Cassandra Wilson
Genova - Arena del mare- Rassegna "Just like a woman",
21 luglio 2011
di Gianni Montano
foto di Riccardo Crimi (Umbria Jazz 2008)
Cassandra Wilson - voce e chitarra Marvin Sewell - Chitarra Jon Cowherd - Piano Reginald Veal - Contrabbasso Gregoire Maret - armonica John Davis - batteria Lekan Babalola - Percussioni
Cassandra
Wilson calca le scene da più di venticinque anni. Ha esordito con gruppi
di jazz avanzato attraverso la collaborazione con M-base di Steve Coleman
o il trio "Air" di Henry Threadgill. Dopo un percorso vario e piuttosto articolato,
oggi si colloca su un versante nobilmente più classico, dove sembra aver trovato
una posizione stabile e per lei soddisfacente. Si esibisce a Genova, all'interno
di una breve tournèe italiana, con un gruppo di ottimi strumentisti, cementato da
una forte intesa e a cui la cantante concede parecchio spazio.
John Davis e Lekan Babaloca alle percussioni sono in grado di costruire un tappeto
ritmico adeguato sia nei tempi più mossi che nelle ballads, esaltandosi con le cadenze
funky. Reginald Veal ha un suono possente con il contrabbasso. Assesta colpi precisi
con l'archetto, quando occorre o lavora pizzicando le corde dal registro acuto a
quello più grave con una padronanza completa dello strumento. Marvin Sewell alla chitarra sa essere riflessivo e moderato in acustico, quanto
far alzare la tensione con un timbro più duro e deciso nelle sequenze più agitate.
E' duttile e ispirato in ogni circostanza. John Cowherd collega le iniziative dei partners con un pianismo discorsivo. Non
si erge a protagonista, ma sa ascoltare I compagni, uscendo poi in assoli sempre
accorti e misurati.
La sorpresa della serata viene, però, da Gregoire Maret, giovane armonicista,
capace di rendere assoluto protagonista il suo stumento, rivelando una competenza
e un gusto rari.
Cassandra
Wilson interviene con parsimonia in un contesto ritmico e melodico già
molto ricco e definito, inglobando la sua voce calda e sinuosa al suono complessivo
del gruppo. Introduce, infatti, il suo contributo in un meccanismo ben oliato, non
per capovolgere il clima creato dai compagni di viaggio, al massimo per precisarne
I termini, per instradare la musica verso uno sbocco melodico evidenziato dai testi
delle canzoni. La sua interpretazione, in sostanza, si distacca da quella delle
grandi voci quali
Dee Dee Bridgewater
o Rachel Ferrell, per fare due nomi, dotate di una tecnica prodigiosa di cui fanno
sfoggio nei concerti o nei dischi. Canta, però, con il giusto trasporto, scegliendo
gli accenti e le sfumature adeguate per rendere al meglio il repertorio selezionato.
Si impegna anche in alcune improvvisazioni "scat", ma si tratta di brevi intermezzi.
Il concerto inizia con "Lay lady lay" di Bob Dylan aperta da una lunga introduzione
in cui, dalle percussioni agli altri strumenti melodici, tutti ci mettono del loro
per nascondere il motivo che viene esplicitato dall'entrata in scena della Wilson,
molto attenta a rendere l'atmosfera del pezzo. Segue una versione di "The man
I love" piuttosto sottotraccia, morbida e aggraziata. Si succedono, quindi,
diversi brani estratti dal suo ultimo disco "Silver Pony". Si avverte, in queste
interpretazioni, ancora, una cura notevole per le dinamiche e per la valorizzazione
del particolare significativo.
La conclusione è affidata ad una versione malinconica, ma conciliante di "Time after
time" di Cindy Lauper, cavallo di battaglia del Davis elettrico dell'ultima parte
della sua carriera. Tra l'altro al celebre trombettista
Cassandra
Wilson ha dedicato uno dei suoi album più riusciti. "Traveling Miles",
uscito nel 1999.
Il concerto è stato molto applaudito dal pubblico presente. La cantante ha dimostrato
di avere le radici ben piantate nel jazz, ma l'approccio al repertorio scelto è,
per qualche verso, "pop", tanto da consentirle di "arrivare" ad un uditorio più
vasto, anche di diversa inclinazione stilistica.
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Data pubblicazione: 04/09/2011
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