John Abercrombie Quartet + Dave Douglas Quintet
Dolce Vita Jazz Festival. La Palma, 15 luglio 2003
di
Dario Gentili e Alessandro Marongiu photo
by Alessandro Marongiu
Dolce Vita Jazz Festival
2003
JOHN ABERCROMBIE quartet
John Abercrombie –
chitarre
Marc Feldman
–
violino
Marc Johnson
– contrabbasso
Joey Baron –
batteria |
DAVE DOUGLAS quintet
Dave Douglas -
tromba
Seamus Blake -
sassofono
Uri Caine –
fender rhodes
James Genus –
contrabbasso
Clarence Penn -
batteria
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La proposta del Dolce Vita Jazz Festival per questa sera è davvero intrigante: un doppio concerto divide equamente la scena della Palma.
John Abercrombie e Dave Douglas, entrambi a capitanare formazioni di altissimo livello, sono abituati a rappresentare i nomi di spicco di qualsiasi festival jazz, eppure stasera gli spettatori hanno potuto assistere a due concerti in uno.
Il primo set ha presentato la chitarra di John Abercrombie accompagnata dalla formazione del suo ultimo lavoro
Cat' n' Mouse. La particolarità di questa formazione è la presenza del violino di
Marc Feldman, che ha già collaborato con Abercrombie in un altro suo lavoro recente
Open Land, e ogni brano suonato stasera, da
A Nice Idea
tratto dall'ultimo album all'inedita
A class trip, ha evidenziato una totale sinergia tra la chitarra e il violino, quasi a voler dimostrare che i due strumenti sono più affini e complementari di quanto si possa comunemente presupporre:
Abercrombie e Feldman spesso arpeggiano il tema del pezzo all'unisono ed equamente si dividono la presenza sonora sulla scena. Come ormai caratteristico del suo chitarrismo, Abercrombie alterna sapientemente arpeggi in puro stile jazz con brevi e folgoranti sfuriate rock. I pezzi proposti sono molto raffinati, dalle atmosfere calde, e al contempo hanno una struttura complessa, come ne è testimonianza esemplare la suite di
Free Piece, da Open Land. Il brano inizia come una ballad molto dolce, il tema è presentato in tutte le sue sfumature dalla suggestiva chitarra di Abercrombie in assoluta solitudine, che, con l'ingresso del gruppo, improvvisamente esplora prima un ritmo decisamente country, per poi "indurirsi" progressivamente; il pezzo cambia ancora stile nel finale con un duetto tra violino e contrabbasso suonato con l'archetto, che conclude Free Piece
lasciando approdare nella musica classica questo viaggio senza confini. Il brano che chiude il concerto è una chiosa affidata a un impressionante assolo di batteria di
Joey Baron che, prima con le mani e poi con le bacchette, esplora le più recondite potenzialità del suo strumento, lasciando il pubblico letteralmente di stucco.
Subito dopo l'uscita di John Abercrombie e della sua band le luci si fanno soffuse e sul palco entra lo staff della seconda band che si esibisce stasera. Oltre lo staff vi sono anche i musicisti che controllano il corretto montaggio dei propri strumenti. Tra questi si riconoscono
Dave Douglas e Uri Caine. Proprio loro, la punta di diamante dell'avanguardia newyorkese stasera è di scena a "La Palma Club". Non che sia una novità (già in passato si erano esibiti in questo club come è testimoniato dalla confidenza esistente tra loro e
Flavio Severini), ma ogni volta che sbarcano qui a Roma c'è da aspettarsi un momento di grande jazz.
Neanche stasera tradiscono le aspettative.
I brani in scaletta sono tratti dal penultimo lavoro di Douglas,
The Infinite, che, con l'eccezione di
Seamus Blake al sax, presenta la medesima formazione di stasera: Uri Caine
è al Fender Rhodes, Dave Douglas alla tromba, James Genus al contrabbasso e
Clarence Penn alle batterie. Il pezzo esordisce con un intro di tromba molto serrato che poi diventa melodico. Il tutto su una sezione ritmica stile funky.
Dopo un po' la tromba inizia la parte improvvisata ed il ritmo rallenta per fare spazio ad un bell'assolo di sax. La sezione fiati esce di scena lasciando dietro di sé un'atmosfera molto calda fatta di Fender Rhodes, di contrabbasso e di batteria. Il finale vede i fiati rientrare e scandire il tema principale.
Nemmeno il tempo di terminare l'applauso che Uri Caine inizia a percuotere i tasti del suo strumento che inizia a produrre un'atmosfera molto rarefatta e dolce. Fa da contrasto una batteria molto vigorosa su cui entrano i fiati che propongono un fraseggio molto lieve. Il ritmo poi accelera e diventa frenetico per poi calare di nuovo per fare spazio ad un assolo di sax.
L'assolo coinvolge talmente tanto il sassofonista che ad un certo punto il microfono gli cade dentro il sax producendo un suono molto particolare. Il finale lo costruisce
Uri Caine con un bellissimo assolo di Fender molto vario e ricco di citazioni.
Si prosegue con uno scherzoso brano caratterizzato da un ritmo stile swing e da una semplice melodia anni '40.
A questo punto, Dave Douglas prende il microfono e ci preannuncia il brano successivo che è ancora in lavorazione per il prossimo album. Il brano, ci racconta Dave Douglas, è stato concepito durante una sera passata nei pressi di "Ground Zero" ed è dedicato a tutte le vittime di quell'attentato, nonché alle vittime dei due successivi anni di barbarie. Dave Douglas non è nuovo a questo tipo di esternazioni contro l'attuale governo del suo paese. Come non ricordare quando nell'inverno passato, sempre qui a "La Palma", si scusò personalmente per il comportamento del suo governo ed appese al microfono la bandiera arcobaleno della pace, incitando il popolo europeo a continuare a manifestare contro la guerra. Il pezzo non è molto elaborato ma, in compenso, è molto diretto e suggestivo. Dopo un assolo di tromba è la volta del sax che si produce in una linea melodica molto nitida e pulita. Ancora un assolo di Uri Caine ed infine il ritorno del tema principale.
L'ultimo brano della serata ci propone una ritmica molto funky ed allegra quasi a contrapporsi con il pezzo precedente. Il pezzo è in pieno stile jazz statunitense anni '70, con assoli di sax e di fender dal sapore bluesy.
Il pubblico reclama un bis, magari una jam session con Abercrombie e Douglas insieme, ma per stasera sembra proprio che finisca qui.
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Data pubblicazione: 04/08/2003
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