Lionel Belmondo
Hymn Au Soleil - Clair Obscure
BFlat Recordings 2011
1. Cygne Sur L'Eau
2. Story Line
3. 3 + 2 + 3
4. Love Letter
5. Prière Pour Le Salut De Mon Ame
6. Nocturne
7. Epitaphe
8. Darth Fickius
9. Elévation
10. In Diesen Wintertagen
11. L'Ile Aux Cygnes
Lionel Belmondo - sax tenore e soprano,
flauto alto
Stéphane Belmondo - tromba
Philippe Gauthier - flauto, fluto alto
Bernard Burgun - corno inglese
Cécile Hardouin - fagotto
Jérõme Voisin - clarinetto, clarinetto basso
François Christin - corno
Bastien Stil - tuba
Sylvain Romano - contrabbasso
Laurent Fickelson - piano, Fender Rhodes
Dré Pallemaerts - batteria e percussioni
Musica classica e jazz si mescolano in questo nuovo lavoro del sassofonista francese
Lionel Belmondo. Il leader, coadiuvato da Sylvain Romano al contrabbasso,
Laurent Fickelson al pianoforte, Dré Pallemaerts alla batteria, è
affiancato anche da un organico per orchestra classica che vede Stéphane Belmondo
alla tromba, Philippe Gauthier al flauto, Bernard Burgun al corno
inglese, Cécile Hardouin al fagotto, Jérõme Voisin al clarinetto,
François Christin al corno e Bastien Stil alla tuba.
Belmondo pesca a piene mani dalla musica classica dei primi del novecento (Arnold
Schönberg, Gabriel Fauré), ma anche dai jazzisti (Bill
Evans,
Michel
Petrucciani) mescolando i due generi. I brani sono interamente arrangianti
da Belmondo; quelli classici mantengono la loro impronta, mentre quelli jazz come
"Story Line" di
Bill Evans vengono contaminati perdendo quasi del tutto lo stile che
li caratterizza. La formazione dà così vita a questo album d'impronta più classica
che jazz. Un lavoro dal quale non emerge nessun solista (tranne Lionel Belmondo),
ma nel quale si sente suonare un'ottima orchestra di musica classica.
Più vicini al jazz sono le due composizioni di Belmondo "3+2+3" e "Darth fickius"
dove è il tempo (e il leader) a fare da padrone. L'impressione è che nei brani classici
Belmondo soffra a staccarsi dalla matrice o non lo faccia per un timore referenziale.
Il lavoro finale risulta troppo omogeneo e spersonalizzato; peccato perché con un
organico del genere poteva dare vita a un ottimo prodotto finale di diversa foggia.
Cinzia Guidetti per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 08/05/2011
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