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Intervista A Ben Allison
Calagonone, luglio 2009
di Vincenzo Fugaldi

Il contrabbasso è stato il tuo primo strumento?

No, ho iniziato con la chitarra, da ragazzo. Alle scuole superiori suonavo la chitarra e la batteria, e il basso mi è poi sembrato la perfetta combinazione di entrambi.

Hai frequentato studi musicali regolari?



Ho frequentato la Performing Art High School, che aveva delle classi speciali per la musica, a New Heaven, Connecticut, dove sono cresciuto, e poi alla NewYork University, un college che dava spazio alla musica, ma non era un conservatorio. Non volevo frequentare un conservatorio: la musica che mi interessava fare era quella che si impara suonando con altri musicisti. Il solo fatto di stare a New York è probabilmente la migliore educazione musicale che si possa avere. La New York University è nel Greenwich Village, un ottimo posto dove stare se si vuol essere musicisti.

Nella tua musica si percepiscono svariate influenze. Che tipo di musica ascolti?

Ascolto ogni tipo di musica: jazz, fusion, senza crearmi il problema di scegliere fra i vari stili. E molta musica da film, da spettacoli televisivi, in auto, da musicisti di strada, e musica classica.

Vuoi parlare di alcuni dei tuoi diversi gruppi, e dei vari progetti?

Il mio primo gruppo che è stato in tour si chiama "Medicine Wheel". Ha una certa di sensibilità da jazz da camera, e si ispira molto alla musica classica del ventesimo secolo, ad Alban Berg, Debussy, Stravinski, all'atonalità. Una formazione che comprende il pianoforte, il violoncello, due sassofoni, il basso e la batteria. Il mio secondo gruppo si chiama "Peace Pipe", coinvolge un suonatore di kora del Mali. La kora è uno strumento particolare, che produce suoni differenti, e si può accordare in una sola tonalità per volta. Per me, che con i Medicine Wheel suonavo anche in due tonalità contemporaneamente, con molti cambiamenti armonici, la sfida con i Peace Pipe era di essere limitati a una o due tonalità, e quasi l'intero set poteva essere in tonalità di re minore, così non era semplice creare una musica che fosse interessante da suonare e da ascoltare, senza accordi, solo con un bel suono, e molte possibilità ritmiche e di tessitura musicale. Il mio gruppo attuale è il "Ben Allison Quartet", composto da chitarra, tromba, basso e batteria, che ha subito alcuni cambiamenti negli ultimi quattro anni nei componenti e nella configurazione, e oggi vede Steve Cardenas alla chitarra, Rudy Royston alla batteria, Jenny Scheinmann al violino e Shane Endsley alla tromba. Adesso in Italia [luglio 2009, n.d.r.] c'è Michael Blake ai sassofoni, e infatti suoniamo principalmente brani dall'ultimo disco dove è presente anche lui [Little Things Run The World, n.d.r.], e solo alcuni dal nuovo cd [Think Free, n.d.r.] sempre per la Palmetto Records, che porteremo in tour anche in Italia.

Molti anni fa hai fondato il Jazz Composers Collective. Questa organizzazione è ancora attiva?

No, attualmente è inattivo. Esiste ancora giuridicamente, ma non sta operando. Il collettivo è stato formato nel 1992, per far collaborare i musicisti per portare l'attenzione sulla nuova musica che veniva composta a New York. La nostra idea era quella di concentrarci interamente sul jazz come musica nuova, sulle nuove composizioni, e abbiamo lavorato insieme per tredici anni.

Come mai oggi è inattivo?

Perché dopo tredici anni di attività c'era troppo lavoro da svolgere, e tutto gravava sulle spalle di musicisti, io stesso, Frank Kimbrough, Michael Blake, Ted Nash, Matt Wilson, Michael Sarin e mia moglie. Era una realtà complessa, che richiedeva molto impegno, tasse, contabilità, organizzazione di concerti, tour, registrazioni discografiche, e dopo tanti anni era diventato difficile per tutti conciliare gli impegni individuali con il lavoro per il collettivo.

Tu hai una sorta di approccio "totale" nei confronti del tuo lavoro di musicista: suoni, arrangi, componi, produci i tuoi dischi. È difficile far fronte a compiti così diversi?

No, credo che per me non sia difficile fare tutte queste cose insieme. Non sarei capace di suonare soltanto e lasciare ad altri tutto il resto. Mi sento probabilmente più un compositore che un bassista, nel senso che la composizione è davvero importante per me, è ciò a cui penso per primo quando mi accingo a lavorare a un disco. Poi do molta importanza alla registrazione, ho ottimi rapporti con il tecnico del suono della mia casa discografica, e collaboriamo per il missaggio dei brani. Credo che bisogni controllare come suonano gli strumenti; inoltre mi occupo della grafica dei miei cd, e ritengo tutto ciò parte della mia espressione personale.

Come vive un musicista come te, impegnato nella produzione, l'attuale momento di crisi economica?

È difficile dirlo. Per ironia della sorte, proprio negli ultimi anni, mentre arrivava la crisi economica, la mia carriera era in crescita, ho avuto l'opportunità di suonare la mia musica ovunque nel mondo con i musicisti che preferisco, e non posso lamentarmi. Penso che l'impatto della crisi di questi anni si rifletterà sui prossimi anni. Molta della musica prodotta negli Stati Uniti è finanziata da fondazioni private, che oggi sono colpite dalla crisi, e non so davvero cosa succederà in futuro.

Hai altri interessi oltre la musica?

Si, la maggior parte dei miei interessi sono extramusicali! Non ho molto tempo, ma molti interessi. Naturalmente, stare con mia figlia, come tutti i genitori, e poi mi piace leggere di scienza, di politica, filosofia. Mia moglie è una studiosa di scienze politiche, impegnata nelle relazioni internazionali degli Stati Uniti, in particolare con l'Iran.

Quali sono i tuoi progetti musicali per il prossimo futuro?

Abbiamo appena registrato un cd con una nuova formazione che ho citato prima, con Rudy Royston, Steve Cardenas, Shane Endsley e Jenny Scheinmann [il già citato Think Free, Palmetto Records] e lavorerò con questo gruppo per un certo periodo, vorrei incidere due o tre dischi con gli stessi musicisti, perché la mia musica si basa sulla fiducia reciproca, non è una musica semplice, è rischiosa.







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Data pubblicazione: 14/02/2010

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