Michel Portal trio
Jazz all'Ambra
Teatro Ambra Jovinelli – 23 febbraio 2004
di Dario Gentili
foto di Daniele Molajoli
Michel Portal – sassofono alto, clarinetti, bandoneon
Bojan Zulfikarpasic – piano
Bruno Chevillon – contrabbasso
« Amo andare sul palco senza sapere quello che suonerò. È fantastico, è veramente l'unica volta in cui ti puoi divertire. Devi essere libero. Ho bisogno di musicisti che hanno lasciato il loro ego dietro le spalle. Veri improvvisatori, che non smettono mai di sorprenderti quando suoni con loro.»; questa dichiarazione di
Michel Portal
può benissimo valere da scaletta per il concerto di questa sera all'Ambra Jovinelli. Infatti, l'improvvisazione è stata la caratteristica dominante dell'esibizione del trio guidato da Portal. Quanto ai musicisti che lo accompagnano,
Bojan Zulfikarpasic al piano e Bruno Chevillon al contrabbasso, che hanno già lavorato con Portal nel suo
Dockings
(Label Bleu, 1998),
si sono
dimostrati compagni ideali nel seguire l'inquieta ispirazione di Portal, che li
ha condotti lungo i variegati e diversi territori della sua quasi enciclopedica
cultura musicale; eppure, in nessun momento il concerto di stasera ha perduto
quel gusto per il gioco e il divertimento che è il sale stesso
dell'improvvisazione.
Dalla musica classica al jazz più ortodosso all'avanguardia più radicale: la capacità live più sorprendente di Portal è di mescolare tali stili e generi anche in uno stesso brano, che spesso si compone di momenti tra loro anche molto diversi come in una sinfonia. Introdotto il tema, spesso semplice e immediato, il trio presto lo lascia risuonare solo nella memoria dell'ascoltatore e s'avventura in brevi siparietti d'improvvisazione tra loro slegati e chiusi in se stessi e, quando ormai sembra che il trio abbia intrapreso ritmi e toni troppo diversi, ecco che torna quasi in modo beffardo il tema iniziale a ricordare che, in fondo, si tratta pur sempre di quel brano di venti minuti prima. Effettivamente è la sorpresa il leit motiv del concerto: quasi subito si intuisce che a ogni cambio di strumento da parte di Portal (sassofono alto, clarinetto, clarinetto basso, bandoneon)
corrisponde un'ispirazione e uno stile diverso: dentro il più canonico post-bop può esserci un tango e dentro un tango alla Piazzolla il free. Non si può intuire mai prima quali e quante sorprese può nascondere un'improvvisazione di Portal, a volte si susseguono rapide e senza soluzioni di continuità come in una sorta di impressionismo sonoro. Non sono certo mancati, da parte di ognuno dei tre musicisti, momenti di virtuosismo creativo;
Portal ha esplorato praticamente tutte le possibilità polifoniche del clarinetto e del sax, ma ha anche "inventato" sonorità assurde, come quando ha suonato il suo sax praticamente tra le corde del pianoforte, facendole vibrare mentre
Zulfikarpasic ne accompagnava l'improvvisazione.
Dopo una indefinita serie di "cosa s'inventerà adesso", il concerto termina al secondo bis con un classico tango argentino, quasi cantato da Portal, a ribadire, semmai non si fosse già capito dalla passione con cui ne ha sempre accompagnato l'esecuzione, la sintonia musicale ed emotiva con le sue atmosfere, che non traspare soltanto quando imbraccia il bandoneon.
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Data pubblicazione: 13/04/2004
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