Jazzitalia - Articoli: Intervista A Ben Allison
versione italiana english version
 
NEWS
Bookmark and Share Jazzitalia Facebook Page Jazzitalia Twitter Page Feed RSS by Jazzitalia - Comunicati Feed RSS by Jazzitalia - Agenda delle novit�

Intervista A Ben Allison
Calagonone, luglio 2009
di Vincenzo Fugaldi

Il contrabbasso è stato il tuo primo strumento?

No, ho iniziato con la chitarra, da ragazzo. Alle scuole superiori suonavo la chitarra e la batteria, e il basso mi è poi sembrato la perfetta combinazione di entrambi.

Hai frequentato studi musicali regolari?



Ho frequentato la Performing Art High School, che aveva delle classi speciali per la musica, a New Heaven, Connecticut, dove sono cresciuto, e poi alla NewYork University, un college che dava spazio alla musica, ma non era un conservatorio. Non volevo frequentare un conservatorio: la musica che mi interessava fare era quella che si impara suonando con altri musicisti. Il solo fatto di stare a New York è probabilmente la migliore educazione musicale che si possa avere. La New York University è nel Greenwich Village, un ottimo posto dove stare se si vuol essere musicisti.

Nella tua musica si percepiscono svariate influenze. Che tipo di musica ascolti?

Ascolto ogni tipo di musica: jazz, fusion, senza crearmi il problema di scegliere fra i vari stili. E molta musica da film, da spettacoli televisivi, in auto, da musicisti di strada, e musica classica.

Vuoi parlare di alcuni dei tuoi diversi gruppi, e dei vari progetti?

Il mio primo gruppo che è stato in tour si chiama "Medicine Wheel". Ha una certa di sensibilità da jazz da camera, e si ispira molto alla musica classica del ventesimo secolo, ad Alban Berg, Debussy, Stravinski, all'atonalità. Una formazione che comprende il pianoforte, il violoncello, due sassofoni, il basso e la batteria. Il mio secondo gruppo si chiama "Peace Pipe", coinvolge un suonatore di kora del Mali. La kora è uno strumento particolare, che produce suoni differenti, e si può accordare in una sola tonalità per volta. Per me, che con i Medicine Wheel suonavo anche in due tonalità contemporaneamente, con molti cambiamenti armonici, la sfida con i Peace Pipe era di essere limitati a una o due tonalità, e quasi l'intero set poteva essere in tonalità di re minore, così non era semplice creare una musica che fosse interessante da suonare e da ascoltare, senza accordi, solo con un bel suono, e molte possibilità ritmiche e di tessitura musicale. Il mio gruppo attuale è il "Ben Allison Quartet", composto da chitarra, tromba, basso e batteria, che ha subito alcuni cambiamenti negli ultimi quattro anni nei componenti e nella configurazione, e oggi vede Steve Cardenas alla chitarra, Rudy Royston alla batteria, Jenny Scheinmann al violino e Shane Endsley alla tromba. Adesso in Italia [luglio 2009, n.d.r.] c'è Michael Blake ai sassofoni, e infatti suoniamo principalmente brani dall'ultimo disco dove è presente anche lui [Little Things Run The World, n.d.r.], e solo alcuni dal nuovo cd [Think Free, n.d.r.] sempre per la Palmetto Records, che porteremo in tour anche in Italia.

Molti anni fa hai fondato il Jazz Composers Collective. Questa organizzazione è ancora attiva?

No, attualmente è inattivo. Esiste ancora giuridicamente, ma non sta operando. Il collettivo è stato formato nel 1992, per far collaborare i musicisti per portare l'attenzione sulla nuova musica che veniva composta a New York. La nostra idea era quella di concentrarci interamente sul jazz come musica nuova, sulle nuove composizioni, e abbiamo lavorato insieme per tredici anni.

Come mai oggi è inattivo?

Perché dopo tredici anni di attività c'era troppo lavoro da svolgere, e tutto gravava sulle spalle di musicisti, io stesso, Frank Kimbrough, Michael Blake, Ted Nash, Matt Wilson, Michael Sarin e mia moglie. Era una realtà complessa, che richiedeva molto impegno, tasse, contabilità, organizzazione di concerti, tour, registrazioni discografiche, e dopo tanti anni era diventato difficile per tutti conciliare gli impegni individuali con il lavoro per il collettivo.

Tu hai una sorta di approccio "totale" nei confronti del tuo lavoro di musicista: suoni, arrangi, componi, produci i tuoi dischi. È difficile far fronte a compiti così diversi?

No, credo che per me non sia difficile fare tutte queste cose insieme. Non sarei capace di suonare soltanto e lasciare ad altri tutto il resto. Mi sento probabilmente più un compositore che un bassista, nel senso che la composizione è davvero importante per me, è ciò a cui penso per primo quando mi accingo a lavorare a un disco. Poi do molta importanza alla registrazione, ho ottimi rapporti con il tecnico del suono della mia casa discografica, e collaboriamo per il missaggio dei brani. Credo che bisogni controllare come suonano gli strumenti; inoltre mi occupo della grafica dei miei cd, e ritengo tutto ciò parte della mia espressione personale.

Come vive un musicista come te, impegnato nella produzione, l'attuale momento di crisi economica?

È difficile dirlo. Per ironia della sorte, proprio negli ultimi anni, mentre arrivava la crisi economica, la mia carriera era in crescita, ho avuto l'opportunità di suonare la mia musica ovunque nel mondo con i musicisti che preferisco, e non posso lamentarmi. Penso che l'impatto della crisi di questi anni si rifletterà sui prossimi anni. Molta della musica prodotta negli Stati Uniti è finanziata da fondazioni private, che oggi sono colpite dalla crisi, e non so davvero cosa succederà in futuro.

Hai altri interessi oltre la musica?

Si, la maggior parte dei miei interessi sono extramusicali! Non ho molto tempo, ma molti interessi. Naturalmente, stare con mia figlia, come tutti i genitori, e poi mi piace leggere di scienza, di politica, filosofia. Mia moglie è una studiosa di scienze politiche, impegnata nelle relazioni internazionali degli Stati Uniti, in particolare con l'Iran.

Quali sono i tuoi progetti musicali per il prossimo futuro?

Abbiamo appena registrato un cd con una nuova formazione che ho citato prima, con Rudy Royston, Steve Cardenas, Shane Endsley e Jenny Scheinmann [il già citato Think Free, Palmetto Records] e lavorerò con questo gruppo per un certo periodo, vorrei incidere due o tre dischi con gli stessi musicisti, perché la mia musica si basa sulla fiducia reciproca, non è una musica semplice, è rischiosa.







Articoli correlati:
19/10/2014

Union Square (Ben Allison, Michael Blake, Rudy Royston)- Valeria Loprieno

21/08/2011

Bari in Jazz VII Edizione - Miles Lives: "...sono già passati sette anni da quando Bari ha cercato, mercè il pioniere Roberto Ottaviano, di istituzionalizzare una consistente parentesi jazzistica all'interno delle proprie attività culturali. Tra mille difficoltà e qualche punta di amarezza, le cinque giornate di Bari in Jazz hanno tratto la loro essenza nel tema "Miles Lives" tributando il "Dark Magus" a vent'anni dalla scomparsa. Tomasz Stanko, James Taylor Quartet, Michael Blake con Ben Allison e Hamid Drake i concerti di punta della rassegna." (Alceste Ayroldi)

28/11/2009

Venezia Jazz Festival 2009: Ben Allison Quartet, Fabrizio Sotti trio, Giovanni Guidi Quartet, Wynton Marsalis e Jazz at Lincoln Center Orchestra, Richard Galliano All Star Band, Charles Lloyd Quartet, GNU Quartet, Trio Madeira Brasil, Paolo Conte e l'Orchestra Sinfonica di Venezia, diretta da Bruno Fontaine, Musica senza solfiti del Sigurt�-Casagrande Duo...(Giovanni Greto)

12/09/2009

Cala Gonone Jazz Festival, XXII Edizione con Edmar Castaneda, la Sun Ra Arkestra e il quartetto di Ben Allison: "Giunto alla ventiduesima edizione, il festival dell'incantevole località marina del nuorese, uno dei siti più affascinanti per chi ama il mare, ha proposto tre serate nel parco di villa Ticca, palazzina liberty concessa dai proprietari per ospitare i concerti, e una serata di danza presso il Nuovo Teatro Arena appena restaurato." (Enzo Fugaldi)

20/08/2009

It's a Gadget World… (Ron Horton feat. Antonio Zambrini) - Alceste Ayroldi

18/05/2008

Etnafest 08 - Black Is Beautiful...e non Solo, Ben Allison "Man Size Safe": "La caratteristica principale della musica di Allison è la grande capacità di catturare l'ascoltatore, e non solo quello più avveduto jazzisticamente, attraverso l'uso di melodie efficaci, armonie ben riconoscibili, ritmi contagiosi, il tutto condito da un evidente e sincero piacere di suonare, che attira il pubblico e lo coinvolge pienamente." (Enzo Fugaldi)

15/03/2006

Ron Horton Quartet alla Salumeria della Musica: "Il grande jazz può essere anche molto fresco e giovane. Questa è la sensazione che ho provato fin dall'inizio, ascoltando Ron Horton, Ben Allison, Mike Sarin ed Antonio Zambrini..." (Rossella Del Grande)

30/01/2006

Nell'ambito del Ravenna JAzz Festival 2005, una serata dedicata ai contrabbassisti, con il Kush trio di Ben Allison ad aprire il concerto, seguito dall'attesissimo quintetto di Dave Holland. (Andrea Caliò)







Inserisci un commento


© 2000 - 2024 Tutto il materiale pubblicato su Jazzitalia è di esclusiva proprietà dell'autore ed è coperto da Copyright internazionale, pertanto non è consentito alcun utilizzo che non sia preventivamente concordato con chi ne detiene i diritti.


Questa pagina è stata visitata 3.619 volte
Data pubblicazione: 14/02/2010

Bookmark and Share



Home |  Articoli |  Comunicati |  Io C'ero |  Recensioni |  Eventi |  Lezioni |  Gallery |  Annunci
Artisti |  Saranno Famosi |  Newsletter |  Forum |  Cerca |  Links | Sondaggio |  Cont@tti