Daniel Karlsson Trio al Fashing di
Stoccolma Concerto al Fasching, Stoccolma, Svezia, 19 febbraio 2014 di Monica Mazzitelli
foto di Urban Fagerholm
Daniel Karlsson -
pianoforte
Kristian Lind - contrabbasso
Fredrik Rundqvist - batteria
Grandissime aspettative per questo quasi debut-live del trio
del pianista Daniel Karlsson, ritenuto il più legittimo erede di
Esbjörn
Svensson del panorama jazz scandinavo. Sentieri musicali spesso paralleli
tra loro, con la forza di Karlsson più frequentemente incastonata in formazione
con altri musicisti piuttosto che solista; a cominciare da Oddjob, band tra le più
innovative e dirompenti del jazz nordico, che proprio la sera di questo concerto
si aggiudicava il suo secondo Grammy Award svedese con l'ultimo album, Jazzoo.
Le aspettative sono state puntualmente saldate, anzi rispetto
all'album Das Taxibåt nel live oltre alla conferma della potenza pianistica
e improvvisativa di Karlsson si è potuto anche apprezzare una sensazione di intensa
e allegra complicità tra i tre musicisti, con il contrabbassista Kristian Lind
che rispetto al cd ha trasmesso più potenza e un talento esecutivo veramente ispirato.
Fredrik Rundqvist alla batteria ha strappato applausi entusiasti per un paio
di assoli trascinanti e originali, il che non è semplice quando si ha a che fare
con un talento così già di suo percussivo, scandito e ritmico come quello di Karlsson.
E dato che a solo sette mesi dall'uscita del primo album Das Taxibåt
è previsto comunque per maggio il secondo album del trio, Fusion for Fishi.
Il nuovo lavoro è veramente interessante, sia dal punto di vista dei suoni che della
composizione, e contiene un leggero cambiamento di stile – forse una maggiore consapevolezza
compositiva da parte di Karlsson – che lo rende ancora più riconoscibile e originale.
L'influenza di questo cambiamento si è sentita anche nell'esecuzione di alcuni brani
del primo album, a cominciare dal primo, Das Taxibåt, dove Lind si è prodotto
in un bellissimo groove e la batteria di Rundqvist ha terminato con un crescendo
trascinante. Anche nel secondo brano (di nuovo la title track, ma del nuovo
album), cominciato con una magnifica improvvisazione di Karlsson, Lind ha suonato
come un tarantolato, mentre nel terzo, Bobo's Temptation, il piano ha preso
una tonalità più elegiaca, quasi Chopiniana.
Quarto episodio la splendida Cowboy Song, che segue l'originale fino a metà
brano: da lì in poi Lind usa il contrabbasso come una percussione mentre Karlsson
arabesca, raggiunti infine da Rundqvist che impone colpi secchi e in controtempo
alla batteria, fino a che Karlsson riporta tutti a casa con l'adorabile attacco
di piano. La batteria si ripropone magica anche nel successivo Johansson's Temptation,
mentre in quello a seguire, Paddy Tang, è il contrabbasso di Lind che dà
una tonalità quasi calipso al suo incedere.
Dopo la pausa il trio riprende molto ispirato con Freshwater
Tourist, un brano dal nuovo album sul quale parte una grande improvvisazione
con un dialogo quasi free tra piano e batteria, ancorata su un solidissimo
contrabbasso: una traccia che sarà probabilmente più bella live che su disco. Il
pezzo che segue, Filibuster, è uno dei migliori di tutto il concerto: un
groove incredibile su cui entra in minuscolo ritardo il piano, creando un
effetto di conturbante sospensione del piacere, con la batteria bacchettata sull'esterno
dei piatti a far sì che il suono riecheggi prolungato, e sulle tonalità un po' latine
del brano viene proprio voglia di ballare.
Per il nono brano si torna primo album con Sergio Giorgini, un pezzo che
se già colpiva per la sua eleganza sul disco, qui diventa ancora più sornione e
rallentato, e sulle ultime magiche note dell'ottava più alta del piano, Lind prende
l'archetto e rende i suoni ancora più struggenti, prima che un'improvvisazione più
rigorosa faccia scivolare il pezzo dentro Quicky, dove la batteria di Rundqvist
costringe Lind a pedalare come Coppi mentre Karlsson finisce quasi sotto il pianoforte:
uno dei pezzi più travolgenti del concerto sotto il profilo ritmico.
Si prende fiato con Route 222, un altro piacevole inedito:
una ballata dal sapore newyorkese che sul disco è impreziosita dalla chitarra di
Andreas Hourdakis (nella band di Magnus Öström con Karlsson), seguita dal pezzo
conclusivo, sempre dal nuovo album Correspondence with Folke B., un brano
ricco di atmosfera e passaggi interessanti dove Lind si esprime in una splendida
improvvisazione, tirando fuori con l'archetto suoni da violoncello.