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 Michel Camilo 
Trio 
Roma, 25 febbraio 
2003 - Teatro Ambra Jovinelli 
di 
Marco Puntiero 
Dicembre e gennaio hanno 
attanagliato la città di Roma in una morsa dove pioggia e freddo si sono 
alternati in maniera instancabile. 
 
Finalmente a fine febbraio i romani hanno assistito ad una sorta di 
primavera anticipata. 
 
Portavoce di questo avvento è stato Michel Camilo che proprio il
25 febbraio 2003 
si è esibito per la rassegna "Jazz 
all'Ambra" al recuperato teatro Ambra Jovinelli. 
 
 Il
Michel Camilo Trio si è presentato a Roma per promuovere con un concerto 
l'album "Triangulo" 
che vede il piano di Michel accompagnato da Anthony Jackson al basso 
(sostituito per l'occasione con Charles Flores al contrabasso) e 
Horacio "El Negro" Hernandez alla batteria. 
 
L'importanza della serata risulta evidente anche per la presenza tra il 
pubblico del jazzista (e non solo) Danilo Rea. 
 
Originario della Repubblica Domenicana Michel suona un jazz dalla 
evidente influenza latino-americana. Egli stesso ha raccontato in spagnolo sul 
palco dell'Ambra Jovinelli che agli inizi della sua carriera, quando suonava nei 
locali notturni di New York interminabili jam session, fu contattato niente meno 
che da Tito Puente il quale lo volle con se' in tour. Non lo aveva mai 
sentito suonare ma Tito si fidò della fama che accompagnava queste jam session. 
 
Fu un grande successo. Ed essendo grande anche la gratitudine di Michel 
nei confronti di Puente non poteva perciò mancare un tributo al celebre autore 
di 'Oye Como Va'. 
 
L'amore dichiarato di Michel per la bossa nova (ballo di origine 
brasiliana, derivante dal samba con sovrapposizione di elementi jazz) incontra 
una spalla ideale nello stile di "El Negro" i cui ritmi ed il fervore hanno 
entusiasmato la platea romana. In più di un'occasione Hernandez si è 
lanciato in assoli irresistibili: l'intero teatro portava il tempo ciondolando 
con la testa come ad un concerto Rock (o quasi). Il suono di Flores, 
impeccabile, è forse condizionato...dal suo strumento ancora troppo nuovo; 
maturerà con esso. 
 
 Di 
Michel è veramente difficile descriverne l'impeto scaricato sulla tastiera del 
suo pianoforte ed altrettanto complicato è immaginarlo in situazioni 
intimistiche dall'intensità davvero straziante. La sua preparazione classica si 
evince soprattutto quando con disinvoltura passa da una situazione all'altra. 
 
Le sue composizioni sono tempeste seguite da quieti in cui pause 
interrompono fughe e silenzi anticipano esplosioni: piano...forte. 
 
Il pubblico è rimasto senz'altro soddisfatto dall'esibizione di questo 
grandissimo interprete che ahimè non contemplava brani dell'album "Michel 
Camilo" (1988). 
Infatti le prime file (io fra di esse) hanno chiesto a gran voce ora 'Caribe' 
ora 'Suite Sandrine' ma il Trio non si è discostato dalla scaletta 
programmata. 
 
Tuttavia i brani eseguiti erano altrettanto belli e piacevoli: un 
incentivo per procurarsi il suo nuovo album. Del resto bisogna dire che tutti 
gli album di Michel risultano piacevolissimi. 
 
Unica nota...stonata del concerto è stata sicuramente la sua brevità. I 
concerti di Michel, almeno quelli che ho visto io, durano non più di un'ora e 
mezza compresi i bis. Davvero poco per il prezzo che si è costretti a pagare. 
 
E' vero "una rondine non fa primavera" ma Michel con la sua musica così 
solare e travolgente poteva essere scambiato per tale. 
  
 
 
 
 
 
 
 
 
 
  
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			Data pubblicazione: 23/04/2003
	  
 
 
 
	
  
	
		
		
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