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Musica dall'oriente - Zeibékiko, la danza dell'aquila
di Pierfrancesco Falbo (PierFalbo)
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Cari amici chitarristi vi ringrazio nuovamente per l'interesse che mostrate per
la mia rubrica di World Music. Sono veramente entusiasta di ricevere email, messaggi,
foto e video in cui mi mostrate che state studiando e vi ringrazio anche per le
chiacchierate che mi aiutano a capire meglio i vostri interessi. Stiamo vivendo
insieme un'avventura che ci sta portando in giro per il mondo e siamo nuovamente
pronti a metterci in cammino per esplorare il territorio in cui ci troviamo. Nella
scorsa lezione abbiamo lasciato la corte del sultano Abdülaziz e ora, approfittando
della nostra permanenza nell'impero ottomano, andremo a studiare lo Zeibékiko.
Il nome di questa danza deriva dai guerrieri Zeybek che vivevano nella regione
egea dell'impero Ottomano. Stiamo parlando di un periodo storico che va dal secolo
XVII° al XX° secolo e ci troviamo in Anatolia, nazione
che oggi corrisponde, più o meno, all'odierna Turchia.
Ancora una volta affrontiamo il tema "danza e guerrieri" e questo ci riporta alla
mente la lezione sulla "Danza dei macellai" che, secondo altre fonti, traeva origine
"dall'esercito di Alessandro Magno". Cerchiamo quindi di capire chi erano questi
guerrieri chiamati Zeybek e che caratteristica avessero.
Gli Zeybek
Gli Zeybek erano delle "milizie irregolari" ovvero soldati non riconosciuti dall'imperatore.
Parliamo quindi di "guerriglieri rivoluzionari" che proteggevano la gente dei villaggi
dallo sfruttamento dei proprietari terrieri, dai banditi e dagli esattori. Sono
passati alla storia per il loro coraggio, al punto di aver lasciato un'impronta
ancora oggi presente in Turchia e nella vicina Grecia. Una banda di Zeybek
era costituita da un capo chiamato Efe e dai suoi soldati chiamati Kizan. Si diventava
Efe (trad. uomo sapiente) dopo aver mostrato coraggio, doti organizzative
e senso di protezione del gruppo. L'agire degli Zeybek, vicino alla esigenze della
gente, ci permette di paragonarli ad una sorta di "Robin Hood turchi". Immaginate
quindi quanto potessero esser stimati al punto che, ancora oggi, la loro danza viene
ricordata durante matrimoni, parate militari e rievocazioni storiche. Affascinati
da tale storia iniziamo a nutrire maggior curiosità e decidiamo di approfondire
l'argomento. Ecco che iniziano le varie "ipotesi" che, per diverse strade, ci conducono
ad un risultato comune. Vi starete chiedendo di cosa sto parlando, bene, partiamo
dall'origine del nome: Zeybek.
6 Ipotesi sugli Zeybek e lo Zeibékiko
Una prima ipotesi sostiene che la parola Zeybek, composta da Zey e
bek derivi dall'unione delle parole Zeus(?e??) e Bacco(??????).
L'unione tra lo spirituale(Zeus) e il materiale(Bacco) indicava la perfetta armonia
tra corpo e spirito. A sostegno di questa ipotesi troviamo uno dei simboli di Zeus
che, simbolicamente viene rappresentato nelle movenze dello Zeibékiko tramite le
braccia aperte: l'aquila. Questo animale esprimeva il "potere di volare"
ovvero di fare qualcosa di sovraumano, da dio.
Una seconda ipotesi sostiene che gli Zeybek siano stati adoratori di Dioniso
(sempre Bacco) e che l'origine della parola Dioniso provenga da Dio-nysos
ovvero il Dio di Nysa, città, fondata nel periodo ellenistico. Tale
città rappresentava mitologicamente il luogo dove le ninfe avevano allevato Dioniso.
Ora, anche se Dioniso è "mitologia" c'è da constatare che la città di Nysa
è esistita realmente e che si trova nell'attuale provincia di Aydin (zona
egea della Turchia). Inoltre il segnaposto sulla foto aerea indica la posizione
delle rovine del teatro all'interno del quale si trovano i fregi rappresentanti
la vita di Dioniso, a testimonianza storica di quanto detto.
Questa seconda teoria ci permette di confermare la locazione geografica degli Zeybek,
nella zona egea della Turchia, correlandola al culto di Dioniso. Inoltre fa risalire
l'origine dello Zeibékiko in Grecia poichè Aydin, anticamente chiamata Tralles,
è stata fondata da greci islamizzati.
Una terza ipotesi sostiene che la danza Zeibékiko sia chiamata anche "la
danza dell'ubriaco" poichè le movenze del danzatore, libere da ogni schema, danno
l'idea che egli sia ubriaco. Ancora una volta notiamo un forte legame con Bacco
e il "senso di estasi" provata dal danzatore. Questo "entusiasmo" va letto
come viaggio introspettivo che dal greco ????s?asµ?? (enthusiasmos)
risulta composto da en-theos ovvero "avere Dio dentro di se". Gli
Zeybek, "posseduti" da questo stato d'estasi, venivano visti come degli "sciamani".
Secondo questa teoria lo Zeibékiko rappresenta la catarsi, la via per "purificare
l'anima" dalla depressione, dalla malinconia e dalla tristezza. Questa danza permette
di "risalire dall'inferno che si vive internamente" e il tema della "discesa agli
inferi", e la successiva risalita, è ricorrente nella cultura greca. Infatti ricorda
sia la storia di Dioniso che quella di Orfeo, quest'ultimo noto per i rituali
di purificazione tramite rincarnazioni successive. In particolare, Dioniso era disceso
agli inferi per ritrovare la madre Semele mentre Orfeo per ritrovare la sua amata
Euridice. Inoltre la catabasi (o discesa agli inferi) è presente anche in
altre culture da quella egiza, nella quale troviamo la figura di Iside, a
quella babilonese dove, Ishtar, per amore discese agli inferi. Inoltre sia
Iside che Ishtar sono dee alate ovvero sono "divinità" collegate
al "volo" cosi come Zeus e la sua aquila. Vi riporto anche una statuetta
del 1100 a.C. trovata in Tracia che rappresenta "un uomo che danza con
le braccia aperte e glorifica Orfeo" a testimonzianza del legame tra uomo, culto
orfico e danza "dell'aquila".
Ecco che non possiamo non notare un forte legame con il blues ovvero quel senso
di "malinconia", causato dai "blue devils", che viene esorcizzato grazie
alla musica. Cosi come ancora esistono posti del mondo in cui la musica e la danza
aiutano a purificare l'anima. Nell'immaginario pensiamo a qualche lontana tribù
e forse dimentichiamo che ancora nel sud Italia, in particolare nelle Puglie, rimane
traccia del tarantismo. Ora, per non allontanarci dalla lezione semplifichiamo,
senza volerne sminuire l'importanza, il tarantismo all'esorcismo associato
ad una danza, la tarantella, che libera dagli effetti del morso della taranta.
Proseguiamo quindi con una quarta ipotesi secondo la quale la parola Zeybek
derivi dal turco Bekneg che significa "sano e affidabile" a testimonianza
delle loro gesta nei confronti della gente mentre in uzbeko significa
"persona armata", a identificare il loro costume da guerriglieri.
Una quinta ipotesi sostiene che ci sia un legame tra gli Zeybek e i Coribanti
poichè, quest'ultimi, erano dei soldati che danzavano intorno a Zeus bimbo
facendo frastuono con i loro scudi e le loro armature per nascondere i pianti di
Zeus dal cannibale padre Crono. Ancora una volta troviamo la figura dei soldati,
la danza a braccia aperte e il potere catartico della musica che "porta via i pianti"
e la malinconia.
Infine secondo l'ultima ipotesi la parola "Bek" proviene dal wrestling
mongolo conosciuto anche come Bökh (??? trad. Resistente)
e anche in questo caso troviamo i concetti di lotta e di sciamano quest'ultimo legato
al rituale della danza dell'aquila o dell'uccello mitologico chiamato
Garuda che era anche il nome dell'aquila di Genghis Khan. Garuda
oltre a simboleggiare potenza e coraggio è anche il nome indù della costellazione
dell'aquila e ricorda Ganimede, rapito dall'aquila di Zeus o da Zeus stesso
in forma d'aquila... e qui il cerchio si chiude. Passiamo quindi all'analsi del
brano.
Analisi del brano
Il brano scelto è lo "Zeibékiko tis Evdokias" composto da Manos
Loizos nel 1971. Parliamo di una brano collegato all'omonimo film Evdokia
di Alexis Damianos. Vi riporto un fotogramma della scena in cui, il sergente,
innamorato della prostituta Evdokia, balla a braccia aperte, lo Zeibékiko.
Se siete curiosi il film è disponibile sulla rete.
Analizzando la partitura la prima cosa che salta all'occhio è il tempo in 9/4.
Non facciamoci intimidire da questo "tempo dispari" e affrontiamolo dividendolo
in tempi piu semplici come ad esempio 4/4 + 4/4 + 1/4
Ecco che la "cellula ritmica" che ci aiuta a "stare a tempo" su questo brano è la
seguente:
Leggendo l'armatura in chiave notiamo un'alterazione in bemolle e questo ci fa pensare
che la tonalità del brano sia in FA. Se osserviamo le prime due battute ci rendiamo
conto che il brano si sviluppa in RE minore ovvero la relativa minore di FA. Ora,
sorvoliamo sulla scelta delle scala poiché ha poca importanza in questo brano e
concetriamoci sul riprodurre il piu possibile un suono di Bouzouki. Ancora una volta
da chitarrista ho pensato di usare una dodici corde.
Passiamo alle battute successive che ci ricordano molto un fraseggio "shred" che
in questo caso viene suonato in slow time. Non so voi a me porta alla mente gli
esercizi di "legato con il re a vuoto". In questo caso però il consiglio che vi
do è di plettrare le note in alternata cosi da "creare il senso ipnotico" che il
compositore ha dato al brano. Non dimentichiamoci che si tratta di una musica che
deve "far viaggiare a livello introspettivo" chi la danzerà. In tal caso quanto
piu riuscite a suonarla in modo "ossessivo" tanto meglio renderete facile il viaggio
al danzatore. Pensate che le musiche suonate durante le cerimonie di Bacco e "quelle
sciamaniche", come la tarantella, sono intrinsecamente ossessive perchè a livello
psicologico questo ripersi ritmico aiuta la "trance".
Seguono le battute piu difficili da suonare sia per la presenza delle pause che
per la tecnica utilizzata. Spesso pensiamo che per suonare "difficile" servano note
a fiume ma vi posso assicurare che tante volte si trova più difficoltà a suonare
un sedicesimo "fuori posto" che una sestina per la quale basta solo fare esercizio
quotidiano. Ecco che troviamo un abbellimento tipico dei suonatori del Saz
turco. Il consiglio che vi do è quello di suonare questi "legati" plettrando
tutto in giù ovvero in down stroke. In particolare la prima nota che colpite con
il plettro deve ricevere un po di "pressione in più", come se la voleste strappare
dall'interno, dopo di che fate subito il pull-off cosi da ottenere l'effetto caratteristico
di questa tecnica.
Seguono le ultime battute all'inteno delle quali trovate il "tremolo picking", per
intenderci quello che usiamo per creare l'effetto mandolino.
Spero che anche questa lezione sia stata di vostro gradimento. Un saluto e...al
prossimo viaggio!
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Data pubblicazione: 20/03/2022
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