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Racconti all'anice - Frammenti di Jazz
di Luca Malinverni
Con: Luca Malinverni, Andrea Bonati (voci), Luca Cacucciolo (piano).
Circolo Arci "Cicco Simonetta", Milano - 8 ottobre 2009
di Rossella Del Grande

Lasciatevi trasportare dal ritmo della musica e della parola, un pulsazione primordiale come un cuore che batte. Immaginate i luoghi, le voci, le sonorità, i volti e gli sguardi. Immaginate le emozioni ed i sentimenti. Ed anche i pensieri.



Q
uesto spettacolo è capace di commuovervi. E' capace di farvi provare la disperazione ed il dolore. Ma anche di farvi divertire e di farvi capire l'assoluta pienezza della vita di chi poté respirare unicamente "il jazz", quello vero, in un periodo ed in una dimensione che oggi ci sembrano far parte del mito.

Sul palcoscenico, un pianoforte, un pianista, due attori, due leggii.
Si sentono le prime note di Goodbye Pork Pie Hat che sembrano arrivare da lontano, sommesse, notturne.

Racconti all'Anice è una pièce teatrale ideata da Luca Malinverni con Andrea Bonati e Luca Cacucciolo al pianoforte.

Dean "il pazzo" e Sal "il tenero" cercano la loro anima folle nel gorgo della notte indiavolata dal Bop. Chet, il narciso, osserva la propria immagine disintegrarsi allo specchio. Charlie, il genio, è alla ricerca del suono magico di Pres. Mentre George Shearing, pianista cieco e leggendario, scompare e ricompare…

Due attori-lettori, Malinverni e Bonati, che con Luca Cacucciolo mettono in scena questo lavoro che non è né uno spettacolo teatrale né un concerto di jazz. E' un laboratorio di letteratura Bebop dove le voci di chi legge si fondono con le note di chi suona per dare corpo a chi queste storie le ha semplicemente vissute, immaginate o magari solo sognate.

I protagonisti raccontati sono personaggi immortali del jazz, nelle cui vite realtà e leggenda si confondono, proprio come si confondevano le loro sagome in controluce avvolte dal fumo, in mille locali nell'era del Bop.

Racconti pregni di vita e di tragica fatalità, racconti notturni al sapore di anice, racconti senza freni al sapore di quello che un tempo era il Jazz.

Esseri umani pieni di debolezze, di sofferenze, di diversità, ma anche artisti geniali. Esseri incompresi oppure osannati ma, comunque, molto spesso soli con la loro arte e con le loro vite tormentate.

Per le letture, sono state scelte le pagine più tenere, più dinamiche, più tristi, più impattanti e più misteriose di tre libri di grandissima levatura, che ci hanno raccontato il jazz dal suo interno e con grande immediatezza ed umanità. Libri che ci hanno fatto letteralmente "sentire" il jazz sulla nostra pelle, che ci hanno fatto "pensare" ed attraverso i quali abbiamo avvertito il jazz come un brivido nella schiena ed anche come dei pugni nello stomaco, a volte.

Si tratta di "Natura morta con custodia di sax", di Geoff Dyer: un'opera letteraria la cui epigrafe "…Non com'erano, ma come me li immagino" ci dice tutto sull'impulso creativo che ne ha mosso la stesura; "On the Road", di Jack Kerouac, opera leggendaria il cui titolo è stato da solo un inno al folle vagabondare nelle notti del Bebop e "Bird Charlie Parker", di Ross Russell, in cui è il mitico saxofonista ad essere egli stesso un romanzo romantico ed insieme straziante.

Biografie non enciclopediche, ma schegge taglienti, parole che sembrano foto in bianco e nero, frammenti e spezzoni delle vite di grandi musicisti geniali ma che furono, soprattutto e prima di tutto, degli esseri umani: Lester Young, Billie Holiday, George Shearing, Charlie Parker, Chet Baker

Lo spettacolo è un equilibrio ed un'intersezione di voci, silenzi, musica e parole che si rincorrono in un grande interplay.

L'improvvisazione al pianoforte non è un sottofondo al testo: è parte integrante. Il musicista non deve necessariamente seguire un copione prestabilito, si muove liberamente improvvisando tra gli standards e le ballads che danno il mood a quella storia o a quel dato momento della storia.

I due attori possono a loro volta modificare durante la lettura la loro impronta fisica e vocale di fronte al leggìo, di volta in volta che la musica dipinge una nuova pennellata intorno alla storia narrata.

Lo stesso spazio scenico, assolutamente libero da ogni architettura precostituita, diventa a sua volta protagonista, rendendo unica ogni performance. In un caffé letterario, in una biblioteca, in un teatro o durante un'esposizione, tutto può cambiare perché è la situazione ad essere ogni volta coreografia per chi suona e chi legge. Si crea in questo modo una simbiosi, tra gli artisti e l'ambiente, che dona alla performance tinte ogni volta diverse.

La musica viene eseguita dal vivo al pianoforte da Luca Cacucciolo.
Durante la lettura, il pianista esegue standards ed improvvisazioni su brani che hanno caratterizzato l'opera del musicista di cui si racconta, o, nel caso di On the Road (dove non è la storia di un musicista ben definito ad essere protagonista, ma il racconto di una generazione stregata dal jazz) esegue brani jazz che di quel periodo sono stati la colonna sonora.

Ciò che rende così vitale il jazz è la sua attitudine ad inglobare la storia di cui fa parte, avendo avuto la fortuna di reclutare le proprie forze in una riserva di potenziale umano molto più vasta di qualsiasi altra forma d'arte del nostro tempo. Da qui l'incredibile letteratura nata attorno ad esso.

Proprio in questo spirito i brani eseguiti nel corso dello spettacolo vengono rimodellati e suonati di volta in volta in forma diversa, a seconda del testo letto e del mood che si crea fra chi legge e chi ascolta: Goodbye Pork Pie Hat, Au Privave, I got Rhythm, My funny Valentie, Body And Soul, Funkallero, ‘Round Midnight.

Gli attori:
Luca Malinverni studia presso la Scuola Teatri Possibili diretta da Corrado D'Elia. Tiene diversi seminari. Studia commedia dell'arte con Giovanni Balzaretti e Andrea Cavarra. Va in scena con registi come Corrado Accordino, Monica Bonomi, Giovanni Balzaretti, Mariano Furlani, Mirko Artuso. Da tre anni è fisso nel cast del Teatro Agricolo di Livorno.
Ha scritto e messo in scena tre spettacoli: "Costretti a Raccontare", presentato al forum antimafia di Cinisi (Palermo), "Cronache dal fallimento" ispirato ai racconti di Charles Bukowski, e "Il lungo volo di Beamon" per la rassegna Teatri dello Sport, dove è autore ed attore.

Andrea Bonati studia teatro, recitazione e doppiaggio presso il CTA di Milano, dove si diploma. Si specializza in seminari con Corrado Accordino, Lara Franceschetti, Corrado D'Elia. E' spesso doppiatore ed attore in varie fictions RAI. Ha partecipato a numerosi spettacoli in cartellone al Teatro Binario 7 di Monza, al Teatro Libero di Milano (Otello). Ha avuto parti importanti con registi come Gianlorenzo Brambilla, Corrado D'Elia, Corrado Accordino ed Andrea Lisco.

Il musicista:
Luca Cacucciolo, giovane ma già affermato pianista di formazione classica, diplomato presso il conservatorio di Bari, che ha successivamente dedicato tutta la propria vita artistica allo studio del jazz. Cacucciolo si è esibito come leader o come session man in tutta Italia, partecipando ad importanti Festival o suonando in prestigiose sedi come il Blue Note di Milano. Ha tenuto molti concerti anche all'estero: Svizzera, Austria ed anche in Cina, nel 2005. Numerosissime le sue collaborazioni con artisti del calibro di Fabrizio Bosso, Francesco Bearzatti, Gianluca Petrella, Ferdinando Faraò, Nicola Conte, Agostino Marangolo e molti altri. Intensa la sua attività anche in studio, dove ha registrato numerosi cd sia come autore e solista, sia come side man.

E' un lavoro teatrale che può essere rappresentato praticamente "ovunque", poiché non ha nessuna esigenza scenografica particolare.







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Data pubblicazione: 14/11/2009

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