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Paula Morelenbaum
Telecoteco. Um sambinha cheio de bossa...
Mirante, Sud Music. Distr.Egea
1. Manha De Carnaval - & Ryuichi Sakamoto
2. Nao Me Diga Adeus - &Jaques Morelenbaum
3. O Samba E O Tango - & Bajofondo
4. Love Is Here To Stay - & Joao Donato
5. Um Cantinho E Voce - & Leo Gandelman
6. Ilusao A Toa - & Marcos Valle
7. Telecoteco
8. Sei Là Se Tà - & Chico Pinheiro
9. O Que Vier Eu Tra?o
10. Voce Nao Sabe Amar - & Joao Donato
11. Ternura Antiga - & Leo Gandelman
12. Luar E Batucada
E' un disco godibilissimo, questo di Paula Morelenbaum. Più lo ascolti e più ti
viene voglia di ascoltarlo, per scoprirne tutte le sottigliezze, i particolari minimi
che ne mettono in evidenza una bellezza pulita. E, per una volta almeno, il samba
e la bossa nova si intrecciano felicemente con i ritmi e le sofisticazioni elettroniche
del pop moderno. Il repertorio scelto comprende brani scritti dal 1937 – "O samba
e o tango"- al 1961 – "Ilusao a toa", poco eseguiti
o registrati nei numerosi dischi di samba e bossa nova che periodicamente si pubblicano.
C'è anche uno standard in una versione "salsa", "Love is here to stay", del 1938,
composto dai fratelli Gershwin. Inoltre ognuno dei 12 brani presenta una formazione
diversa, arricchita da ospiti illustri quali ad esempio Sakamoto Ryuichi (Manha
de Carnaval), Jaques Morelenbaum ("Nao me diga adeus", "O samba e o tango",
"Voce nao sabe amar"), Joao Donato, veterano pianista e compositore di bossa
nova ("Love is here to stay", "Voce nao sabe amar"), il cantautore
Marcos Valle, conosciutissimo
per la sua "Samba de verao", che qui duetta con la cantante in "Ilusao a toa", ed
altri ancora. Un capitolo a parte spetta alle percussioni acustiche, mai come in
questo caso così ben amalgamate con quelle programmate – tra i nomi coinvolti troviamo
Joao Parahyba del trio Mocoto-.
Ottimi gli arrangiamenti, che puntano a far emergere
ciò che rende inimitabile la MPB, musica popular brasileira, quella malinconia persistente
perfino in brani gioiosi, arricchiti da fiati e percussioni. Una menzione a parte
per la title-track "Telecoteco", che sta ad indicare il suono onomatopeico di un
pattern percussivo. Nella ripetizione e sovra- incisione della parola con effetti
ritardanti di eco, sostenuta da batteria e percussioni, tastiere e chitarra, mai
invadenti, c'è tutta la poesia e la grande forza di un Paese, il quale attraverso
la musica ha sempre alzato la testa davanti allo schiavismo e alla dittatura.
Giovanni Greto per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 17/06/2011
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