EJE: suoni, colori, sapori e amori jazz
European Jazz Expo' – Cagliari, 20/22 novembre 2009
di Viviana Maxia
Foto Roberto Aymerich
Già dall'esordio appare che l'edizione di quest'anno dell'European Jazz
Expo' sarà memorabile. Prima di tutto perché è la prima senza Sandro Capriola,
nome che per molti non sarà molto conosciuto, ma che per gli addetti ai lavori di
tutti i festival jazz nazionali ed internazionali, per tutti gli isolani amanti
del genere musicale e per la generazione di ultraquarantenni nati con JAZZ IN SARDEGNA,
rappresentava la figura che meglio incarnava il carattere della rassegna e della
musica: a volte ruvido, a volte infuriato, a volte sorridente, ma sempre aperto
a qualsiasi novità.
Capriola "era" Jazz in Sardegna, senza nulla
togliere alla magnifica organizzazione di Massimo Palmas e di tutti gli altri
addetti ai lavori che in pochi anni hanno costruito una rassegna diventata punto
di riferimento per tutti i musicisti, le tendenze e le persone che ruotano intorno
al jazz.
Struggente e insieme ironico il ricordo scritto di Francesco Abate,
music and writer man di Sardegna che con Capriola aveva un rapporto quasi parentale,
letto in apertura della manifestazione. Ha commosso tutti quanti lo conoscevano
la mancanza di quello strano uomo napoletano con la barba folta e gli occhi celesti
da Babbo Natale del sud: ci manca la sua presenza intorno ai tecnici, nelle sale,
in giro per la Fiera. Pazienza: the show must go on. E infatti lo spettacolo continua
con il premio alla carriera a Rava.
Come
al solito per assistere agli spettacoli si forma la classica fila, con i cosiddetti
"gobbi" che si infilano lateralmente, all'italiana, facendo infuriare tutti. La
fila è una vera miniera di racconti, di amori per questo o quel jazzista. La fila
è piena di persone che arrivano da tutte le parti dell'Isola e, in tanti, anche
dalla penisola. Alfio e Amina, ad esempio, non si perdono un festival jazz da quando
stanno insieme. Sono attenti e curiosi, spesso critici ma sempre molto discreti,
stavolta non si spostano tanto da casa, visto che vivono a Cagliari, ma di solito,
con il camper, arrivano dappertutto per seguire la musica.
Ignazio Sechi, invece, è il responsabile della sala del Palazzo dei Congressi,
la più importante, quella dove suonano Rava e tanti altri grandissimi artisti.
E' alla prima esperienza, Ignazio, ma grazie alla sua amicizia con molti musicisti
– è il fratello di Billy, batterista notissimo e purtroppo scomparso pochi anni
fa' – riesce a gestire la tipica situazione critica che si crea all'inizio di una
manifestazione con un aplomb quasi britannico.
E'
cordiale e simpatico con tutti Ignazio, oltre che bello; riesce a placare le ire
di quelli che appena vedono ancora vuota una sedia con sopra il cartello "riservato
stampa" vanno su tutte le furie. Ma il "prode" Ignazio è riuscito a domare una enorme
sala, continuamente stracolma di gente, con la massima tranquillità. Altra sua incombenza:
disciplinare i fotografi che per queste manifestazioni si moltiplicano come funghi
dopo una giornata di pioggia alternata al sole.
I fotografi, in effetti meritano una citazione a parte. Chiamasi fotografo
di jazz quel tipo umano di vario genere, dotato di propaggini fotografiche di varia
lunghezza e ampiezza, che occupa sempre qualunque posto disponibile sotto il palco
(potendo anche sopra e di lato). Ci sono i veterani: Agostino dal passo tanto felpato
che a volte neppure ti accorgi che ci sia; spesso c'è Priamo, a volte Max, il maestro,
e Daniela, ma lei solo per i concerti più importanti. Poi gli appassionati veri
come Roberto, che ha un altro lavoro, ma oramai è diventato un professionista nelle
foto jazz, le new entry come la giovane Sara che scatta da poco ma è già ad un buon
livello, infine un numero veramente incredibile di persone armate di fotocamere.
Da temere il genere che arriva sotto il palco e nel momento del "solo" spara una
"sflashata" che di solito tramortisce il musicista: qualcuno si imbestialisce (a
ragione), tal altro con maggior mestiere abbozza e riprende elegantemente dopo il
fulmine fotografico, con nonchalance, a suonare.
Vicino
a me sono seduti Margherita e Agostino. Arrivano nientemeno che dalla splendida
San Teodoro, poco sotto Olbia; siamo amici ormai da anni e ci incontriamo in tutte
le manifestazioni di cultura: dalla musica alla letteratura. Margherita è esuberante
e curiosa e non vede l'ora di riuscire ad entrare in tutte le sale dell'Expo', anche
solo per capire se le diverse proposte possono piacerle o meno, mentre Agostino,
artista, pigro come un gattone, la segue con molta più calma. Oltre che per la musica,
li ha portati a Cagliari anche la curiosità per la collaterale, gustosa, iniziativa
"Jazz'in Chef" organizzata dal famoso, anche televisivamente, Luigi Pomata.
Da grande appassionato di jazz, Pomata, ha creato un riuscito connubio
tra musica e cucina proponendo per ogni giorno dell'Expo' un menù ispirato al jazz
e curato da diversi cuochi isolani giovani e bravissimi, per finire, la domenica
ultimo giorno della manifestazione, con il "pranzo a otto mani", rivisitazioni in
chiave musicale di alcuni piatti preparati dai giovani chef Luigi Pomata, Achille
Pinna e Cristiano Andreini, coadiuvati da un direttore d'orchestra del calibro
di Rita Denza, chef veterana del mitico ristorante "Gallura" di Olbia (stella
Michelin, tanto per intenderci). Parte una originale sinfonia di sapori e colori;
nelle ouvertures ideate dalla grande piccola Rita, a base di "tartare di ricciola
del golfo spolverata di bottarga e olio extravergine" e nella "pescatrice alla golfarancina"
accostabili musicalmente ai "solo" di
Paolo Fresu
e ai "contrappunto" del piano di
Uri Caine
con il tocco speziato dell'accompagnamento degli archi di Alborada. La "carbonara
di mare", un cascà asciutto (tipo di cous cous) alla carlofortina, che di base propone
gli ingredienti della carbonara impreziositi da filetti di pesce crudo, proposto
dal patron Pomata, mi ricorda le evoluzioni futuristico - psichedeliche del trombone
di Gianluca Petrella,
mentre avvicino l'arrosto con granella di nocciole del Piemonte, indivia brasata
e purè di castagne realizzato da Achille Pinna, dal sapore antico ma rivisitato
in chiave attualissima, al il suono morbido e tecnicamente perfetto della tromba
di Fabrizio
Bosso. Infine, nel dolce di riso al latte con cioccolato e composta
di frutti rossi di Cristiano Andreini, mi pare di ri -sentire il contrasto
tra i vocalizzi di
Petra
Magoni e la base ritmico – melodica del contrabbasso di
Ferruccio
Spinetti. Un'esperienza di sensi tra palato e udito, unica nel suo genere.
Dopo
la soddisfazione del gusto, quella dell'udito. La fila infinita e paziente (ma non
troppo) per sentire quel gran genio di
Marcus Miller
è la spia del successo della manifestazione: sono tre i concerti che il grande musicista
deve tenere per accontentare tutti. Le persone in fila non mollano, la temperatura
fuori è fortunatamente primaverile; vedo in fila tanti amici musicisti locali che
hanno l'opportunità di seguire i loro modelli da vicino.
Gianrico, ottimo batterista isolano, è reduce dalla rassegna jazz di Roma
e dispensa consigli sulle nuove tendenze, Giulia lo segue imperterrita dribblando
centinaia di persone. Da un angolo Massimo Palmas, patron della manifestazione,
osserva soddisfatto il movimento frenetico sorridendo sornione sotto i baffi. Mi
avvicino e al volo gli domando com'è nata e come si sta sviluppando nel tempo la
vetrina dell'Expo'.
Mi
spiega che in Sardegna abbiamo molte rassegne jazz di ottimo livello ma che i risultati,
alla fine, sono sempre stati frazionati e scarsamente promossi. L'idea vincente
sarebbe stata quella di unire tutte le forze per aprire anche ai contatti nazionali
ed internazionali. Ma dopo un'interlocuzione, per motivi anche caratteriali tipici
degli isolani, non si è riuscito a creare quel consorzio tra rassegne che avrebbe
reso più forte il jazz sardo. L'Expo', quindi, è nato come scommessa: far giungere
a Cagliari dapprima il pubblico da tutta l'Isola e questo traguardo è stato già
ampiamente raggiunto nelle precedenti edizioni; quindi rivolgersi, in particolare
in questa edizione, agli operatori nazionali ed internazionali che erano presenti
numerosi ed, infine, l'obiettivo futuro: quello di diventare attrattore di turismo
musicale per pubblico internazionale, legando la manifestazione ai nuovi flussi
incrementati dal voli low cost e alla centralità della Sardegna rispetto al Mediterraneo
e all'Europa. Questa- ci dice Palmas – è la sfida del prossimo anno. Sono sicura
che la vincerà, anche se al suo fianco mancherà Sandro Capriola e la mancanza gli
si legge in fondo agli occhi, a parte la soddisfazione del grande successo dell'EJE
di quest'anno.
Lo saluto ringraziandolo per la disponibilità (durante l'Expo' è praticamente
impossibile parlare con lui), mentre vedo che la fila per ascoltare il concerto
di Antonello
Salis e
Fabrizio Bosso
è diventata un lungo serpentone. Mi sistemo in un'ansa e aspetto. Nel frattempo
intorno a me sento, ovattati, i commenti su questo duo strano ma tanto affiatato,
ma ripenso alle parole dei tanti appassionati che ho incontrato, a quelle di Massimo
Palmas e di tutte le persone che lavorano dietro le quinte contribuendo in modo
fondamentale alla riuscita della rassegna. Penso a Paola Cireddu, impegnatissima
addetto stampa, ad Andrea, suo disponibile assistente, che mi ha supportato nelle
interviste, ad Ignazio Sechi che ha brillantemente svolto il suo ruolo di manager
di sala e di p.r. Infine il pensiero ritorna su Salis e Bosso che stanno per iniziare
il loro concerto, due diverse generazioni di musicisti che si divertono come matti
a suonare insieme.
Ma penso, specialmente, che mancano a tutti coloro che l'hanno conosciuto, la
folta barba e gli occhi azzurri di Sandro Capriola. A ben guardare però,
mi sembra di intravedere di sfuggita, tra gli impianti tecnici e le custodie degli
strumenti, un faccione sornione e un pezzetto di barba incolta.
29/09/2012 | European Jazz Expo #2: Asì, Quartetto Pessoa, Moroni & Ionata, Mario Brai, Enrico Zanisi, Alessandro Paternesi, David Linx, Little Blue, Federico Casagrande, Billy Cobham (D. Floris, D. Crevena) |
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Data pubblicazione: 20/12/2009
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