Una produzione Chama Record per Macren Record House Agosto 2007 - Macren mcr (p) 2 – 2007 Montefeltro - Italia
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Pierluigi Vicini
Slow Jazz
1. Cà Rossello (P. Vicini) 3:57
2. Ca' Tomei (P. Vicini) 2:30
3. Ca' de Masi (P. Vicini) 2:51
4. Ca' dell'Olmo (P. Vicini) 4:34
5. Ca' del Nero (P. Vicini) 1:42
6. Cabaldoni (P. Vicini) 2:08
7. Ca' di Vico (P. Vicini) 1:50
8. Cabatarcio (P. Vicini) 4:24
9. Bugaccia blues (P. Vicini) 3:51 Mp3
10. Cà di Bibo (M. Detti) 4:05
11. Ca Piermanzo (P. Vicini) 1:38
12. Cabaroncio (P. Vicini) 1:25
13. Caiolese (P. Vicini) 4:12
14. Calbuzaio (P. Vicini) 5:28
15. Ca l'abate (P. Vicini) 0:56
Pierluigi Vicini
- tromba, filicorno, sassofoni tenore, soprano, alto e baritono,
sintetizzatore, pianoforte, batteria Tamburo in brani: 2, 3, 4, 5; Arp, percussioni,
marimba, effettistica, voce, cori, cembali, basso synt, violini, flauti bamboo e
pifferi, armonica, bombardino.
Claudio Cappelli - basso elettrico in brani 7, 8, 9, 15, Batteria
in brano 8, Percussioni in brano 14, Ingegnere del suono in brani 7,8,9,12,15
Renzo Pesaresi - pianoforte brano 4, Ottimizzazione e editing
Joe Gothard - chitarra in brano 8
Marcello Detti - trombone in brano 11
Enrico Malatesta - batteria in brani 7, 11
Enrico Montanari - contrabbasso in brano 11
Patrick Patton - ruota paliotica in brano 3
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Scorrendo le recensioni su questo sito mi sono accorto che qualcuno ha
apposto, sulle note commentanti un CD, questa frase "ma costui fa i dischi a
cottimo!?", naturalmente non voglio entrare in merito al commento in quanto
tale, ma voglio invece sottolineare che l'autore del disco qui recensito
Pierluigi Vicini
è un tizio che i dischi a cottimo li fa veramente; basti pensare a tutta la produzione
Folk Tunes con la quale
Vicini
è riuscito a collaborare addirittura con un mito neozelandese che risponde al nome
di Bob Lovell. Se è vero però che la quantità stona con la qualità andiamo
ad analizzare il prodotto in questione. L'autore, artigiano consolidato del sound
afroamericano (come afferma in una nota il saxofonista pugliese Gabriele Partipilo)
e della musica contemporanea in genere, sottolinea un nuovo genere Slow Jazz
accarezzando forse l'idea di approdare in lidi poco frequentati, almeno in teoria.
In Italia, a prescindere dal genere musicale, le pubblicazioni e di conseguenza
le recensioni discografiche si sprecano, chiunque può accedere alla registrazione
di un CD e quindi alla sua pubblicazione più o meno avvallata dai media.
Vicini
si divincola da questo assoluto e vi spiego perché. La sua musica è di un'estemporaneità
disarmante, non ha un filo logico, si basa inoltre su stilemi cinematografici fade
in – fade out e dissolvenze specifiche come a voler lanciare un segnale o un'intonazione
senza tenere troppo in considerazione il fenomeno normalizzante dell'elongazione.
Grazie alle sue innumerevoli esperienze artistiche (Teatro/Buskers/Pop/Rock/R&B/Bebop/Free/folk)
spazia da un genere all'altro mantenendo però alcune costanti care al Jazz come
improvvisazione, timing e swing:
" Questo disco lo dedico alle mie origini e alla mia terra, a mio padre, ai miei
nonni, al microcosmo che mi appartiene di rimando; da questi luoghi non mi muovo
più da anni con enorme, disumana soddisfazione. Qui scrivo, lavoro e suono tutto
quello che mi passa per il cervello con minimi mezzi, supportato da pochissimi e
secondo loro inadatti collaboratori, ma questo solo secondo loro…
Vivo in ogni caso con uno sguardo rivolto all'esterno eterno delle cose inamovibili…
Il Ca' non sta per una volgarità ma per Casale o Casa di…
Borghi dell'Altomontefeltro e della prospicente Valle del Savio, terre di transizione
e libertà dove ognuno di noi è ospite perfetto " (P. V.)
Tutte le tracce (tranne Ca' di Bibo del
giovane trombonista Marcello Detti) come da consuetudine sono di sua composizione
e descrivono, appunto, località amene a cavallo tra Toscana, Marche ed Emilia Romagna.
Naturalmente la descrizione risulta a titolo personale, empatica e, grossa pecca
di questo esperimento, resta proprio il fatto che né in copertina né sulla spartana
inlay card possiamo trovare immagini di questi luoghi così da poter condividere
sonorità ambientali con l'autore, ma tanté, proviamo mettere in previsione una gita
domenicale. Tornando al CD c'è da tener presente che
Vicini
passa da uno strumento all'altro con frenesia circense tessendo trame saldissime
tra di loro seppur deprivate al limite da ogni senso logico e cronologico. Per esempio
nel brano n. 6 troviamo il sempre effimero centro tonale dove un garrulo sax Alto
disegna arabeschi molto eleganti, mentre nel brano n. 12 assistiamo ad un lancinante
interloquire tra l'imboccatura di un sax soprano e lo spazio siderale. In
Ca' dell'Olmo scaturisce la buona vena free del
musicista che traccia un asintoto di Arp su cui vibra oltre all'Alto un flauto di
bamboo tra vivide percussioni ed un poderoso drumming -sempre di
Vicini-
già saggiato in Nelum album del
2005 che ha suscitato un discreto interesse
grazie alla scelta del crossover classica e jazz.
In Ca' Baldoni abbiamo forse uno dei più struggenti
sax tenori esperibili, non solo; anche la vacuità estesa del tema (perché di solo
tema si tratta) è impressionante, clamorosamente downtown come ribadisce Joe
Gothard chitarrista degli Urban Jazz Coalition (Ohio) che ha prestato
il suo plettro nella carezzevole ed ipnotica sequenza. Va considerata inoltre l'attenuante
della pura spontaneità e la sottile puerilità ricercata sincreticamente nel disco;
una rottura vivida, tangibile e urticante che non lascia spazio a critiche ponderate
vista anche la natura dell'autodidatta preso in esame, con un posto d'onore sul
sito internazionale VBZ surrealism. Un vivo consiglio è quello di visitare uno dei
suoi siti Web www.pierluigivicini.net
o rintracciarlo presso la Rete Romagna Jazz opportunamente curata dal chitarrista
Marco Vienna
dove è possibile scaricare Mp3 e articoli legati ai musicisti jazz di questi saporiti
e incredibili luoghi.
Nico Cicotti per Jazzitalia
"La musica di
Pierluigi Vicini è una musica che mi piace definire artigiana. Una musica
che riflette molteplici aspetti della vita moderna. E' una sorta di giungla sonora
che accompagna l'ascoltatore il luoghi strani, diversi ed apparentemente molto distanti
tra loro. Come in un sogno astratto. Pierluigi esplora i "suoni possibili" con una
naturalezza oggi molto rara che fa da filo conduttore. Una musica sincera che rifiuta
totalmente qualsiasi strategia commerciale e che denota una forte urgenza espressiva."
Gaetano Partipilo
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Data pubblicazione: 27/10/2007
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