senza maestri.
Alla stragrande maggioranza di studenti è necessario un
tutor esperto e motivato che in realtà lo si riconosce proprio nelle situazioni critiche: "non hai swing… lascia perdere"… denota quasi sempre poca esperienza nell'insegnamento.
In ogni individuo ci sono sempre margini di miglioramento e obiettivi possibili da raggiungere.
Il compito dell'insegnante è quello di portare a "sufficienza" i punti negativi, cercando di snaturare il meno possibile le predisposizioni dei ragazzi, questo nel rispetto della velocità di apprendimento e delle aspettative dell'allievo.
Ultimo fattore non trasmissibile via internet è la passione… unico elemento in grado di alimentare nel tempo le aspirazioni e la voglia del fare musica.
Apparentemente questa premessa contrasta con questo stesso articolo che nasce proprio per apparire in internet, ma non è così!... le straordinarie possibilità della "rete globale" mi hanno spinto ad aprire questa rubrica dedicata alla musica jazz, in stretta collaborazione con gli stessi studenti. Il fine però non è didattico, ma quello di stimolare le capacità riflessive, di spingere a guardare "oltre" il semplice esercizio, insegnare a prendersi dei rischi (fatto ormai dimenticato anche dai professionisti).
Quindi argomenti "around jazz" a più livelli (anche studenti dei primi corsi) ma sempre con una piccola introduzione iniziale a descrizione dell'articolo e a protezione dei futuri jazzmen o dilettanti… e sappiamo, questi ultimi, quanto siano importanti in questo difficile mondo dell'improvvisazione.