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Benny Golson 4et
Teatro Verdi, Sabato 19 Novembre ore 21.00
di Gabriele Prevato
foto di Elisa Tessarin


Benny Golson - sax tenore
Fritz Pauer - pianoforte
Gilles Naturel - contrabbasso
Douglas Sides - batteria

Questa sera un'ospite d'eccezione per il Padova Jazz Festival, un veterano del jazz assieme al suo quartetto. Benny Golson si presenta in splendida forma nonostante la sua età, è della classe 1929. Elegante e spiritoso introduce il suo quartetto per iniziare immediatamente il concerto fatto di brani suoi divenuti standard, uniti ad altri più o meno noti.
Per uno come lui che ha suonato con i migliori jazzisti della storia non meraviglia più di tanto la rilassatezza sul palco. Meraviglia semmai l'ironia con la quale conduce la sua band lungo un percorso musicale a tratti scontato e al tempo stesso piacevole e stimolante.



Il primo brano è un blues dal titolo Tears Moment: l'esposizione del semplice tema proietta immediatamente il quartetto in un'improvvisazione sobria e raffinata nel quale spicca sicuramente la tecnica e l'estro inventivo del pianista FritzPauer. Nei svariati chorus d'improvvisazione che si concede emerge la sua predilezione al fraseggiare raddoppiando l' ottava nonché il richiamo a diversi cliché del pianismo jazz anni '40 e '50. Segue poi la celebre Whisper Not, dove a spiccare è uno stupendo solo del contrabbassista Naturel, anche lui dotato di impeccabile tecnica ed espressività. Il pubblico tutto riconosce il brano e apprezza sonoramente ad inizio e conclusione dello stesso.

Tra un brano e l'altro Golson si prende del tempo per dialogare col pubblico ed introdurre i brani. E' sorprendente il suo carisma nel comunicare col pubblico spesso esigente. Racconta come fosse successo ieri del tragico evento che ispirò una delle sue più struggenti composizioni, I Remember Clifford, suonata ancora oggi con sentimento e trasporto verso il suo collega Clifford Brown, prematuramente scomparso.

In un altro intermezzo invece confessa con estrema sincerità al pubblico di sapere di non essere tra i migliori sassofonisti del mondo, di dover la sua fortuna soprattutto alla sua penna, e per questo di farsi accompagnare nelle sue lunghe tournée da validi strumentisti per far apparire al pubblico di suonar bene anche lui. E rivolge così un complimento ai componenti del suo quartetto introducendo "Take The A Train" di Duke Ellington, anticipata da una lunga intro del piano che omaggia il compositore con uno splendido medley dei suoi temi più famosi.

Il concerto chiude con Stablemates e Killer Joe per concedere poi un applaudissimo bis che vuole essere un saluto al teatro Verdi ed il suo pubblico, di anno in anno sempre più affezionato alla rassegna di Padova Suona Jazz.







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Data pubblicazione: 12/02/2012

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